1Tessalonicesi 3,7-13 con il commento di Andrea Coralli



Dalla prima lettera di San Paolo apostolo ai Tessalonicesi
1Ts 3,7-13

Testo del brano 
Fratelli, in mezzo a tutte le nostre necessità e tribolazioni, ci sentiamo consolati a vostro riguardo, a motivo della vostra fede. Ora, sì, ci sentiamo rivivere, se rimanete saldi nel Signore. Quale ringraziamento possiamo rendere a Dio riguardo a voi, per tutta la gioia che proviamo a causa vostra davanti al nostro Dio, noi che con viva insistenza, notte e giorno, chiediamo di poter vedere il vostro volto e completare ciò che manca alla vostra fede? Voglia Dio stesso, Padre nostro, e il Signore nostro Gesù guidare il nostro cammino verso di voi! Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi, per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi.

 

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
A.Fulero. Surrender. YouTubeStudios. Diritti Creative Commons

Meditazione
Andrea Coralli

Meditazione
Che desiderio forte e profondo si avverte da queste parole: «per tutta la gioia che proviamo a causa vostra.. notte e giorno, chiediamo di poter vedere il vostro volto..»; sembrano le parole di un innamorato che scoppia d’amore per l’amata, quel movimento interno che smuove qualsiasi cosa dentro di noi. Parole d’amore che, come riporta al versetto 12, sovrabbonda, straripa, è incontenibile. Sapere che queste parole sono dedicate ad una comunità di persone però le rendono stridenti, non credibili quanto meno. Chi di noi potrà mai scrivere la stessa cosa per una comunità di persone? Forse durante la fase della gioventù si sperimentano questi sentimenti per il proprio gruppo di amici. Un ragazzo o una ragazza non vede l’ora di poter uscire con il proprio gruppo a scoprire la vita e il mondo. Quando si è giovani la vita è densa di aspettative: cosa farò? dove andrò? quali cose stupende mi attendono? E mille e mille aspettative. E’ nel gruppo che i ragazzi si sentono protetti, si mettono alla prova, si sperimentano, si scoprono. La stessa posizione la si avverte nelle parole di Paolo che però è adulto. Il vivere intensamente la relazione con Cristo porta quindi a essere giovani, porta stupore, le domande che si pongono i giovani ritornano attuali: cosa vorrà da me il Signore? dove mi porterà ? che incontri mi farà fare? Domande che non rimangono ferme dentro ma che muovono verso l’altro. Domande che uniscono le persone, che le rendono partecipi della vita degli altri. Le persone che vivono questa relazione con Cristo si sentono fratelli dell’altro e desiderano ardentemente incontrarlo per condividere gioie, dolori, rimproveri, cadute e rialzate, tutto, proprio tutto come in una famiglia. Una impresa impossibile per degli adulti sclerotizzati sulle proprie individualità, terrorizzati dall’essere ingannati, infastiditi dalla possibilità dell’essere messi in discussione. Che distanza tra queste due posizioni, e quanto sembra distante e poco attuale la comunità dei Tessalonicesi. Eppure siamo già dentro ad una comunità dove si può sperimentare questa dimensione, la comunità che il buon Dio ci ha assegnato. Improbabile? Impossibile? Gli altri sono irraggiungibili? San Paolo termina con una benedizione che ci invita a crescere e sovrabbondare nell’amore, tra i nostri amici e verso tutti, per rendere i nostri cuori saldi e irreprensibili nella santità, e smettere quindi di aspettare la comunità ideale, ma che iniziamo da adesso a cambiare lo sguardo verso chi mi è compagno di vita.

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