Colossesi 1,24-2,3 con il commento di Caterina Casadei



Dalla lettera di San Paolo apostolo ai Colossesi
Col 1,24–2,3 

Testo del brano
Fratelli, sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa. Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi. A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo. Per questo mi affatico e lotto, con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza. Voglio infatti che sappiate quale dura lotta devo sostenere per voi, per quelli di Laodicèa e per tutti quelli che non mi hanno mai visto di persona, perché i loro cuori vengano consolati. E così, intimamente uniti nell’amore, essi siano arricchiti di una piena intelligenza per conoscere il mistero di Dio, che è Cristo: in lui sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza.

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
A.Gandhi. White River. YouTubeStudios. Diritti Creative Commons

Meditazione
Caterina Casadei

 

Commento

Ai patimenti di Cristo non manca niente ma, attraverso le tribolazioni della prigionia e dell’annuncio, Paolo si unisce sempre più al mistero pasquale di Cristo, morto e risorto, permettendo così allo Spirito di completare la sua opera salvifica. La persona e l’opera di Cristo vengono presentate come il mistero, nel quale sono contenuti i tesori della sapienza e della scienza. Il mistero non è altro che il progetto salvifico di Dio che ha, in Cristo, la sua piena realizzazione:  Cristo annunciato, Cristo venuto quaggiù, Cristo che continua la sua opera nella Chiesa, Cristo nel suo trionfale ritorno. In questo contesto Paolo concentra la sua attenzione sull’aspetto presente del mistero. Oggi, Giudei e pagani sono ammessi alla stessa eredità, sono membri del medesimo corpo. Questo è il mistero di Dio che l’Apostolo è incaricato di rivelare. Queste occasioni di riflessione sulla lettera di Paolo ai Colossesi, mi aiutano ad approfondire la mia fede: in chi ho posto la mia speranza? Chi è il punto di riferimento della mia vita? È una bella opportunità per dare ragione della mia fede, prima di tutto a me stessa. Il Dio in cui credo, è il Dio rivelato da Cristo e che ha un progetto di salvezza per tutti gli uomini e, che non fa differenze tra i suoi figli? Per rispondere parto dalla mia personale esperienza: sono madre di tre figli, uno diverso dall’altro, ognuno unico e irripetibile e, se pur fratelli, ognuno ha la sua storia ed il suo percorso. Seppur percorrano strade diverse, il mio amore per loro è della stessa sostanza, anche se ha modalità diverse di manifestazione. E se io, che sono imperfetta, desidero e prego per la salvezza dei miei figli, come potrebbe Dio Padre che è la perfezione, che è il Giusto, che è l’Amore, fare differenze tra i suoi figli?! Il messaggio di Paolo è universale e fortemente attuale, sia per le nostre famiglie sia per le nostre comunità, perché ci richiama alla nostra missione: essere portatori di speranza, messaggeri del progetto salvifico di Dio, nella nostra quotidianità, nella nostra famiglia, sul luogo di lavoro, anche se questo passa attraverso sofferenze e tribolazioni.

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