Novena di Natale. Quinto giorno



Testo della Novena
Nel nome del Padre,
e del Figlio
e dello Spirito Santo.
Amen.

Prima lettera di Giovanni 1, 1-3
Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita, poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta.

L’incarnazione di Dio è Gesù Cristo con il quale ogni giorno devo confrontarmi.
Ascoltiamo don Oreste Benzi.

"Cristo Signore è vivo, è incarnato, è l'oggi di Dio, è qui presente, e io sono in Lui. Lui è la radice, Lui è il tronco, io sono il tralcio, mi pota e mi dice che se rimango in lui porto molto frutto, mi dice che senza di Lui non posso fare niente. Ma perché faccio tante storie, allora? Ma dai! perché mi piango addosso in una solitudine senza fine? Il Signore mi dice: Sono Io! Es 15, 26: "Sono io il Signore, il Signore che ti guarisce, sono io che ti guarisco da tutte le tue malattie". Credi tu che lo possa fare? Sì Signore!, sia fatto secondo la tua fede; questa è l'Incarnazione! In questa luce di Cristo incarnato oggi, tutto cambia".

Rivolgo lo sguardo ai cieli ed attendo il Signore

O Chiave di David,
e scettro della casa di Israele,
che apri e nessuno chiude,
chiudi e nessuno apre:
vieni e libera lo schiavo dal carcere,
che è nelle tenebre,
e nell'ombra della morte.

Ave Maria, piena di grazia
Il Signore è con te
Tu sei benedetta tra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno Gesù
Santa Maria, madre di Dio
prega per noi peccatori
Adesso e nell'ora della nostra morte.
Amen.

Rivolgo lo sguardo ai cieli ed attendo il Signore

La musica di Bach continua ad affinare la nostra Novena di Natale. Gustiamo oggi l’Aria per Soprano sempre dall’Oratorio di natale di Bach.

Mio Salvatore, potrà il tuo nome
instillare anche il più piccolo seme
di quel terribile terrore?
No, sei Tu stesso a dire no.
Dovrei dunque io temere la morte?
No, la dolce Tua parola è qui!
Dovrei dunque rallegrarmi?
Sì, mio salvatore, sei Tu stesso a dire sì.

Flößt, mein Heiland, flößt dein Namen
auch den allerkleinsten Samen
jenes strengen Schreckens ein?
Nein, du sagst ja selber nein!
Sollt ich nun das Sterben scheuen?
Nein, dein süßes Wort ist da!
Oder sollt ich mich erfreuen?
Ja, du Heiland sprichst selbst ja!

 

 

Recita
Don Franco Mastrolonardo, Paola Ragni, Gennj Fabbrucci, don Oreste Benzi, Emma (8 anni)

Canta
Susanna Rossi

Musica
J.S.Bach. Christmas Oratorio, BWV 248 - "Flößt, mein Heiland, flößt dein Namen". Diritti Creative Commons

La Novena di Natale
Non è una preghiera ufficiale della Chiesa ma rientra tra le pie pratiche popolari. Si celebra nei nove giorni precedenti la solennità del Natale, dal 16 al 24 dicembre. Comprende vari testi che vogliono aiutare i fedeli a prepararsi spiritualmente alla nascita di Gesù. Fu eseguita per la prima volta in una casa di missionari vincenziani di Torino nel Natale del 1720, nella chiesa dell'Immacolata.

In generale, le novene sono celebrazioni popolari che nell'arco dei secoli hanno affiancato le "liturgie ufficiali". Esse sono annoverate nel grande elenco dei "pii esercizi". «I pii esercizi», afferma J. Castellano, «si sono sviluppati nella pietà occidentale del Medioevo e dell'epoca moderna per coltivare il senso della fede e della devozione verso il Signore, la Vergine, i santi, in un momento in cui il popolo rimaneva lontano dalle sorgenti della Bibbia e della liturgia o in cui, comunque, queste sorgenti rimanevano chiuse e non nutrivano la vita del popolo cristiano».

Le antifone maggiori dell'Avvento (o anche antifone O, perché cominciano tutte con il vocativo "O") sono sette antifone latine proprie della Liturgia delle Ore secondo il rito romano. Vengono cantate come antifone del Magnificat nei vespri e come versetto alleluiatico del Vangelo nella Messa delle ferie maggiori dell'Avvento, dal 17 al 23 dicembre.
Anche il rito ambrosiano le ha introdotte nella propria liturgia, durante la "commemorazione del Battesimo" alla sera di questi stessi giorni precedenti il Natale (in ambrosiano, feriae de Exceptato, ferie dell'Accolto).
La loro origine è sconosciuta, ma Boezio le menziona già nel sesto secolo a Roma. Spesso sono state musicate. I sostantivi con cui ogni antifona si apre hanno origine nella Bibbia e sono utilizzati come titoli di Gesù Cristo. È stato osservato fin dal Medioevo che le lettere iniziali di questi stessi sostantivi, lette partendo dall'ultima antifona, formano la frase latina ero cras, cioè "Domani sarò qui", una espressione che sottolinea il carattere di attesa proprio dell'Avvento.

 

Scarica la nostra App su