Lettera di Giacomo 2,1-9 con il commento di Marco Missiroli



Dalla lettera di san Giacomo apostolo
Gc 2,1-9

Testo del brano
Fratelli miei, la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria, sia immune da favoritismi personali. Supponiamo che, in una delle vostre riunioni, entri qualcuno con un anello d’oro al dito, vestito lussuosamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro. Se guardate colui che è vestito lussuosamente e gli dite: «Tu siediti qui, comodamente», e al povero dite: «Tu mettiti là, in piedi», oppure: «Siediti qui ai piedi del mio sgabello», non fate forse discriminazioni e non siete giudici dai giudizi perversi?
Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano? Voi invece avete disonorato il povero! Non sono forse i ricchi che vi opprimono e vi trascinano davanti ai tribunali? Non sono loro che bestemmiano il bel nome che è stato invocato sopra di voi?
Certo, se adempite quella che, secondo la Scrittura, è la legge regale: «Amerai il prossimo tuo come te stesso», fate bene. Ma se fate favoritismi personali, commettete un peccato e siete accusati dalla Legge come trasgressori.

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Emily Lepri

Meditazione
Marco Missiroli

Meditazione
La verità della Parola ci mostra come il povero, il debole, l’oppresso, sia sempre al centro dell’attenzione di Dio. Tanto è vero che il Natale sancisce una verità assoluta: Dio si incarna nella povertà. Dunque se come cristiani siamo chiamati a rimanere in Lui, non possiamo prescindere nella nostra vita dal fare esperienza della povertà, accogliendola, standoci a contatto, per lo meno interessandoci ad essa. Ma oggi come facciamo a leggere le situazioni di povertà, a capire se ci siamo dentro oppure se ce le facciamo scivolare accanto? Credo che la cartina di tornasole di una relazione con il povero sia la gratuità: scegliere di amare, di aiutare qualcuno, di sostenere progetti, di adoperarsi in azioni con la consapevolezza di non ricevere nulla in cambio e senza il desiderio di essere riconosciuto per il merito. Sappiamo quanto incida l’immagine nel nostro mondo. Tanti personaggi, persino aziende e organizzazioni sociali di vario genere sbandierano quote di solidarietà per ottenere consenso, riconoscimenti e affiliazione. Gesù nel suo cammino ha compiuto miracoli straordinari, spesso ordinando ai guariti e salvati di mantenere il silenzio, scivolando via dalle folle adoranti, ritirandosi in disparte, nel silenzio, coi suoi discepoli. La vera salvezza l’ha svelata solo la croce, che come immagine, di primo impatto, senza gli occhi della fede, non è di certo vincente.  Impariamo allora a contemplarla pregando di donarci occhi in grado di riconoscere il povero, un cuore capace di amare con gratuità, la fede per donare la vita agli altri.

 

Scarica la nostra App su