Efesini 6,1-9 con il commento di Stefano Gazzoni



Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
Ef 6,1-9

Testo del brano
Figli, obbedite ai vostri genitori nel Signore, perché questo è giusto. «Onora tuo padre e tua madre!». Questo è il primo comandamento che è accompagnato da una promessa: «perché tu sia felice e goda di una lunga vita sulla terra». E voi, padri, non esasperate i vostri figli, ma fateli crescere nella disciplina e negli insegnamenti del Signore. Schiavi, obbedite ai vostri padroni terreni con rispetto e timore, nella semplicità del vostro cuore, come a Cristo, non servendo per farvi vedere, come fa chi vuole piacere agli uomini, ma come servi di Cristo, facendo di cuore la volontà di Dio, prestando servizio volentieri, come chi serve il Signore e non gli uomini. Voi sapete infatti che ciascuno, sia schiavo che libero, riceverà dal Signore secondo quello che avrà fatto di bene. Anche voi, padroni, comportatevi allo stesso modo verso di loro, mettendo da parte le minacce, sapendo che il Signore, loro e vostro, è nei cieli e in lui non vi è preferenza di persone.
 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Facile di Kevin MacLeod è un brano autorizzato da Creative Commons Attribution (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/)
Fonte: http://incompetech.com/music/royalty-free/index.html?isrc=USUAN1100858
Artista: http://incompetech.com/

Meditazione
Stefano Gazzoni

Meditazione
Nell’ambito della famosa domanda “da dove veniamo”, qualche volta mi sono chiesto se i miei genitori me li fossi scelti io o se mi fossero stati assegnati per una volontà diversa; ma questo comporterebbe l’immaginarmi una coscienza pre-nascita e il discorso diventerebbe complicato e misterioso. Fatto sta che i miei genitori, al di là che me li sia scelti o meno, mi hanno accolto così come sono e hanno fatto tutto quello che era nelle loro capacità per farmi crescere in un ambiente che mi permettesse di avere l’attuale ricchezza, intesa in termini educativi e spirituali. Credo che ogni figlio abbia il diritto di crescere con dei genitori educati a educare, che desiderino lo sviluppo del proprio figlio secondo le proprie reali caratteristiche, senza proiettarvi le frustrazioni di ciò che non sono potuti diventare. Credo anche che ogni figlio debba onorare il padre e la madre, ma credo anche che ogni figlio abbia il dovere di essere critico nei confronti dei genitori. Sto parlando di una critica costruttiva, fondata sul dialogo e non sullo scontro, che possa crescere ed evolversi nel tempo, che scongiuri il senso di sottomissione passiva al genitore e promuova una comunione famigliare da cui genitori e figli possano imparare e crescere. Riguardo la seconda parte (6,5-9), nel nostro mondo occidentale, ufficialmente, la schiavitù non esiste più, anche se secondo me ha assunto solo forme più subdole e difficili da identificare. Una di queste può essere offerta dal proprio lavoro, che può trasformarsi in una gabbia che ti isola dal mondo e soprattutto dalla tua famiglia. Quindi l’invito di Paolo è ancora attuale perché ci suggerisce di fare quello che facciamo, non per compiacere gli uomini (e quindi anche noi stessi), ma Dio. Quindi tutto riacquista la giusta dimensione, ogni cosa va al suo posto e ritorna equilibrio nella nostra esistenza. E per finire, l’invito alla santità: riceveremo dal Signore in funzione del bene che avremo dato. Non dobbiamo essere buoni e bravi, dobbiamo essere santi.

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