Esodo 14,21-31 con il commento di Massimo Gasperoni e Cosetta Giovannini



Dal libro dell'Esodo
Es 14,21-31 

Testo del brano
In quei giorni, Mosè stese la mano sul mare. E il Signore durante tutta la notte risospinse il mare con un forte vento d’oriente, rendendolo asciutto; le acque si divisero. Gli Israeliti entrarono nel mare sull’asciutto, mentre le acque erano per loro un muro a destra e a sinistra. Gli Egiziani li inseguirono, e tutti i cavalli del faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri entrarono dietro di loro in mezzo al mare. Ma alla veglia del mattino il Signore, dalla colonna di fuoco e di nube, gettò uno sguardo sul campo degli Egiziani e lo mise in rotta. Frenò le ruote dei loro carri, così che a stento riuscivano a spingerle. Allora gli Egiziani dissero: «Fuggiamo di fronte a Israele, perché il Signore combatte per loro contro gli Egiziani!». Il Signore disse a Mosè: «Stendi la mano sul mare: le acque si riversino sugli Egiziani, sui loro carri e i loro cavalieri». Mosè stese la mano sul mare e il mare, sul far del mattino, tornò al suo livello consueto, mentre gli Egiziani, fuggendo, gli si dirigevano contro. Il Signore li travolse così in mezzo al mare. Le acque ritornarono e sommersero i carri e i cavalieri di tutto l’esercito del faraone, che erano entrati nel mare dietro a Israele: non ne scampò neppure uno. Invece gli Israeliti avevano camminato sull’asciutto in mezzo al mare, mentre le acque erano per loro un muro a destra e a sinistra. In quel giorno il Signore salvò Israele dalla mano degli Egiziani, e Israele vide gli Egiziani morti sulla riva del mare; Israele vide la mano potente con la quale il Signore aveva agito contro l’Egitto, e il popolo temette il Signore e credette in lui e in Mosè suo servo.

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
P.Patrikios. Away. YouTubeStudios. Diritti Creative Commons

Meditazione
Massimo Gasperoni e Cosetta Giovannini
Recita Cosetta Giovannini

Meditazione
All’inizio di questo brano il Signore ricorda al popolo di Israele che è lui il creatore, separa le acque, crea l’asciutto dove non c’era, con un forte vento, la natura obbedisce alla sua parola e fa rivivere al popolo la creazione in prima persona, dall’interno: chi si lascia guidare da Dio cammina sicuro, mentre chi vuole dominare la creazione con la violenza, con il potere, va contro alla sconfitta più cocente. Lo constatiamo quotidianamente, infatti il più grande esercito e le armi più sofisticate non possono placare la forza della natura; possiamo costruire grandi infrastrutture, ponti, edifici, per poi vederli crollare di fronte alla forza dirompente della natura o dell’usura, magari a causa dell’incuria. Dovremmo lasciarci accompagnare nel nostro cammino e metterci in armonia con la natura, ricordarne i ritmi, riconoscerne i segni per stare al sicuro, per esempio non costruendo alle pendici di un vulcano, o nella gola di una valle, oppure nel letto di un fiume, cercando di fare manutenzione, prevenzione e informazione, non cercando di essere padroni ma custodi del creato, mettendo la tecnologia al suo servizio, non riempiendo di rifiuti tecnologici mari e fiumi. Basti pensare alla quantità di plastica che riempie i nostri oceani, che ritroviamo poi nella nostra catena alimentare. Abbiamo ancora tempo per poter vedere la vittoria sul male, per ripartire in armonia sul creato; dobbiamo avviare stili di vita che riducano al minimo gli sprechi, i rifiuti; educare le nuove generazioni a questi stili di vita, aiutare le popolazioni che vivono in ambienti importanti per l’ecosistema mondiale a non distruggerli, ma a custodirli facendo diventare il loro ambiente una risorsa di benessere e non di facili guadagni, anche grazie ad investimenti internazionali. Certi beni non possono essere lasciati alle singole amministrazioni locali, per esempio l’Amazzonia, le foreste africane, ecc. I gas serra, il CO2, possono essere ridotti anche grazie alle nostre scelte quotidiane: in termini di alimentazione, di utilizzo dell’energia rinnovabile, installazione di sistemi di riscaldamento innovativi ed efficienti, utilizzando ciò che ci serve ed eliminando il superfluo, e quando ce n’è si deve per forza rimettere in circolazione, per chi ne avesse bisogno. L’economia circolare è il segno che ci farà dire “Il Signore è potente e ha ragione a voler ancora scommettere su di noi”!

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