Novena di Natale. Quarto giorno



Testo della Novena
Nel nome del Padre,
e del Figlio
e dello Spirito Santo.
Amen.

Prima lettera di Giovanni 1, 1-3
Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita, poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta.

L’incarnazione di Dio si visibilizza oggi nella gioia della relazione con Gesù Cristo. Sentiamo la voce di don Oreste Benzi

"Rimanete nel mio amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena". Un segno che accompagna l'Incarnazione è la gioia. D'altra parte la gioia, psicologicamente, che cos'è? Non è altro che il segno visibile che le cose stanno andando bene, ma stanno andando bene secondo il mondo in maniera rovesciata. E' Paolo che dice: "Io sovrabbondo di gioia in ogni mia tribolazione". Anche gli apostoli bastonati erano contenti, perché li bastonavano per Cristo Gesù. E' Cristo Gesù vivo! Quando tutta la comunità vivrà così in Cristo, vedrete che roba bella; quando vi incontrerete non finirete più di parlare di Cristo e parlando di Lui vi troverete immediatamente in mezzo alla vita degli ultimi.
Chiedevo ad una vecchietta: "Vuol bene al Signore? E lei mi ha detto: "Purtroppo ho questo vizio!". Le ho detto: "Brava, continui ad avere questo vizio". Perché, ci si deve vergognare a dire che si vuol bene a Gesù? Io non capisco! un bimbo che vuol bene alla sua mamma si deve vergognare? Si deve vergognare se non glielo dice! Come una moglie dice a suo marito: "Cominci ad essere un po’ vecchiotto , ma ti voglio un bene che mai", e lui risponde: "Sei un po’ bruttaccia, ma sei ancora bella". Non so le vergini, da chi se lo fanno dire questo? Da Gesù! Però è bellissimo!"

Rivolgo lo sguardo ai cieli ed attendo il Signore

O Radice di Jesse,
che sei un segno per i popoli,
innanzi a te i re della terra non parlano,
e le nazioni ti acclamano:
vieni e liberaci,
non fare tardi.

Ave Maria, piena di grazia
Il Signore è con te
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno Gesù
Santa Maria, madre di Dio
prega per noi peccatori
Adesso e nell'ora della nostra morte.
Amen.

Rivolgo lo sguardo ai cieli ed attendo il Signore

Facciamo calare la meditazione dalla mente al cuore attraverso questo brano musicale dall’oratorio di Natale di Bach. E’ un' aria duettata da un soprano e da un basso

O Signore, la tua compassione, la tua misericordia
ci conforta e ci rende liberi.
E' la tua grazia, il tuo amore,
il tuo sentimento meraviglioso
a rinnovare
la tua fedeltà al Padre.

Herr, dein Mitleid, dein Erbarmen
Tröstet uns und macht uns frei.
Deine holde Gunst und Liebe,
Deine wundersamen Triebe
Machen deine Vatertreu
Wieder neu.

 

 

Recita
Don Franco Mastrolonardo, Paola Ragni, Gennj Fabbrucci, don Oreste Benzi, Emma (8 anni)

Canta
Susanna Rossi

Musica 
J.S.Bach. Christmas Oratorio, BWV 248 - "Herr, dein Mitleid, dein Erbarmen". Diritti Creative Commons

La Novena di Natale
Non è una preghiera ufficiale della Chiesa ma rientra tra le pie pratiche popolari. Si celebra nei nove giorni precedenti la solennità del Natale, dal 16 al 24 dicembre. Comprende vari testi che vogliono aiutare i fedeli a prepararsi spiritualmente alla nascita di Gesù. Fu eseguita per la prima volta in una casa di missionari vincenziani di Torino nel Natale del 1720, nella chiesa dell'Immacolata.

In generale, le novene sono celebrazioni popolari che nell'arco dei secoli hanno affiancato le "liturgie ufficiali". Esse sono annoverate nel grande elenco dei "pii esercizi". «I pii esercizi», afferma J. Castellano, «si sono sviluppati nella pietà occidentale del Medioevo e dell'epoca moderna per coltivare il senso della fede e della devozione verso il Signore, la Vergine, i santi, in un momento in cui il popolo rimaneva lontano dalle sorgenti della Bibbia e della liturgia o in cui, comunque, queste sorgenti rimanevano chiuse e non nutrivano la vita del popolo cristiano».

Le antifone maggiori dell'Avvento (o anche antifone O, perché cominciano tutte con il vocativo "O") sono sette antifone latine proprie della Liturgia delle Ore secondo il rito romano. Vengono cantate come antifone del Magnificat nei vespri e come versetto alleluiatico del Vangelo nella Messa delle ferie maggiori dell'Avvento, dal 17 al 23 dicembre.
Anche il rito ambrosiano le ha introdotte nella propria liturgia, durante la "commemorazione del Battesimo" alla sera di questi stessi giorni precedenti il Natale (in ambrosiano, feriae de Exceptato, ferie dell'Accolto).
La loro origine è sconosciuta, ma Boezio le menziona già nel sesto secolo a Roma. Spesso sono state musicate. I sostantivi con cui ogni antifona si apre hanno origine nella Bibbia e sono utilizzati come titoli di Gesù Cristo. È stato osservato fin dal Medioevo che le lettere iniziali di questi stessi sostantivi, lette partendo dall'ultima antifona, formano la frase latina ero cras, cioè "Domani sarò qui", una espressione che sottolinea il carattere di attesa proprio dell'Avvento.

 

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