Gàlati 3,1-5 con il commento di Patrizia Sensoli



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Gal 3,1-5

Testo del brano
O stolti Gàlati, chi vi ha incantati? Proprio voi, agli occhi dei quali fu rappresentato al vivo Gesù Cristo crocifisso!
Questo solo vorrei sapere da voi: è per le opere della Legge che avete ricevuto lo Spirito o per aver ascoltato la parola della fede? Siete così privi d’intelligenza che, dopo aver cominciato nel segno dello Spirito, ora volete finire nel segno della carne? Avete tanto sofferto invano? Se almeno fosse in- vano!
Colui dunque che vi concede lo Spirito e opera portenti in mezzo a voi, lo fa grazie alle opere della Legge o perché avete ascoltato la parola della fede?

 

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Emmit Fenn. Allégro. Diritti Creative Commons

Meditazione
Patrizia Sensoli

Meditazione
Cinque versetti. Cinque punti interrogativi. Cinque domande che si inseguono e si accavallano quasi a non volere lasciare tregua ai destinatari. Paolo provoca i Gàlati, li vuole costringere a ripercorrere loro stessi la loro esperienza di fede per portarli a riscoprirne il senso autentico. E il senso autentico è il dono dello Spirito che essi hanno ricevuto in Gesù Cristo. Siete così privi d’intelligenza che, dopo aver cominciato nel segno dello Spirito, ora volete finire nel segno della carne?” (v.3)
Tutto il capitolo è costruito sul contrasto tra le opere della Legge e la parola della fede, tra la carne e lo Spirito.
Il “peccato originale” degli abitanti della Galazia quello che Paolo definisce carne in contrapposizione allo Spirito era stato quello di lasciarsi “incantare” come scrive lui, dai Giudei, e quindi di  pensare che l’annuncio cristiano di salvezza si realizza non solo per Grazia ma anche seguendo la Legge e i suoi riti in primis quello della circoncisione e tutte le altre pratiche di purità rituale proprie della legge giudaica. E’ come se noi dicessimo che Gesù ci salva se andiamo a Messa e seguiamo i Comandamenti.
La novità che Gesù ha portato sta nell’aver scardinato l’atteggiamento religioso per cui è l’uomo che raggiunge la salvezza attraverso l’osservanza di regole e precetti..... la Salvezza è invece un dono gratuito e per questo immeritato, sempre, ripercorrere a ritroso il proprio cammino di fede non è semplicemente un ricordare ma è un atto molto più forte, è un fare memoria del momento in cui ci siamo lasciati afferrare dall’amore gratuito di un Dio che ci è Padre e ci ama per come siamo. In fondo pensiamoci bene, non è sempre così facile riuscire ad accogliere un amore così fuori dagli schemi… Questo non significa non seguire più regole o comandamenti ma dare un valore nuovo ad essi. Gesù stesso ha detto, riferendosi alla Legge: “Non sono venuto ad abolire ma a dare pieno compimento”.(Mt 5,17)  Vorrei fare questo esempio che usiamo con i bambini nella catechesi del Buon Pastore quando li introduciamo alle parabole morali..... la differenza che c’è tra un albero di Natale e un albero da frutto. L’albero di Natale lo abbelliamo con tante palline o frutti che però sono elementi esterni che vengono attaccati ad un albero che in fondo è secco, non ha radici, non c’è linfa che gli scorre dentro;  invece un albero da frutto è pieno di frutti che è l’albero stesso a generare....  Ecco, l’amore di Dio ci rende fecondi, capaci di generare relazioni nuove e allora i comandamenti e le regole diventano gli strumenti attraverso i quali costruiamo queste relazioni e mettiamo ordine nella nostra vita.
Quando Gesù diventa il Signore della mia vita seguire i comandamenti è la conseguenza naturale per vivere dentro quella relazione che genera poi tutte le altre: permettere allo Spirito di agire per scoprire la legge nel cuore, quella legge che Dio ha scolpito dentro ciascuno di noi e che solo l’incontro con Gesù può trasformare in vita nuova.

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