
Testo della meditazione
A conclusione del cammino spirituale di Santa Teresa d'Avila, proposto nei giorni scorsi su Pregaudio vi propongo una sintesi che, a dire il vero, ho costruito insieme alla Chat gpt.
Domani 15 Ottobre sarà la festa della santa e anche il compleanno del Punto giovane. Non è stato fatto apposta. Quella volta arrivò così, per Grazia, come un segno. Da allora, da quel 15 ottobre 1998 abbiamo deciso che Santa Teresa d'Avila facesse parte dei santi protettori del Punto giovane, assieme ad Alberto Marvelli e a san Giuseppe. Poi se ci vogliamo mettere che ho fatto i miei studi di Teologia al Teresianum di Roma e che il santo preferito di Santa Teresa era san Giuseppe, beh mettiamo tutto nella Dioincidenza come dicono quelli di Nuovi Orizzonti di Chiara Amirante.
Ebbene, Santa Teresa nasce nel 1515, in una Spagna all'apice del suo splendore, nel celebre "secolo d'oro". Fin da bambina, si distingue per una sensibilità spirituale fuori dal comune. Sognatrice e vivace, con il cuore pieno di meraviglia, si appassiona ai racconti di cavalieri e castelli, che alimentano la sua immaginazione. La sua adolescenza, vibrante di vitalità e curiosità, non è però priva di momenti di vanità e leggerezza. Tuttavia, è nelle relazioni di amicizie che Teresa si sente più fragile e peccatrice. Ed è proprio l'amicizia a diventare il fulcro della sua futura spiritualità, un terreno che, avendolo esplorato nei suoi lati più oscuri, la spinge a una riflessione profonda.
A vent'anni, con una mossa inattesa, decide di entrare nel convento delle Carmelitane ad Ávila, sorprendendo chiunque la conoscesse. Un gesto radicale, non privo del coraggio che già aveva dimostrato da piccolina, quando tentò di fuggire con il fratellino per cercare il martirio in terre lontane.
Gli anni in convento, tuttavia, non furono segnati da grandi privazioni. La sua famiglia, di rango elevato, le garantì un posto tra le suore più agiate. Amava il parlatoio del convento, dove consigliava e si abbandonava al gioco delle parole, qualche volta persino a quello della seduzione, pur mai esplicita e consapevole. Teresa era brillante, sapeva ridere, conversare, affascinare. La sua bellezza interiore ed esteriore giocava un ruolo importante attirando l'ingenuo invaghimento spirituale di alcuni uomini, anche preti. Teresa cercava di aiutarli, riportandoli verso Gesù, ma il suo cuore ancora pendeva verso la compiacenza. Non aveva ancora fatto il grande passaggio della vera conversione.
Ci vollero quasi diciannove anni affinché l’anima di Teresa trovasse il cammino di una vera conversione, lasciandosi finalmente modellare dalla chiamata divina che l’avrebbe resa una delle figure spirituali più amate e influenti della storia della Chiesa.
Fu durante la Quaresima del 1554 che tutto cambiò. Teresa, trovandosi davanti a una statua di Cristo flagellato, sentì il cuore trafiggersi al vedere le sofferenze del Signore per i peccati dell’umanità. In quel momento, travolta dal dolore, cadde in ginocchio, sciogliendosi in lacrime. Da quell’istante iniziò per lei una nuova vita. Più tardi scriverà: “Mi gettai ai suoi piedi, supplicandolo di fortificarmi per non offenderlo mai più”.
Un altro evento decisivo per la sua conversione fu la lettura delle Confessioni di Sant’Agostino. Da sempre Teresa nutriva una profonda devozione per il santo, sia perché il monastero in cui si trovava apparteneva al suo ordine, sia perché vedeva in lui un esempio di conversione e speranza. La vita di Agostino, passato da peccatore a uno dei più grandi santi della Chiesa, offriva a Teresa la consolazione che Dio potesse perdonare anche i suoi errori.
La lettura delle Confessioni la colpì profondamente. Un giorno mentre le rileggeva, nel punto in cui Sant’Agostino sente una voce che gli dice “Prendi e leggi”. Teresa si sentì come se quella voce parlasse direttamente a lei. “Mi sciolsi in lacrime”, scriverà, “e per lungo tempo rimasi in una grande lotta interiore. Ma Dio, vedendo le mie lacrime, mi concesse grandi forze”.
La lettura la portò a riflettere profondamente sulla propria vita, rendendola consapevole di quanto avesse bisogno della grazia di Dio per amarlo davvero.
