Gàlati 5,18-25 con il commento di Patrizia Sensoli



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Gal 5,18-25 

Testo del brano
Fratelli, se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge. Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è Legge. Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito.

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Emmit Fenn. Allegro. Diritti Creative Commons

Meditazione
Patrizia Sensoli 

Meditazione
Trovo che il modo migliore per commentare questo brano sia quello di farmi aiutare da uno degli affreschi della Cappella Sistina, precisamente quello che rappresenta il peccato originale e la cacciata dal paradiso. Qui Adamo ed Eva vengono raffigurati prima e dopo il peccato, e il modo con cui Michelangelo li trasforma esprime a mio avviso pienamente il significato profondo di ciò che Paolo vuole dirci. Dopo il peccato l’uomo e la donna mostrano un evidente abbruttimento nei corpi, che appaiono sfigurati, appesantiti e invecchiati improvvisamente, e nei volti sconvolti da una smorfia di dolore: ecco allora le opere della carne quale terribile trasformazione possono compiere dentro e fuori di noi, se solo glielo permettiamo. L’abbruttimento dell’uomo tocca tutti i livelli di relazione, quello con sé stesso, con il suo stesso corpo, quello con gli altri e quello con Dio, è così che l’uomo si autocondanna ad un destino di separato da Dio, di escluso dal suo regno. C’è in queste figure tanto smarrimento e la tristezza infinita di chi ha perso la bellezza originaria, quella con cui Dio ha pensato l’uomo e la donna fin dall’inizio della Creazione, quell’armonia che si sprigiona dai loro corpi, dai loro gesti e dai tratti dei loro volti, prima del peccato. È armonia nella relazione con sé stessi, con l’altro, con il creato, armonia che nasce dalla comunione con e in Dio. Gesù risorto ci restituisce l’armonia perduta, riporta alla luce quella “somiglianza” con Dio che come un seme è stato piantato in noi, e che il peccato ha imprigionato nella parte già profonda e nascosta del nostro cuore. Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri, cioè hanno toccato il loro peccato, l’hanno attraversato e sono risorti con Cristo, ci vuole dire Paolo. “Vivere dello Spirito” significa allora ritornare all’armonia originaria, entrare nell’amore trinitario e permettere allo Spirito di abbattere dentro di noi tutti i muri di separazione, portare alla luce quel seme e farlo maturare fino a diventare frutto. Solo l’amore di Dio può operare questa rigenerazione dell’uomo e può far germogliare la Bellezza dentro e fuori di noi.

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