Novena di Natale. Sesto giorno



Testo della Novena
Nel nome del Padre,
e del Figlio
e dello Spirito Santo.
Amen.

Prima lettera di Giovanni 1, 1-3
Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita, poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta.

Oggi ascoltiamo Padre Rupnik che ci introduce sul tema della nascita di Gesù in una mangiatoia.

"Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo avvolse in una mangiatoia, a motivo perchè lì non c'era posto nella stanza. Katalimati, nella stanza. Mentre si trovavano in quel luogo... non è vero, noi ci siamo creati questa immagine che questi due arrivano in corsa con qualche asinello, all'ultimo momento per farsi censire ma adesso lei deve partorire, vanno in albergo: è tutto pieno perché tutti sono andati là... e vanno in una grotta. Noi ci siamo creati questa immagine per la tradizione che ci è giunta ma di per sé era molto logico perché si trattava di un parto normalissimo, come tutte le donne partoriscono, però lei non ha sofferto da figlia di Eva. Ma di questo non si è reso conto nessuno. Tornando a questa Katalima, questa stanza, che come insegna iconografia ebraica c'era questa abitazione di fronte alla grotta. Dentro la grotta c'erano gli animali e allora la gente viveva in questa Katalima, questa stanza e lì non c'era posto per un parto perché c'erano uomini e uomini è meglio che non sono presenti, poi c'erano bambini, non è il caso... e poi c'era la religione: una donna partoriente è impura. Allora devono uscire tutti poi, nessuno può dormire più lì dentro, perché la casa è impura, perché la donna ha partorito. Allora hanno spostato la coppia, dove? Verso la grotta ma questo è straordinario perché Luca permette una marea di cose che si aprono, perché Luca colloca il parto...dove? Sulla soglia della grotta, la terra, Adamo "dalla terra" e tornerà alla terra. La grotta... vi ricordate tutti il discorso degli inferi, della bocca della terra. Infatti Cristo entrerà..... adesso lasciamo perché sarebbe troppo lungo... ma è molto curioso perché il parto è verginale, Lui non entra nel mondo per la porta attraverso quale entrata della Vergine, dicevano i Padri e così entrerà nella tomba e non uscirà da quella porta. Allora questa collocazione è formidabile perché immediatamente unisce Natale e Pasqua".

Rivolgo lo sguardo ai cieli ed attendo il Signore

O Oriente,
splendore di luce eterna,
e sole di giustizia:
vieni ed illumina
chi è nelle tenebre,
e nell'ombra della morte.

Ave Maria, piena di grazia
Il Signore è con te
Tu sei benedetta tra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno Gesù
Santa Maria, madre di Dio
prega per noi peccatori
Adesso e nell'ora della nostra morte.
Amen.

Rivolgo lo sguardo ai cieli ed attendo il Signore

A conclusione ascoltiamo la musica di Bach dall'Oratorio di Natale", per elaborare la nostra preghiera.

Illumina anche i cupi miei sensi,
illumina il mio cuore
con lo splendore dei Tuoi raggi!
La Tua parola sia per me la più luminosa candela
in tutte le mie azioni;
fa che la mia anima sia al riparo dal male.

Erleucht auch meine finstre Sinnen,
erleuchte mein Herze
durch der Strahlen klaren Schein!
Dein Wort soll mir die hellste Kerze
in allen meinen Werken sein;
dies lasset die Seele nichts Böses beginnen.

 

 

Recita
Don Franco Mastrolonardo, Paola Ragni, Gennj Fabbrucci, padre Marko I. Rupnik, Emma (8 anni)

Canta
Susanna Rossi

Musica
J.S.Bach. Christmas Oratorio, BWV 248 - "Erleucht auch meine finstre Sinnen". Diritti Creative Commons

La Novena di Natale
Non è una preghiera ufficiale della Chiesa ma rientra tra le pie pratiche popolari. Si celebra nei nove giorni precedenti la solennità del Natale, dal 16 al 24 dicembre. Comprende vari testi che vogliono aiutare i fedeli a prepararsi spiritualmente alla nascita di Gesù. Fu eseguita per la prima volta in una casa di missionari vincenziani di Torino nel Natale del 1720, nella chiesa dell'Immacolata.

In generale, le novene sono celebrazioni popolari che nell'arco dei secoli hanno affiancato le "liturgie ufficiali". Esse sono annoverate nel grande elenco dei "pii esercizi". «I pii esercizi», afferma J. Castellano, «si sono sviluppati nella pietà occidentale del Medioevo e dell'epoca moderna per coltivare il senso della fede e della devozione verso il Signore, la Vergine, i santi, in un momento in cui il popolo rimaneva lontano dalle sorgenti della Bibbia e della liturgia o in cui, comunque, queste sorgenti rimanevano chiuse e non nutrivano la vita del popolo cristiano».

Le antifone maggiori dell'Avvento (o anche antifone O, perché cominciano tutte con il vocativo "O") sono sette antifone latine proprie della Liturgia delle Ore secondo il rito romano. Vengono cantate come antifone del Magnificat nei vespri e come versetto alleluiatico del Vangelo nella Messa delle ferie maggiori dell'Avvento, dal 17 al 23 dicembre.
Anche il rito ambrosiano le ha introdotte nella propria liturgia, durante la "commemorazione del Battesimo" alla sera di questi stessi giorni precedenti il Natale (in ambrosiano, feriae de Exceptato, ferie dell'Accolto).
La loro origine è sconosciuta, ma Boezio le menziona già nel sesto secolo a Roma. Spesso sono state musicate. I sostantivi con cui ogni antifona si apre hanno origine nella Bibbia e sono utilizzati come titoli di Gesù Cristo. È stato osservato fin dal Medioevo che le lettere iniziali di questi stessi sostantivi, lette partendo dall'ultima antifona, formano la frase latina ero cras, cioè "Domani sarò qui", una espressione che sottolinea il carattere di attesa proprio dell'Avvento.

 

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