12. Vita in "transito". (Pillole di Chiara)



Testo del brano
La sera dell’11 agosto 1253 erano in tanti intorno al mio letto.

Da 17 giorni non riuscivo più a prendere cibo e le forze fisiche erano al lumicino: la malattia stavolta sembrava averla vinta e tutti pensavano che fosse giunta la fine. Ma ho usato l’articolo sbagliato, perché non era “la fine”, ma “il fine” della mia vita e, seppure addolorata al pensiero di lasciare le sorelle, sentivo dentro di me la gioia di aver terminato la corsa e di essere giunta al traguardo tanto desiderato. 

Tutti attorno a me piangevano: ero io a dover confortare quelli che venivano a trovarmi, che non erano solo sorelle, ma anche cardinali e frati, in particolare quelli che, insieme a Francesco, mi avevano accolto alla Porziuncola quarantadue anni prima. A loro ho domandato di leggermi la Passione del Signore, così da sentirmi ancor più unita a Lui in questo passaggio di vita in Vita.

A frate Ginepro, da tutti chiamato il giullare di Dio, ho chiesto se avesse qualcosa di nuovo da dirmi riguardo al Signore; e lui, dalla fornace del cuore ardente, emise fiammeggianti scintille di parole, che mi diedero grande consolazione.

A frate Rinaldo, che mi esortava alla pazienza in quel lungo martirio di simili infermità, risposi con slancio: «Da quando ho conosciuto la grazia del mio Signore Gesù Cristo, attraverso il suo servo Francesco, nessuna pena mi è stata fastidiosa, nessuna penitenza pesante e nessuna malattia dura».

Poi ho voluto raccomandare ancora una volta alle mie sorelle la povertà del Signore, e le ho benedette. Con loro ho benedetto i fratelli e ogni uomo. Per ultimo ho benedetto Colui che era prima di tutto e di tutti: «E tu, Signore, sii benedetto, che mi hai creata».

Rivolgendomi alla mia anima, parlavo sommessamente, ma una sorella che mi era accanto mi ha sentito dire: «Va’ sicura in pace, perché avrai buona scorta: perché quello che ti creò, prima ti santificò; e dopo che ti creò, mise in te lo Spirito Santo e sempre ti ha guardata come la madre il suo figliolo che ama».

Ho chiesto a una sorella: «Vedi tu il Re della Gloria che io vedo?». Gliel’ho ripetuto più volte e poco dopo ho chiuso gli occhi in questo mondo per aprirli nelle eteree dimore del Cielo.

Il funerale, con grande partecipazione di popolo, fu presieduto da papa Innocenzo IV, che propose di celebrare l’ufficio delle vergini piuttosto che quello dei defunti, mostrando così di considerarmi già santa. Gli fu consigliato di procedere secondo la via ordinaria, così celebrò l’ufficio dei defunti, ma volle al più presto promuovere la mia canonizzazione. Infatti, il 24 novembre di quello stesso anno a San Damiano si aprì il processo sopra la mia vita, conversione, conversazione e miracoli, che portò a dichiararmi santa. Ma di questo ti parlerò la prossima volta.

 

Recita
Suor Nella Letizia Castrucci

Musica di sottofondo
www.soundscrate.com

Immagine
Icona di Santa Chiara scritta da Suor Maristella, Suor Laura e Suor Cristiana

Scarica la nostra App su