Lettera di Giacomo 1,12-18 con il commento di Marco Missiroli



Dalla lettera di san Giacomo apostolo
Gc 1,12-18

Testo del brano
Beato l'uomo che resiste alla tentazione perché, dopo averla superata, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promesso a quelli che lo amano.
Nessuno, quando è tentato, dica: «Sono tentato da Dio»; perché Dio non può essere tentato al male ed egli non tenta nessuno. Ciascuno piuttosto è tentato dalle proprie passioni, che lo attraggono e lo seducono; poi le passioni concepiscono e generano il peccato, e il peccato, una volta commesso, produce la morte.
Non ingannatevi, fratelli miei carissimi; ogni buon regalo e ogni dono perfetto vengono dall'alto e discendono dal Padre, creatore della luce: presso di lui non c'è variazione né ombra di cambiamento. Per sua volontà egli ci ha generati per mezzo della parola di verità, per essere una primizia delle sue creature.

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Emily Lepri

Meditazione
Marco Missiroli

Meditazione
Questi pochi versetti della Lettera di Giacomo sono un piccolo trattato sulla fonte del male. Quanta confusione è stata fatta a riguardo e quanto fraintendimento aleggia ancora oggi nella credenza popolare, anche tra le panche delle nostre chiese. Si pensi alla preghiera del Padre Nostro, la preghiera per eccellenza, quella consegnataci da Gesù in persona a precisa richiesta: “senti, Signore, ma.. come si prega?”. Cristo risponde indicando Chi si prega: viene rivelato un Dio Padre. Come abbiamo fatto fino ad oggi per anni, forse secoli, a chiedergli di non indurci in tentazione? Se le parole hanno un peso, e credo che Gesù le misurasse meglio di un farmacista con gli elementi per una cura, come è stato possibile pensare e supplicare il Padre, che è passato dall’umiliazione, dal dolore e dalla morte per liberarci dal peccato, di non spingerci verso la tentazione che lo genera? C’è da augurarsi che l’aspetto malsano insito nel meccanismo di automaticità nel recitare una preghiera, con precise parole impresse nelle nostre memorie di bambini ancora incapaci di discernerle, ci abbia preservato dal credere davvero a quello che dicevamo. La sapienza generata dalla parola di verità ci conduca allora alla consapevolezza che il peccato nasce da una nostra scelta di assecondare la tentazione che, volente o nolente, frequentemente e in diverse forme, ci colpisce per dividere il nostro cuore dal Dio che in esso alberga. Allo stesso tempo non scoraggiamoci per la nostra fallibile umanità, perché il Padre non pretende che riusciamo da soli a vincere la tentazione, altrimenti non ci avrebbe lasciato il suo Spirito, ma avrebbe detto: “State a vedere come si fa, io adesso mi faccio ammazzare, poi risorgo e vinco la morte. Salgo in cielo e me ne starò lassù a vedere se avete capito e siete capaci anche voi”. No, non è andata così, Gesù è vivo in noi, il Creatore della luce illumina la nostra battaglia contro la tentazione: «La sua fedeltà ti sarà scudo e corazza, non temerai il terrore della notte». Scegliamo quotidianamente di affidarci a Lui: Padre nostro, non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male.

 

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