7.Il privilegio della povertà (Pillole di Chiara)



Testo del brano
Da quando incontrai Cristo sul mio cammino sentii il desiderio di seguirlo in altissima povertà, perché lui, il Figlio di Dio, aveva scelto di nascere e vivere povero. Diceva infatti: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». Così, prima di entrare a San Damiano avevo distribuito ai poveri la mia parte di eredità paterna, cosicché potessi correre libera e leggera dietro a Cristo, ma, quando cominciarono ad arrivare le sorelle, sentivo che non bastava limitarsi alla povertà personale, perché ogni religioso fa il voto di povertà e si espropria dei beni.

In quel tempo c’era l’usanza da parte dei monasteri di chiedere privilegi al vescovo o al papa, per avere rendite che garantissero la sopravvivenza della comunità. Era legittimo che i monasteri avessero terreni o altre proprietà, e gli stessi papi mi esortarono a più riprese ad accettarne. Papa Gregorio IX addirittura arrivò a dirmi che «Se temevo per il voto, lui me ne avrebbe dispensato», e io non potei che rispondergli che «Mai in eterno desideravo essere dispensata dalla sequela di Cristo».

Perciò, dovendo accettare all’inizio di vivere secondo la Regola di San Benedetto, insieme alle sorelle feci richiesta al papa di un privilegio particolare: il privilegio di non avere privilegi. È un assurdo dal punto di vista giuridico, perché la richiesta dei privilegi ha l’esatto scopo contrario, ma noi non ci intendevamo di diritto e volevamo semplicemente che ci fosse garantita la peculiarità della nostra vocazione, di vivere cioè l’altissima povertà sull’esempio di Cristo, della Vergine Maria, di Francesco e dei suoi fratelli.

La povertà era la nostra ricchezza: lo scrissi anche ad Agnese di Boemia: «O beata povertà, che procura ricchezze eterne a chi l’ama e l’abbraccia! O santa povertà: a chi la possiede e la desidera è promesso da Dio il regno dei cieli! O pia povertà, che il Signore Gesù Cristo, si degnò più di ogni altro di abbracciare!».

Ottenuto il privilegio della Povertà, capii tuttavia che si doveva fare un passo ulteriore: scrivere e fare approvare una nostra Regola, anche se un decreto del concilio Lateranense IV impediva che ne fossero approvate di nuove. Noi però ci mettemmo a scriverla, ma di questo ti parlerò la prossima volta.

Recita
Suor Nella Letizia Castrucci

Musica di sottofondo
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Immagine
Icona di Santa Chiara scritta da Suor Maristella, Suor Laura e Suor Cristiana

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