Esodo 3,13-20 con il commento di Massimo Gasperoni e Cosetta Giovannini



Dal libro dell'Esodo
Es 3,13-20 

Testo del brano
In quei giorni, [udendo la voce del Signore dal mezzo del roveto,] Mosè disse a Dio: «Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: “Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi”. Mi diranno: “Qual è il suo nome?”. E io che cosa risponderò loro?». Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: “Io-Sono mi ha mandato a voi”». Dio disse ancora a Mosè: «Dirai agli Israeliti: “Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, mi ha mandato a voi”. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione. Va’! Riunisci gli anziani d’Israele e di’ loro: “Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, mi è apparso per dirmi: Sono venuto a visitarvi e vedere ciò che viene fatto a voi in Egitto. E ho detto: Vi farò salire dalla umiliazione dell’Egitto verso la terra del Cananeo, dell’Ittita, dell’Amorreo, del Perizzita, dell’Eveo e del Gebuseo, verso una terra dove scorrono latte e miele”. Essi ascolteranno la tua voce, e tu e gli anziani d’Israele andrete dal re d’Egitto e gli direte: “Il Signore, Dio degli Ebrei, si è presentato a noi. Ci sia permesso di andare nel deserto, a tre giorni di cammino, per fare un sacrificio al Signore, nostro Dio”. Io so che il re d’Egitto non vi permetterà di partire, se non con l’intervento di una mano forte. Stenderò dunque la mano e colpirò l’Egitto con tutti i prodigi che opererò in mezzo ad esso, dopo di che egli vi lascerà andare».

 

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
P.Patrikios. Away. YouTubeStudios. Diritti Creative Commons

Meditazione
Massimo Gasperoni e Cosetta Giovannini
Recita Massimo Gasperoni

Meditazione
Mosè chiede a Dio come poterlo definire di fronte al popolo, per essere riconosciuto. Dio dà due definizioni di se: la prima è «Io sono colui che sono», immediatamente un gioco di parole, ma forse vuole comunicare il suo essere mistero al quale affidarsi; la seconda definizione è «Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe», e in questo caso ci ricorda di essere un Dio fedele all’alleanza stipulata con il suo popolo, non si è dimenticato, non è un Dio lontano nella storia ma cammina con noi. Prefigura anche la Trinità come la conosciamo noi, rivelata da Gesù, come a dire che è impossibile definire Dio se non in una relazione. Possiamo aggiungere anche l’importanza che ha il nome, anche per noi, perché lo abbiamo ricevuto dal Signore fin dalla creazione: Adamo lo ricevette per primo e lui, a sua volta, lo ha tramandato a tutti gli uomini. Il nome ci rende unici e capaci di metterci in relazione con un Tu, e ci fa essere in grado di riconoscere sé stessi e gli altri, di avere una propria identità; questa è una particolarità che distingue l’uomo dagli animali. La salvezza degli ebrei passa attraverso l’accoglienza di un messaggio da Dio nella libertà, non è possibile per il Signore salvarci contro la nostra volontà, infatti ci ha creati così, liberi, capaci di sbagliare, e quindi la sua onnipotenza è limitata alla nostra libertà di scegliere se accoglierlo o meno nella nostra vita. Lui è costantemente orientato al nostro bene, e ci manda dei messaggeri quando ne abbiamo bisogno ma, purtroppo, a volte siamo talmente ripiegati su noi stessi che non li riconosciamo, dobbiamo crescere nell’umiltà, farci piccoli, diventare come i bambini che si affidano ai propri genitori. Senza l’aiuto di Dio il popolo non riuscirà a salvarsi, a causa della durezza del cuore del faraone; anche noi, se pensiamo di salvarci da soli, siamo destinati al fallimento o comunque ad una salvezza apparente, esteriore, ma siamo fatti anche di Spirito, di Cielo, la nostra salvezza non passa solo dai beni materiali o dalla salute fisica, ma coinvolge tutta la persona. Gesù ce lo ha insegnato nelle guarigioni che ha operato, lui vede tutta la persona che ha di fronte, non solo la malattia o i tratti esteriori di una persona ma, attraverso il suo sguardo, ci dona la salvezza completa. Chi sono oggi i messaggeri di questa notizia? Da chi oggi ascoltiamo il nome di Dio? Siamo pronti ad accogliere questo messaggio con umiltà e speranza?

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