Esodo 14,5-18 con il commento di Massimo Gasperoni e Cosetta Giovannini



Dal libro dell'Esodo
Es 14,5-18 

Testo del brano
In quei giorni, quando fu riferito al re d’Egitto che il popolo era fuggito, il cuore del faraone e dei suoi ministri si rivolse contro il popolo. Dissero: «Che cosa abbiamo fatto, lasciando che Israele si sottraesse al nostro servizio?». Attaccò allora il cocchio e prese con sé i suoi soldati. Prese seicento carri scelti e tutti i carri d’Egitto con i combattenti sopra ciascuno di essi. Il Signore rese ostinato il cuore del faraone, re d’Egitto, il quale inseguì gli Israeliti mentre gli Israeliti uscivano a mano alzata. Gli Egiziani li inseguirono e li raggiunsero, mentre essi stavano accampati presso il mare; tutti i cavalli e i carri del faraone, i suoi cavalieri e il suo esercito erano presso Pi-Achiròt, davanti a Baal-Sefòn. Quando il faraone fu vicino, gli Israeliti alzarono gli occhi: ecco, gli Egiziani marciavano dietro di loro! Allora gli Israeliti ebbero grande paura e gridarono al Signore. E dissero a Mosè: «È forse perché non c’erano sepolcri in Egitto che ci hai portati a morire nel deserto? Che cosa ci hai fatto, portandoci fuori dall’Egitto? Non ti dicevamo in Egitto: “Lasciaci stare e serviremo gli Egiziani, perché è meglio per noi servire l’Egitto che morire nel deserto”?». Mosè rispose: «Non abbiate paura! Siate forti e vedrete la salvezza del Signore, il quale oggi agirà per voi; perché gli Egiziani che voi oggi vedete, non li rivedrete mai più! Il Signore combatterà per voi, e voi starete tranquilli». Il Signore disse a Mosè: «Perché gridi verso di me? Ordina agli Israeliti di riprendere il cammino. Tu intanto alza il bastone, stendi la mano sul mare e dividilo, perché gli Israeliti entrino nel mare all’asciutto. Ecco, io rendo ostinato il cuore degli Egiziani, così che entrino dietro di loro e io dimostri la mia gloria sul faraone e tutto il suo esercito, sui suoi carri e sui suoi cavalieri. Gli Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando dimostrerò la mia gloria contro il faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri».

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
P.Patrikios. Away. YouTubeStudios. Diritti Creative Commons

Meditazione
Massimo Gasperoni e Cosetta Giovannini
Recita Cosetta Giovannini

Meditazione
Faraone si accorge che sta perdendo una grossa fetta di schiavi, il motore dell’economia egiziana, sta già calcolando le perdite che questo suo errore di valutazione causerà a tutto il popolo egiziano, e i ritardi che si verificheranno nella costruzione degli imponenti edifici che ha sempre sognato; reagisce come è capace, ovvero con la violenza, con il massimo sforzo bellico, mettendo in campo i campioni dell’esercito per una pronta e sicura vendetta, e per riportare all’ordine questo popolo ribelle, che vuole fuggire verso un’ipotetica terra promessa. La rabbia e la vendetta portano altra violenza e morte, e sono il linguaggio dell’uomo ancora oggi, attraverso il quale si vogliono regolare i rapporti tra i vari stati nel mondo. Oggi abbiamo anche arricchito con armi nuove e ancora più letali: la globalizzazione, il colonialismo economico, lo sfruttamento delle risorse dei paesi più poveri, e tanti altri ritrovati per sfruttare al massimo la situazione, e ricavarne ulteriore profitto per pochi a danno di molti. Ci sono tanti faraoni con il cuore indurito nel mondo, che non hanno bisogno di salire su un cocchio, ma con un semplice click decidono la vita e la morte di intere popolazioni. Tutti siamo un po’ come gli ebrei, spaventati, rassegnati alla schiavitù del denaro, perché diciamo: “che cosa posso fare io da solo”, oppure: “non è possibile rendere sostenibile l’economia, fallirebbe tutto”.. ecco, abbiamo bisogno di un Mosè che ci dica «Non abbiate paura!». C’è una speranza, la carità cristiana che ci rende fratelli, l’amore che Dio ci dona, questa è la nostra difesa, e gli egiziani sapranno quando vedranno la gloria del Signore, rivelata nella fede e nell’amore vissuto tra fratelli, la nuova economia dove non ci sono scarti, né schiavi né liberi, ma solo fratelli! Non c’è profitto ma bisogno di cure, non c’è capitale ma si ritorna ad una nuova umanità.

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