Esodo 16,1-5.9-15 con il commento di Massimo Gasperoni e Cosetta Giovannini



Dal libro dell'Esodo
Es 16,1-5.9-15 

Testo del brano
Gli Israeliti levarono le tende da Elìm e tutta la comunità degli Israeliti arrivò al deserto di Sin, che si trova tra Elìm e il Sinai, il quindici del secondo mese dopo la loro uscita dalla terra d’Egitto. Nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne. Gli Israeliti dissero loro: «Fossimo morti per mano del Signore nella terra d’Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatto uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine». Allora il Signore disse a Mosè: «Ecco, io sto per far piovere pane dal cielo per voi: il popolo uscirà a raccoglierne ogni giorno la razione di un giorno, perché io lo metta alla prova, per vedere se cammina o no secondo la mia legge. Ma il sesto giorno, quando prepareranno quello che dovranno portare a casa, sarà il doppio di ciò che avranno raccolto ogni altro giorno». Mosè disse ad Aronne: «Da’ questo comando a tutta la comunità degli Israeliti: “Avvicinatevi alla presenza del Signore, perché egli ha inteso le vostre mormorazioni!”». Ora, mentre Aronne parlava a tutta la comunità degli Israeliti, essi si voltarono verso il deserto: ed ecco, la gloria del Signore si manifestò attraverso la nube. Il Signore disse a Mosè: «Ho inteso la mormorazione degli Israeliti. Parla loro così: “Al tramonto mangerete carne e alla mattina vi sazierete di pane; saprete che io sono il Signore, vostro Dio”». La sera le quaglie salirono e coprirono l’accampamento; al mattino c’era uno strato di rugiada intorno all’accampamento. Quando lo strato di rugiada svanì, ecco, sulla superficie del deserto c’era una cosa fine e granulosa, minuta come è la brina sulla terra. Gli Israeliti la videro e si dissero l’un l’altro: «Che cos’è?», perché non sapevano che cosa fosse. Mosè disse loro: «È il pane che il Signore vi ha dato in cibo».

 

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
P.Patrikios. Away. YouTubeStudios. Diritti Creative Commons

Meditazione
Massimo Gasperoni e Cosetta Giovannini
Recita Cosetta Giovannini

Meditazione
Il popolo mormora, mi viene in mente il difficile rapporto che c’è tra il popolo e chi lo amministra, tra i cittadini e i governanti; da ambo le parti ci sono atteggiamenti giusti e sbagliati: il politico considera a volte il cittadino come fornitore di consenso, destinatario di promesse facili e talvolta illusorie, strumento per arrivare al potere, e una volta raggiunto questo potere l’interesse del politico è talvolta quello di mantenere lo status quo, regolare promesse da mantenere con i suoi sponsor elettorali, cercando di non mettersi contro ai poteri forti; il cittadino vive il rapporto con l’amministrazione con pregiudizio, lamentandosi di qualsiasi decisione, leggendo complotti in qualsiasi cosa succeda e affidandosi alle fonti di informazione più disparate, a chi la spara più grossa. Oggi viviamo una grossa frattura tra popolo e politica, siamo passati negli anni dalla militanza all’indifferenza, dall’ideologia al clientelismo; non possiamo ridurre tutto alla ricerca del colpevole, al sacrificio del solito capro espiatorio di turno per poi ricominciare tutto come prima come se niente fosse. Il Signore ci chiede un cammino di formazione, giorno per giorno, un cambio di mentalità cercando il giusto bene per tutti, il bene comune, il pane quotidiano, la giustizia sociale. Una giustizia che parte da valori importanti, quali i principi della tradizione che la nostra fede ci trasmette, come il rispetto del giorno di riposo, dove ogni cittadino ha diritto a vivere la sua dimensione spirituale, a rimettere a Dio i doni che ha ricevuto e il lavoro che lo ha impegnato nella settimana, rendendo grazie e riconoscendo che senza il suo Pane non possiamo vivere. Il Suo Pane è il pane della comunione, ecco cosa può ricucire i rapporti tra la politica e i cittadini, il sentirsi fratelli, rispettando le diversità. Non si deve cercare l’accumulo di ricchezza ma la giustizia per tutti, non è solo rispettare delle leggi, ma è dare ad ognuno ciò che gli spetta per il proprio sostentamento, con le stesse opportunità per tutti, senza distinzioni, senza divisioni.

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