Novena di Natale. Settimo giorno



Testo della Novena
Nel nome del Padre,
e del Figlio
e dello Spirito Santo.
Amen.

Prima lettera di Giovanni 1, 1-3
Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita, poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta.

Ascoltiamo ancora una meditazione di Padre Rupnik, una seconda parte sul tema della nascita di Gesù in una mangiatoia come luogo teologico in cui nasce Gesù.

"E' straordinaria la collocazione...dove colloca il parto, Luca. Ma poi ancora di più perché lì c'è la mangiatoia, c'è il bestiame e l'uomo dopo il peccato, e gli uomini stanno nella katalima, nella stanza, l'uomo dopo il peccato, come dice san Gregorio, è diventato come animale, cioè mangia e si procrea, no? Questa è la vita degli uomini con un destino della morte. Lì c'è proprio tutto: c'è la tomba, c'è la grotta, ci sono animali e c'è la vita dell'uomo che è questa: tra la grotta e la vita della lotta per sopravvivere, ma non c'è più niente. Si è spenta la luce nell'uomo. L'uomo ha perso la gloria, dopo sono rivestiti delle tuniche di pelle...allora qui è importantissimo...solo elenco i simboli che mette Luca che sono tutti biblici e si aprono all'infinito... c'è il mangiare perché lì c'è la mangiatoia e Betlemme significa come sappiamo la Casa del pane e questo viene messo nella mangiatoia perché il cibo. Ed è un cibo per una umanità nuova, perché Lui non è concepito come tutti gli uomini, non era un padre che lo generò, ma eternamente generato dal Padre, fu concepito dallo Spirito Santo e nato da donna. Lui rappresenta proprio il cibo per una rinascita dell'umanità, dell'umanità nuova, il nuovo Adamo, figlio del Padre celeste, un cibo che darà la vita, la vita nuova per l'uomo".

Rivolgo lo sguardo ai cieli ed attendo il Signore

O Re delle Genti,
da loro bramato,
e pietra angolare,
che riunisci tutti in uno:
vieni, e salva l'uomo,
che hai plasmato dal fango.

Ave Maria, piena di grazia
Il Signore è con te
Tu sei benedetta tra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno Gesù
Santa Maria, madre di Dio
prega per noi peccatori
Adesso e nell'ora della nostra morte.
Amen.

Rivolgo lo sguardo ai cieli ed attendo il Signore

A conclusione ascoltiamo la musica di Bach dall'Oratorio di Natale", per elaborare la nostra preghiera.

Ora potete cercare di spaventarmi, superbi nemici;
ma quale paura potreste mai vegliare in me?
Il mio tesoro, il mio rifugio è qui presso di me.
Assumete pure un aspetto tanto feroce,
cercate pure d'indurmi tutto intero all'errore,
guardate però! il mio Salvatore abita in me.

Nun mögt ihr stolzen Feinde schrecken;
was könnt ihr mir für Furcht erwecken?
Mein Schatz, mein Hort ist hier bei mir.
Ihr mögt euch noch so grimmig stellen,
droht nur, mich ganz und gar zu fällen,
doch seht! mein Heiland wohnet hier.

 

 

 

Recita
Don Franco Mastrolonardo, Paola Ragni, Gennj Fabbrucci, padre Marko I. Rupnik, Emma (8 anni)

Canta
Susanna Rossi

Musica
J.S.Bach. Christmas Oratorio, BWV 248 - "Nun mögt ihr stolzen Feinde schrecken". Diritti Creative Commons

La Novena di Natale
Non è una preghiera ufficiale della Chiesa ma rientra tra le pie pratiche popolari. Si celebra nei nove giorni precedenti la solennità del Natale, dal 16 al 24 dicembre. Comprende vari testi che vogliono aiutare i fedeli a prepararsi spiritualmente alla nascita di Gesù. Fu eseguita per la prima volta in una casa di missionari vincenziani di Torino nel Natale del 1720, nella chiesa dell'Immacolata.

In generale, le novene sono celebrazioni popolari che nell'arco dei secoli hanno affiancato le "liturgie ufficiali". Esse sono annoverate nel grande elenco dei "pii esercizi". «I pii esercizi», afferma J. Castellano, «si sono sviluppati nella pietà occidentale del Medioevo e dell'epoca moderna per coltivare il senso della fede e della devozione verso il Signore, la Vergine, i santi, in un momento in cui il popolo rimaneva lontano dalle sorgenti della Bibbia e della liturgia o in cui, comunque, queste sorgenti rimanevano chiuse e non nutrivano la vita del popolo cristiano».

Le antifone maggiori dell'Avvento (o anche antifone O, perché cominciano tutte con il vocativo "O") sono sette antifone latine proprie della Liturgia delle Ore secondo il rito romano. Vengono cantate come antifone del Magnificat nei vespri e come versetto alleluiatico del Vangelo nella Messa delle ferie maggiori dell'Avvento, dal 17 al 23 dicembre.
Anche il rito ambrosiano le ha introdotte nella propria liturgia, durante la "commemorazione del Battesimo" alla sera di questi stessi giorni precedenti il Natale (in ambrosiano, feriae de Exceptato, ferie dell'Accolto).
La loro origine è sconosciuta, ma Boezio le menziona già nel sesto secolo a Roma. Spesso sono state musicate. I sostantivi con cui ogni antifona si apre hanno origine nella Bibbia e sono utilizzati come titoli di Gesù Cristo. È stato osservato fin dal Medioevo che le lettere iniziali di questi stessi sostantivi, lette partendo dall'ultima antifona, formano la frase latina ero cras, cioè "Domani sarò qui", una espressione che sottolinea il carattere di attesa proprio dell'Avvento.

 

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