Filippesi 3,3-8a con il commento di Tiziana Sensoli



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi
Fil 3,3-8a

Testo del brano
Fratelli, i veri circoncisi siamo noi, che celebriamo il culto mossi dallo Spirito di Dio e ci vantiamo in Cristo Gesù senza porre fiducia nella carne, sebbene anche in essa io possa confidare. Se qualcuno ritiene di poter avere fiducia nella carne, io più di lui: circonciso all’età di otto giorni, della stirpe d’Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo figlio di Ebrei; quanto alla Legge, fariseo; quanto allo zelo, persecutore della Chiesa; quanto alla giustizia che deriva dall’osservanza della Legge, irreprensibile. Ma queste cose, che per me erano guadagni, io le ho considerate una perdita a motivo di Cristo. Anzi, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore.

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
W.A.Mozart. Piano sonata no.16 "Facile", K 545. II Andante. Diritti Creative Commons. Musopen.org

Meditazione
Tiziana Sensoli

Meditazione
Paolo ripercorre qui un pezzo della sua vita passata, quella prima della sua conversione, da ebreo ligio alle prescrizioni della Legge e feroce persecutore dei cristiani. Il tutto è legato alla circoncisione, quel “segno” nella carne che dice un’appartenenza alla stirpe eletta, al popolo ebreo. Poi però è avvenuto quell’incontro con Gesù, il Risorto, che ha radicalmente cambiato la sua vita, e da allora è diventato non solo cristiano a tutti gli effetti, ma l’Apostolo annunciatore del Vangelo, pur restando comunque circonciso. Come poteva convivere la circoncisione, segno di appartenenza al popolo ebreo, con l’essere “circoncisi nello Spirito”, e celebrare il culto mossi dallo Spirito di Dio? È vero che la circoncisione è una questione “di carne”, ma l’essere cristiani porta ad andare oltre. È come passare di livello, da un’incisione fisica ad una del cuore. Tutto ciò che è nella carne è visibile, ma ha anche il limite di far sentire un’appartenenza, per così dire “di forma”: diventare cristiani richiede invece il passaggio ad un sentire un’appartenenza che non è solo nella carne, e non è più legata a precetti da seguire, è un’appartenenza a Dio che permea la persona in tutta la sua interezza, corpo, anima e psiche. Sembra tutto molto più celato, ma gli effetti di questo movimento dello Spirito si amplificano notevolmente all’interno della nostra vita, e portano effetti visibili. I primi sono le nostre relazioni, da quelle più vicine a quelle più lontane, fino alla nostra relazione con Dio, il nostro stare nella vita di tutti i giorni e nel mondo che ci circonda, un mondo sicuramente complesso e a volte perverso. Allora lasciamoci muovere dallo Spirito per poter crescere sempre di più nella conoscenza di Cristo!

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