Novena di Natale. Secondo giorno



Testo della Novena
Nel nome del Padre,
e del Figlio
e dello Spirito Santo.
Amen.

Prima lettera di Giovanni 1, 1-3
Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita, poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta.

L’Incarnazione di Dio è qualcosa che ci riguarda personalmente. Ascoltiamo il nostro carissimo don Oreste Benzi.

"Questa comunione con Lui porta Paolo a dire che se io ho conosciuto Cristo secondo la carne ora Lo conosco solo nella fede, cioè Lo conosco, Lo posseggo come è adesso, in questo momento. Questo è il nostro Natale, questo è Cristo incarnato, cioè Cristo è l'attualizzazione stessa della storia. Noi siamo profondamente uniti a Lui, come dice Gesù al cap.15 del Vangelo di Giovanni, ma siamo uniti a Lui incarnato, incarnato in questo momento. Scusate che vi demolisco quasi, in un certo senso, perché vi dico che la nascita storica è solo emozionanante, perché poi quella nascita la immaginiamo nella nostra testa, perché non è certamente avvenuta come la pensiamo noi...siamo stati fermati alla capannina di Betlemme, ai fuochi, alla neve...in Brasile un caldo come quest'anno non l'hanno mai avuto, fanno fatica a mettere la neve. Voglio dire che quella nascita non c'è più, esiste il Cristo già nato, vivente che è con noi. E' questo Cristo che chiede adesso di incarnarsi (ecco il secondo punto) dentro di noi, o meglio di accorgerci che Lui è incarnato e di lasciarlo vivere incarnato dentro di noi".

Rivolgo lo sguardo ai cieli ed attendo il Signore!

O Adonai,
il condottiero di Israele
che sei apparso a Mosé tra le fiamme
e sul Sinai gli donasti la legge
redimerci col Tuo braccio potente.

Ave Maria,
piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, madre di Dio
prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte.
Amen.

Rivolgo lo sguardo ai cieli ed attendo il Signore!

Lasciamo elaborare i contenuti della catechesi dalla musica di Bach con questa Aria per tenore dall’Oratorio di Natale

Pastori esultanti, affrettatevi, o affrettatevi
non attardatevi troppo,
affrettatevi a contemplare l'amabile fanciullo!
Andate, la gioia è davvero troppo bella,
cercate di ottenere la grazia,
andate e rinfrescate cuore e spirito!

Frohe Hirten, eilt, ach eilet,
Eh ihr euch zu lang verweilet,
Eilt, das holde Kind zu sehn!
Geht, die Freude heißt zu schön,
Sucht die Anmut zu gewinnen,
Geht und labet Herz und Sinnen!

 

 

Recita
Don Franco Mastrolonardo, Paola Ragni, Gennj Fabbrucci, don Oreste Benzi, Emma (8 anni)

Canta
Susanna Rossi

Musica 
J.S.Bach. Christmas Oratorio, BWV 248 - "Frohe Hirten, eilt, ach eilet". Diritti Creative Commons

La Novena di Natale
Non è una preghiera ufficiale della Chiesa ma rientra tra le pie pratiche popolari. Si celebra nei nove giorni precedenti la solennità del Natale, dal 16 al 24 dicembre. Comprende vari testi che vogliono aiutare i fedeli a prepararsi spiritualmente alla nascita di Gesù. Fu eseguita per la prima volta in una casa di missionari vincenziani di Torino nel Natale del 1720, nella chiesa dell'Immacolata.

In generale, le novene sono celebrazioni popolari che nell'arco dei secoli hanno affiancato le "liturgie ufficiali". Esse sono annoverate nel grande elenco dei "pii esercizi". «I pii esercizi», afferma J. Castellano, «si sono sviluppati nella pietà occidentale del Medioevo e dell'epoca moderna per coltivare il senso della fede e della devozione verso il Signore, la Vergine, i santi, in un momento in cui il popolo rimaneva lontano dalle sorgenti della Bibbia e della liturgia o in cui, comunque, queste sorgenti rimanevano chiuse e non nutrivano la vita del popolo cristiano».

Le antifone maggiori dell'Avvento (o anche antifone O, perché cominciano tutte con il vocativo "O") sono sette antifone latine proprie della Liturgia delle Ore secondo il rito romano. Vengono cantate come antifone del Magnificat nei vespri e come versetto alleluiatico del Vangelo nella Messa delle ferie maggiori dell'Avvento, dal 17 al 23 dicembre.
Anche il rito ambrosiano le ha introdotte nella propria liturgia, durante la "commemorazione del Battesimo" alla sera di questi stessi giorni precedenti il Natale (in ambrosiano, feriae de Exceptato, ferie dell'Accolto).
La loro origine è sconosciuta, ma Boezio le menziona già nel sesto secolo a Roma. Spesso sono state musicate. I sostantivi con cui ogni antifona si apre hanno origine nella Bibbia e sono utilizzati come titoli di Gesù Cristo. È stato osservato fin dal Medioevo che le lettere iniziali di questi stessi sostantivi, lette partendo dall'ultima antifona, formano la frase latina ero cras, cioè "Domani sarò qui", una espressione che sottolinea il carattere di attesa proprio dell'Avvento.

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