Così, un’immagine di Gesù e un libro cambiarono tutto. Chissà quante volte Teresa aveva visto quella statua o letto Sant’Agostino, ma in quel preciso momento il suo cuore si aprì misteriosamente alla Grazia. Da allora, la sua vita non cambiò tanto nelle azioni, quanto nel modo in cui le compiva. Le vecchie abitudini si trasformarono in una vita rinnovata. Scriverà: “Sia benedetto il Signore che mi liberò da me stessa”.
Ed ecco la conversione di Teresa. Ha cambiato il modo di pensare. San Paolo scrive nella lettera ai Romani : Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. Così fa teresa.
Ora per chi si converte, la spogliazione non consiste nel gettar via i panni sporchi con il bambino. Teresa capisce che ha un dono. E' la capacità di relazione amicale. Ed è quella che va a convertire. Il suo carisma lo investe nella borsa del Tesoro dei santi e così facendo lo ritrova centuplicato.
Ora le sue relazioni sono scevre di compiacenze e pretenziosità. E una amicizia su tutte emerge. L' amcicizia con Gesù. Tanto che all'apice di questa divina relazione Gesù dice una frase a Teresa che mi fa venire sempre la pelle d'oca: Teresa, se non avessi creato il mondo, lo farei solo per Te.
Capite che relazione di amicizia si era instaurata tra Gesù e Teresa? Parliamo di amicizia e non di amore. Per il semplice motivo che l'amicizia per Teresa è sempre stata superiore all'amore. L'amicizia preserva la libertà nel rapporto, non richiede l'unicità. Così si esprime: Oh, mirabile benignità di Dio, che così vi lasciate guardare da occhi che hanno potuto finora guardare tanto male come quelli della mia anima!
Ma non ritiene Gesù l'amico per sé. Il suo cuore genera altruismo. Vorrebbe Gesù per gli altri.
Dice alle sorelle: "Siate certi che Dio dona se stesso a coloro che per lui abbandonano tutto. Non ha preferenza per questo o per quello, ama tutti indistintamente; nessuno, per cattivo che sia, può addurre scuse, dopo che egli ha avuto tanto amore per me da elevarmi a questo stato".
"Non vi chiedo già di concentrarvi tutte su di lui, formare molti concetti e applicare la mente a profonde e sublimi considerazioni. Vi chiedo solo che lo guardiate.
Ricordate ciò che dice alla Sposa: non aspetta che un vostro sguardo per subito mostrarvisi quale voi lo bramate. Tiene tanto a questo sguardo, che per averlo non lascia nulla d’intentato
Se siete nella gioia guardatelo risorto; solo nell’immaginare come uscì dal sepolcro egli vi rallegrerà. Che bellezza! Che splendore!
Se invece siete afflitti o fra i travagli, guardatelo mentre va al giardino degli Ulivi. Come doveva essere triste la sua anima se egli, che è la stessa potenza, giunse perfino a lamentarsi!.
Egli allora vi guarderà con quei suoi occhi tanto belli, compassionevoli e ripieni di lacrime; dimenticherà i suoi dolori per consolare i vostri, solo per il fatto che voi lo guardate".
Ecco in conclusione a voler sintetizzare il pensiero di teresa vorrei dire che è tutto nell'amicizia spiritualizzata, che diventa carità perfetta come lei afferma di tanto in tanto.
Già il Dottore Tommaso d'Aquino diceva che:
L'amicizia è un amore interpersonale che nasce da una libera e mutua scelta e si consuma pienamente nel vicendevole affetto.
Libero dalle logiche carnali e di sangue necessariamente l'amicizia si muove per affinità spirituali. Il contenuto dell'amicizia non è erotico nè sensuale, ma spirituale
E conclude scrivendo che la carità è una sorta di amicizia con Dio. Proprio come l'ha vissuta santa Teresa.
Ecco allora l'invito è andarvi a riascoltare con pace le puntate su Santa Teresa in Pregaudio, magari con il testo sotto gli occhi per non farvi sfuggire nulla delle sue parole. Ricordate la filosofa atea Edith Stein: quella notte dopo aver letto Santa teresa, usci dalle tenebre dell'incredulità ed esclamò: Ecco la Verità. E divenne santa Teresa Benedetta della Croce. Lavorate quindi sull'amicizia. Chiedete ai vostri ragazzi relazioni di amicizia, aiutateli a disintossicarsi delle relazioni troppo spinte, dalla cupidigia mentale e dalle pretese di possedere. Se guarderemo gli altri con vera amicizia non tarderemo a scoprire l'amico più importante: Gesù.
Meditazione
Don Franco Mastrolonardo
Musiche di sottofondo
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