Daniele 3,14-20.46.50.91-92.95 con il commento di Caterina Ciavattini



Dal libro del profeta Daniele
Dn 3,14-20.46.50.91-92.95 

Testo del brano
In quei giorni il re Nabucodònosor disse: «È vero, Sadrac, Mesac e Abdènego, che voi non servite i miei dèi e non adorate la statua d’oro che io ho fatto erigere? Ora se voi, quando udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, dell’arpa, del salterio, della zampogna e di ogni specie di strumenti musicali, sarete pronti a prostrarvi e adorare la statua che io ho fatto, bene; altrimenti, in quel medesimo istante, sarete gettati in mezzo a una fornace di fuoco ardente. Quale dio vi potrà liberare dalla mia mano?». Ma Sadrac, Mesac e Abdènego risposero al re Nabucodònosor: «Noi non abbiamo bisogno di darti alcuna risposta in proposito; sappi però che il nostro Dio, che serviamo, può liberarci dalla fornace di fuoco ardente e dalla tua mano, o re. Ma anche se non ci liberasse, sappi, o re, che noi non serviremo mai i tuoi dèi e non adoreremo la statua d’oro che tu hai eretto». Allora Nabucodònosor fu pieno d’ira e il suo aspetto si alterò nei confronti di Sadrac, Mesac e Abdènego, e ordinò che si aumentasse il fuoco della fornace sette volte più del solito. Poi, ad alcuni uomini fra i più forti del suo esercito, comandò di legare Sadrac, Mesac e Abdènego e gettarli nella fornace di fuoco ardente. I servi del re, che li avevano gettati dentro, non cessarono di aumentare il fuoco nella fornace, con bitume, stoppa, pece e sarmenti. La fiamma si alzava quarantanove cùbiti sopra la fornace e uscendo bruciò quei Caldèi che si trovavano vicino alla fornace. Ma l’angelo del Signore, che era sceso con Azarìa e con i suoi compagni nella fornace, allontanò da loro la fiamma del fuoco della fornace e rese l’interno della fornace come se vi soffiasse dentro un vento pieno di rugiada. Così il fuoco non li toccò affatto, non fece loro alcun male, non diede loro alcuna molestia. Allora il re Nabucodònosor rimase stupito e alzatosi in fretta si rivolse ai suoi ministri: «Non abbiamo noi gettato tre uomini legati in mezzo al fuoco?». «Certo, o re», risposero. Egli soggiunse: «Ecco, io vedo quattro uomini sciolti, i quali camminano in mezzo al fuoco, senza subirne alcun danno; anzi il quarto è simile nell’aspetto a un figlio di dèi». Nabucodònosor prese a dire: «Benedetto il Dio di Sadrac, Mesac e Abdènego, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i servi che hanno confidato in lui; hanno trasgredito il comando del re e hanno esposto i loro corpi per non servire e per non adorare alcun altro dio all’infuori del loro Dio».

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
F.Campion. Suite d'airs de danse. III Gavotte. Diritti Creative Commons. Musopen.org

Meditazione
Caterina Ciavattini 

Meditazione
Nabucodònosor mette alla prova la potenza di Dio e la fedeltà degli uomini, nei versetti precedenti attraverso Daniele, adesso con gli amministratori di Babilonia, giovani fedeli a Dio e vicini a Daniele stesso. Il re chiede loro di prostrarsi davanti alla sua statua d’oro, statua che è il segno che lo rappresenta, chiede la fedeltà di questi uomini, chiede che lo riconoscano come loro dio, pena la morte. Il re Nabucodònosor dice infatti: «Quale dio vi potrà liberare dalla mia mano?». Ma i tre uomini rimangono saldi, non vacillano. Si dichiarano fedeli al loro Dio anche nella morte, non chiedono al loro Dio di salvarli, si dichiarano solo fedeli al Dio che non li ha mai abbandonati e che dà senso alla loro vita e per questo sono disposti al sacrificio estremo. Sperano forse in un aldilà che potrà renderli felici e, in qualche modo, salvarli? Sperano in qualcosa che non possono vedere ma che sentono e credono con grande forza, sperano e hanno la certezza che Dio sarà con loro e, in qualche modo, li salverà. Il re Nabucodònosor resta stupito e, finalmente, convinto della grandezza di Dio, ha avuto bisogno di molti segni, di vedere e toccare la potenza di questo Dio che si ostinava a ignorare. I giovani sono stati per lui il mezzo per arrivare a conoscere Dio, per arrivare alla verità. Forse la loro giovane età ha permesso tanta fiducia nell’aiuto di Dio, come forse il Signore chiede oggi a noi questa fede che non ha bisogno di vedere e toccare ma che si lascia fare.

 

Scarica la nostra App su