1Tessalonicesi 1,1-5.8b-10 con il commento di Andrea Coralli



Dalla prima lettera di San Paolo apostolo ai Tessalonicesi
Ts 1,1-5.8b-10 

Testo del brano
Paolo e Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicési che è in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo: a voi, grazia e pace. Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro. Sappiamo bene, fratelli amati da Dio, che siete stati scelti da lui. Il nostro Vangelo, infatti, non si diffuse fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza dello Spirito Santo e con profonda convinzione: ben sapete come ci siamo comportati in mezzo a voi per il vostro bene. La vostra fede in Dio si è diffusa dappertutto, tanto che non abbiamo bisogno di parlarne. Sono essi infatti a raccontare come noi siamo venuti in mezzo a voi e come vi siete convertiti dagli idoli a Dio, per servire il Dio vivo e vero e attendere dai cieli il suo Figlio, che egli ha risuscitato dai morti, Gesù, il quale ci libera dall’ira che viene.

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
A.Fulero. Surrender. YouTubeStudios. Diritti Creative Commons

Meditazione
Andrea Coralli

Meditazione
Convertirsi dagli idoli per servire il Dio vivo e vero e diventare operosi nella fede, forti nel praticare la carità e fermi nella speranza. Sono queste le parole che più mi colpiscono o forse che meglio riesco a comprendere. Tutto inizia da un cambiamento: lasciare gli idoli per il Dio vivo e vero. Cosa significa nel 2020 essere alla sequela di un idolo? Quali sono gli idoli? Come li riconosco? Ci sono tantissime definizioni e tantissime sfumature del significato di idolo. Ritengo utile per la mia vita pensare all’idolo come qualcosa che mi aiuta ad evadere da quello che vivo in questo esatto momento. Il vitello d’oro credo sia una qualsiasi cosa che porta la mente di una persona che vive in un deserto, con cibo e acqua razionata e mille scomodità, a pensare alla fertilità, all’abbondanza, al benessere totale, insomma qualsiasi cosa che non sia quello che stanno vivendo. L’idolo come qualcosa che mi estranea dalla mia vita, dalla mia routine, dai miei odiatissimi limiti, da tutto ciò che mi rende poco apprezzabile, debole, incapace. Invece il nostro Dio è vivo e vero, cammina con il mio passo, non è nel futuro, quando sarò, quando avrò, vive nel mio tempo ora, proprio ora che sono ancora con una pancia improponibile, ancora malato, ancora senza soldi, ancora brutto, ancora senza fascino. Il nostro Dio cammina insieme al mio vero me, mi porta verso il mio vero me, mi porta verso i miei odiatissimi limiti, verso il mio naso orribile, verso la mia psoriasi, verso le mie malattie genetiche, ed è lì che posso davvero convertirmi. Abbandonare quindi tutto ciò che mi estranea da me e dalla mia ora, per potermi vivere fino in fondo, fino all’ultima goccia della mia vita di adesso, forse amara, forse acida, ma assolutamente unica. Questa la conversione, è svegliarsi alla mattina e passare dall’essere un estraneo della mia vita a esserci completamente dentro, insieme a Colui che l’ha pensata da sempre così.

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