Esodo 34,29-35 con il commento di Massimo Gasperoni e Cosetta Giovannini



Dal libro dell'Esodo
Es 34,29-35 

Testo del brano
Quando Mosè scese dal monte Sinai – le due tavole della Testimonianza si trovavano nelle mani di Mosè mentre egli scendeva dal monte – non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato con il Signore. Ma Aronne e tutti gli Israeliti, vedendo che la pelle del suo viso era raggiante, ebbero timore di avvicinarsi a lui. Mosè allora li chiamò, e Aronne, con tutti i capi della comunità, tornò da lui. Mosè parlò a loro. Si avvicinarono dopo di loro tutti gli Israeliti ed egli ingiunse loro ciò che il Signore gli aveva ordinato sul monte Sinai. Quando Mosè ebbe finito di parlare a loro, si pose un velo sul viso. Quando entrava davanti al Signore per parlare con lui, Mosè si toglieva il velo, fin quando non fosse uscito. Una volta uscito, riferiva agli Israeliti ciò che gli era stato ordinato. Gli Israeliti, guardando in faccia Mosè, vedevano che la pelle del suo viso era raggiante. Poi egli si rimetteva il velo sul viso, fin quando non fosse di nuovo entrato a parlare con il Signore.

 

 

 

Recita
Cristian Messinaù

Musica di sottofondo
P.Patrikios. Away. YouTubeStudios. Diritti Creative Commons

Meditazione
Massimo Gasperoni e Cosetta Giovannini
Recita Massimo Gasperoni

Meditazione
L’ascolto della Parola di Dio non è come essere ad una lettura di un testo qualunque, perché nel momento stesso che noi accogliamo la Parola, questa si comporta come una terapia genetica, si radica nelle nostre cellule e ne cambia la struttura, è come un vaccino che agisce fino alla più remota parte del nostro corpo e raggiunge la nostra anima e il nostro spirito; è una contaminazione che ci trasforma, ci santifica e ci benedice. La Parola di Dio è creatrice ed efficace in maniera diretta, maggiore è la incarnazione che gli diamo, per esempio leggere solo con gli occhi assume un valore molto inferiore di proclamare la Parola durante una liturgia dove tutta la comunità è riunita; in questo caso, attraverso il lettore prima e nell’assemblea poi, il Signore ci costituisce come popolo, regola il nostro modo di metterci in relazione e ci mostra il Suo Volto. Dopo questa esperienza, anche senza accorgersene, siamo radicalmente diversi, e a poco a poco il nostro modo di parlare, di rapportarci con gli altri, in famiglia come al lavoro o a scuola, viene riconosciuto dagli altri come diverso, “strano”, e il nostro percorso di Fede diventa visibile a coloro che incontriamo prima ancora che a noi stessi. Più ci avviciniamo al mistero più la luce da raggiante diventa abbagliante, folgorante ed è impossibile sostenerne la vista. Questo forse è il motivo che porta a chi è vittima del male a non riconoscere questa luce, perché chiuso nelle tenebre; una volta liberato prima di poter rivedere la luce deve stare un pò di tempo ad occhi chiusi o in un posto con poca luminosità finché il suo sguardo non sia abituato alla luce. La prima reazione quindi è il rifiuto, la fuga da questa luce, trovando ogni genere di giustificazione per evitare il fascio luminoso che svelerebbe la verità scomoda che vogliamo tenere nascosta, perché rimetterebbe in discussione l’identità che noi stessi abbiamo costruita, una luce artificiale che illumina solo superficialmente dando una verità distorta, virtuale e lontana da quella che nascondiamo, e cioè l’immagine di colui che ci ha creati. Aiutaci Signore ad essere testimoni di questa luce, come Giovanni Battista, come Mosè, portatori della verità che prima di essere razionalmente dimostrabile deve essere bella, raggiante, illuminante. Una verità che insegna la giustizia, la carità e la pace. Rendici, o Dio, capaci di riconoscere la luce vera nel firmamento di luci artificiali che ci creiamo; i volti illuminati dalle luci artificiali della notte non restituiscono la bellezza che irradia un volto illuminato dalla luce del sole. La luce vera è per tutti, arriva quando vuole e se ne va quando vuole, la luce artificiale la possiamo accendere o spegnere quando vogliamo e illumina un piccolo spazio, si rimpicciolisce fino a scomparire se ci si allontana e non trasmette vita e calore, così non è il volto di chi ascolta la Parola di Dio, che dona gioia e conforto a chi lo incontra e condivide un pezzo di cammino, scalda il cuore di chi lo ascolta come quello dei due discepoli di Emmaus. Così i comandamenti da giogo duro da portare, possono diventare fari nella nebbia, lampioni stradali nella notte, per non cadere.

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