3.I primi passi della nuova vita (Pillole di Chiara)



Testo del brano
L’inizio della nuova vita non è stato facile, anzitutto per la reazione della mia famiglia, in particolare dello zio Monaldo, che mi fece da padre dopo la morte di Favarone, il quale osteggiò fortemente la mia scelta e per giorni tentò di farmi recedere, anche con le minacce, ma dovette arrendersi di fronte alla mia determinazione e… al mio capo rasato. Sì, al mio capo rasato, perché quando mi tolsi il velo, e gli uomini che erano venuti per riportarmi a casa mi videro con il capo rasato, segno della consacrazione a Dio, desistettero, se non altro per timore d’incorrere nella scomunica che toccava a chi metteva le mani su un consacrato.

L’inizio non fu facile anche perché Francesco non aveva previsto che una donna avrebbe voluto seguire il suo ideale di vita, e non gli era chiaro dove avrei potuto vivere. Ci vollero due tentativi prima di trovare il posto giusto. La prima tappa fu il monastero benedettino di San Paolo delle Abbadesse, dove fui accolta non come monaca, dal momento che avevo venduto tutta la mia dote, ma come serva. Probabilmente a Francesco sembrò il posto più sicuro per mettermi al riparo dalla reazione dei parenti, dal momento che godeva del diritto di asilo, ma anche così non fu del tutto sufficiente a proteggermi.

Quando la situazione si calmò, mi fece portare a Sant’Angelo di Panso, in una comunità di donne religiose, alle pendici del monte Subasio, dove mi raggiunse mia sorella Caterina, che da Francesco fu consacrata a Dio e chiamata col nome nuovo di Agnese. Anche per lei lo zio Monaldo reagì con veemenza, ma pure stavolta dovette arrendersi: la mite forza di due giovanissime donne innamorate di Cristo l’ebbe vinta su di lui e sul manipolo dei suoi soldati. Davvero «tutto è possibile per chi crede»! (Mc 9,23)

Così Francesco, avendo constatato che - parole sue - «non ricusavamo nessuna indigenza, povertà, fatica, tribolazione, o ignominia e disprezzo del mondo, anzi, al contrario, li ritenevamo grandi delizie» (FF 2832), ci affidò uno dei luoghi a lui più cari, e nel piccolo convento di San Damiano nel giro di poco tempo si unirono a noi tante giovani per abbracciare la forma di vita evangelica, in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità.

Ma di questo ti parlerò la prossima volta.

Recita
Suor Nella Letizia Castrucci

Musica di sottofondo
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Immagine
Icona di Santa Chiara scritta da Suor Maristella, Suor Laura e Suor Cristiana

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