Novena di Natale. Terzo giorno



Testo della Novena
Nel nome del Padre,
e del Figlio
e dello Spirito Santo.
Amen.

Prima lettera di Giovanni 1, 1-3
Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita, poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta.

L’incarnazione di Dio è Gesù Cristo con il quale ogni giorno devo confrontarmi. Ascoltiamo don Oreste Benzi.

"Io ho a che fare con Lui: "Rimanete in me; io sono la vite, voi i tralci, chi rimane in me e io in lui fa molto frutto", ma con Lui incarnato che ha questi sentimenti, che te li passa dentro; che ha quel modo di vedere le cose e te lo passa dentro di te; con Lui che ha quegli interessi e te li passa dentro di te, con Lui che ha "quel fegato" di attaccare l'ipocrita che si difende nascondendosi, e lotta anche direttamente. Tu fai molto frutto se rimani con Lui, con Lui che ti scruta continuamente, che ti cammina a fianco; è il Cristo incarnato! Colui che di fronte a Lazzaro si mette a piangere e non la finisce più, quel Cristo che piange: è incarnato! E' Lui! Gesù! Tu hai a che fare con Lui! Lui si incarna così dentro di te, adesso però! perché Lui è vivo e tu sei vivo! Si incarna! Non è il ricordo di uno studio storico; questo è importante, fa scienza, ma sta attento che non fa vita. Cristo invece continuamente dice: Io mi incarno in te.
Se andate fino in fondo in questo dialogo vitale, vedrete come superate i momenti grossi di crisi, perché sappiate che la crisi avviene sempre in una profonda solitudine, ma sappiate che non ci sarà mai una persona umana che coprirà la vostra solitudine. Queste parole sono di don Oreste e non c'entra niente con la Parola di Dio; è il mio pensiero quello che nessun cuore di uomo potrà essere mai soddisfatto dal cuore di una donna, e il cuore di una donna da quello di un uomo. Invece, tutti e due saranno un'unità vivente, proprio perché tutti e due sono ripieni di Dio, ma non di un Dio astratto, campato per aria. Il Dio per noi è Cristo e non c'è altro al di fuori di Lui. E' Cristo Gesù; così uomo che tante volte ci stupisce è lui l'incarnato di oggi, per cui io mi specchio non con uno che era, ma con uno che è; non con un esempio storico, ma con uno che è vita".

Rivolgo lo sguardo ai cieli ed attendo il Signore

O Radice di Jesse,
che sei un segno per i popoli,
innanzi a te i re della terra non parlano,
e le nazioni ti acclamano:
vieni e liberaci,
non fare tardi.

Ave Maria, piena di grazia
Il Signore è con te
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del seno tuo Gesù
Santa Maria, madre di Dio
prega per noi peccatori
Adesso e nell'ora della nostra morte.
Amen.

Meditare la preghiera ascoltando musica è possibile. Specie se la musica è di Johann Sebastian Bach.

Re del cielo, ascolta le nostre preghiere,
accetta i nostri canti flebili,
quando la tua Sion ti esalta con salmi.
Ascolta la preghiera trionfante dei nostri cuore,
quando noi rivolgiamo a te i nostri omaggi,
perché noi vogliamo esser sicuri della nostra salvezza.

Herrscher des Himmels, erhöre das Lallen,
Laß dir die matten Gesänge gefallen,
Wenn dich dein Zion mit Psalmen erhöht.
Höre der Herzen frohlockendes Preisen,
Wenn wir dir itzo die Ehrfurcht erweisen,
Weil unsre Wohlfahrt befestiget steht.

 

Recita
Don Franco Mastrolonardo, Paola Ragni, Gennj Fabbrucci, don Oreste Benzi, Emma (8 anni)

Canta
Susanna Rossi

Musica 
J.S.Bach. Christmas Oratorio, BWV 248 - "Herrscher des Himmels, erhöre das Lallen". Diritti Creative Commons

La Novena di Natale
Non è una preghiera ufficiale della Chiesa ma rientra tra le pie pratiche popolari. Si celebra nei nove giorni precedenti la solennità del Natale, dal 16 al 24 dicembre. Comprende vari testi che vogliono aiutare i fedeli a prepararsi spiritualmente alla nascita di Gesù. Fu eseguita per la prima volta in una casa di missionari vincenziani di Torino nel Natale del 1720, nella chiesa dell'Immacolata.

In generale, le novene sono celebrazioni popolari che nell'arco dei secoli hanno affiancato le "liturgie ufficiali". Esse sono annoverate nel grande elenco dei "pii esercizi". «I pii esercizi», afferma J. Castellano, «si sono sviluppati nella pietà occidentale del Medioevo e dell'epoca moderna per coltivare il senso della fede e della devozione verso il Signore, la Vergine, i santi, in un momento in cui il popolo rimaneva lontano dalle sorgenti della Bibbia e della liturgia o in cui, comunque, queste sorgenti rimanevano chiuse e non nutrivano la vita del popolo cristiano».

Le antifone maggiori dell'Avvento (o anche antifone O, perché cominciano tutte con il vocativo "O") sono sette antifone latine proprie della Liturgia delle Ore secondo il rito romano. Vengono cantate come antifone del Magnificat nei vespri e come versetto alleluiatico del Vangelo nella Messa delle ferie maggiori dell'Avvento, dal 17 al 23 dicembre.
Anche il rito ambrosiano le ha introdotte nella propria liturgia, durante la "commemorazione del Battesimo" alla sera di questi stessi giorni precedenti il Natale (in ambrosiano, feriae de Exceptato, ferie dell'Accolto).
La loro origine è sconosciuta, ma Boezio le menziona già nel sesto secolo a Roma. Spesso sono state musicate. I sostantivi con cui ogni antifona si apre hanno origine nella Bibbia e sono utilizzati come titoli di Gesù Cristo. È stato osservato fin dal Medioevo che le lettere iniziali di questi stessi sostantivi, lette partendo dall'ultima antifona, formano la frase latina ero cras, cioè "Domani sarò qui", una espressione che sottolinea il carattere di attesa proprio dell'Avvento.

 

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