2Corinzi 3,15-4,1.3-6 con il commento di Maria Angela Magnani



Dalla seconda lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi
2Cor 3,15-4,1.3-6 

Testo del brano
Fratelli, fino ad oggi, quando si legge Mosè, un velo è steso sul cuore dei figli d’Israele; ma quando vi sarà la conversione al Signore, il velo sarà tolto. Il Signore è lo Spirito e, dove c’è lo Spirito del Signore, c’è libertà. E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore. Perciò, avendo questo ministero, secondo la misericordia che ci è stata accordata, non ci perdiamo d’animo. E se il nostro Vangelo rimane velato, lo è in coloro che si perdono: in loro, increduli, il dio di questo mondo ha accecato la mente, perché non vedano lo splendore del glorioso vangelo di Cristo, che è immagine di Dio. Noi infatti non annunciamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore: quanto a noi, siamo i vostri servitori a causa di Gesù. E Dio, che disse: «Rifulga la luce dalle tenebre», rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria di Dio sul volto di Cristo.

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Spence. Hovering Thoughts. Diritti Creative Commons

Meditazione
Maria Angela Magnani

Meditazione
Paolo, apostolo per conversione (Saulo in ebraico significa “desiderato”, “chiamato”, o anche “offerto”), ci invita a leggere e a riflettere sulle Scritture, non con la sola razionalità, ma con il cuore aperto a ricevere gli svelamenti di un mistero altrimenti insondabile. Con lo stile fermo e deciso che gli è proprio, l’autore della Lettera rimanda ad un duplice atto di lettura: ci si può cioè riferire alla sola “lettera”, oppure lasciarsi raggiungere dallo “Spirito”. Nel primo caso si rischia di voler trovare una morale e di fare i moralisti; prevale l’immagine dei «sepolcri imbiancati»: belli da vedersi ma all’interno pieni di ogni putridume; leggono, sì, Mosè e applicano ogni norma, ma tutto ciò resta una pratica esteriore, vuota e sterile. Nel secondo caso, quando cioè si lascia allo Spirito la signoria della propria vita, la lettura diviene un vero e proprio andirivieni tra le parole e la realtà simbolica da esse mostrata. Insomma assume le caratteristiche di un’esperienza viva e trasformativa di vera libertà. Chi più di Paolo può essere testimone credibile dello svelamento e della conversione al Signore? La sua vicenda personale lo porta, da lettore e studioso zelante della Torah, a essere testimonianza vivente della rivelazione di Cristo nella e sulla sua stessa carne. La sua “folgorazione” ha irradiato fede e ispirato artisti di ogni genere. Leggendo l’episodio rivoluzionario descritto con dovizia di particolari negli Atti degli Apostoli e riflettendo sull’evento sconvolgente della vita di Paolo, l’immaginazione si aggancia immediatamente al quadro di Caravaggio, “l’altro” Michelangelo. Quel cambio di sguardo, che mostra i fatti da un’altra prospettiva, quei colori a tinte forti e soprattutto la luce che risplende potente: immagine della rivelazione che ha stravolto la vita di Saulo e della illuminazione che rende ancora più oscure le tenebre! Una metanoia dell’intera umanità: l’evento di Damasco ha forgiato il cristianesimo e cambiato le nostre esistenze per sempre! Grazie al passaggio dalla cecità di Saulo alla conversione di Paolo ora vediamo tutti più chiaramente la gloria di Dio sul volto di Cristo. L’immagine divina si mostra inalterabile nel Figlio e si riflette, per l’opera instancabile dello Spirito, in ognuno/a di noi, se non saremo troppo ciechi per vederla. Se permetteremo cioè alla luce di dissolvere, come in Paolo, le tenebre dell’egoismo, della paura e del sospetto, facendo spazio all’unica, vera essenza della libertà: quella della fede!

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