Filippesi 2,5-11 con il commento di Tiziana Sensoli



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi
Fil 2,5-11

Testo del brano
Fratelli, abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.
 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
W.A.Mozart. Piano sonata no.16 "Facile", K 545. II Andante. Diritti Creative Commons. Musopen.org

Meditazione
Tiziana Sensoli

Meditazione
Questo brano è uno degli inni cristologici che si possono trovare nella Liturgia delle Ore. A volte si rischia di ripeterlo quasi a memoria, senza soffermarsi troppo sul testo, che invece è densissimo e ogni parola trasuda un po’ di storia della salvezza, facendo una sintesi perfetta. Sembra di avere a che fare con un file zippato, prendendo un’immagine della nostra vita quotidiana, della vita di Gesù, ma dal momento in cui era ancora con il Padre e nel Padre. Sembra di avere davanti un tempo compresso che ripercorre in un baleno l’Antico Testamento per arrivare al compimento: Gesù Cristo il Signore. Ma in tutto questo tempo dell’universo c’è un altro tempo, quello di Gesù uomo: il suo vissuto e insieme la sua progressiva presa di consapevolezza della missione che gli era stata affidata. Essere Dio – essere uomo – per tornare ad essere Dio. Farsi servo di noi uomini, andare incontro all’umiliazione più grande, quella della morte in croce. Svuotare se stesso per riempirsi della gloria di Dio e permettere a noi uomini di chiamare Dio per nome. E poi arrivare ancora più in là, impregnare la vita e ogni realtà di Dio, cielo e terra, e far sì che ogni lingua proclami e riconosca che «Gesù Cristo è (il) Signore!». Nella catechesi del Buon Pastore, ai bambini si parla di parusia: quando Dio sarà tutto in tutte le cose e ogni giorno è un passo in più verso la parusia. In tutto questo l’uomo cosa fa? Aspetta che le cose succedano? Penso che la cosa migliore per dare il nostro contributo alla parusia sia quello di guardare Gesù, il Gesù uomo, prima del «Gesù il Signore». Anche per noi come cristiani c’è sempre un momento nella vita, o anche più di uno, in cui prendere piena consapevolezza di quello che vogliamo essere di fronte a Dio e agli uomini, e chiederci se Gesù nella nostra vita è veramente «il Signore».

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