Catechesi/Concerto sul tempo e la liturgia (Preghiere, canti e poesie)



Testo della catechesi
Non lo sentite che strano ticchettio, è il primo allarme poi dopo arrivo io...

Una vecchia canzone di Bennato ci riporta alla favola di Peter Pan. La sveglia ingoiata dal coccodrillo è metafora del tempo che passa e della morte che si avvicina.
Capitan uncino trema ogni volta che la sente.
Trema per un motivo semplice: non può far nulla per fermarla. Così è per noi umani. Tutto o quasi tutto possiamo, tranne fermare il tempo...

Ve l'ho già detto io sono il più cattivo!
Io vi do il tempo, anzi il tempo sono io!
Il tempo a volte è strano, ma il tempo è galantuomo!
Io non vi imbroglio, ma non vi si può imbrogliare!
Io vado piano, ma non mi si può fermare!
Da' tempo al tempo e i conti devon tornare, seguite il ritmo....

L’uomo cerca con ogni mezzo di fermare il tempo. Spesso lo fa con violenza e disperazione. Ed esce da questa battaglia con ferite sotterranee che vanno a lacerare l’anima e il cuore e fuoriescono poi come ansie insopprimibili. Ecco allora come una preghiera, un antico inno che si prega il mercoledì nelle Lodi, può fare da antidoto alle tenebre e alle nebbie del nostro cuore.

Notte, tenebre e nebbia,
fuggite: entra la luce,
viene Cristo Signore.

Il sole di giustizia
trasfigura ed accende
l'universo in attesa
che si svela a noi.

Con gioia pura ed umile,
fra i canti e le preghiere,
accogliamo il Signore.

Salvatore dei poveri,
la gloria del tuo volto
splenda su un mondo nuovo!

A Te sia gloria o Cristo
al Padre e al Santo Spirito
ora e sempre nei secoli.
Amen.

Se lo affrontiamo di petto, il tempo è con noi violento. Se lo vogliamo possedere ci sfugge con ironia. Cosa fare? Come affrontarlo? Gesù ce lo dice con chiarezza: Non affannatevi per il domani. Non abbiate la presunzione di voler aggiungere giorni alla vostra vita. Ogni ansia, ogni preoccupazione viene dalla paura del domani. Vivete giorno per giorno.

Guardate gli uccelli del cielo:
non séminano, non mietono,
né ammassano nei granai;
eppure il Padre vostro celeste li sostiene e li nutre.
Non contate voi forse più di loro?
E chi di voi, sudando, può aggiungere un'ora sola nella sua vita?

Guardate i gigli del campo:
non lavorano, non filano, perchè voi vi affannate?
Eppure io vi dico:
che neanche Salomone, con tutta la sua gloria,
vestiva come uno di loro.

Ora se Dio veste così l'erba del campo,
che oggi c'è e che domani verrà gettata nel fuoco,
Gente di poca fede, non farà assai più per voi!

Non affannatevi dunque dicendo:
cosa mangeremo, cosa berremo,
che cosa indosseremo....
Queste cose pensano i pagani
Il Padre Vostro celeste infatti
sa da sempre che ne avete bisogno.

Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia
e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non affannatevi per il domani,
perchè il domani avrà le sue inquietudini...

Guardate gli uccelli del cielo:
non séminano e non mietono,
né ammassano nei granai...

Ecco cosa ci suggerisce Gesù: vivere il presente. Il segreto della gioia è tutto qui. Ascoltiamo bene queste parole di Kierkegaard che commenta il brano di Vangelo appena cantato:

"Il giglio e l'uccello, i gioiosi maestri di gioia, sono la gioia stessa perché sono incondizionatamente gioiosi. Colui infatti la cui gioia dipende da determinate condizioni non è la gioia stessa, la sua gioia è nelle condizioni, è condizionata da esse. [...] Ma il loro insegnamento di gioia, che di nuovo la loro vita esprime, è con grande brevità il seguente: c'è un oggi che è - sì, un'enfasi infinita cade in questo è. C'è un oggi e non c'è nessuna, proprio nessuna preoccupazione per il domani, o per il giorno seguente. Non è leggerezza quella del giglio e dell'uccello, è invece la gioia del silenzio e dell'obbedienza. Perché quando tu taci nel silenzio solenne, quale è in natura, non esiste domani; e quando tu obbedisci, come obbedisce il creato, non c'è il domani, quel giorno maledetto, l'invenzione della chiacchiera e della disobbedienza. [...] Che cos'è la gioia, che cos'è essere gioiosi? È essere davvero presenti a se stessi. Ma l'essere davvero presenti a se stessi è questo «oggi», è essere oggi, essere davvero oggi".

È l'Oggi il tempo della gioia. Il tempo non va combattuto e non va posseduto: va celebrato. Il giorno, l’attimo sono fotografie da contemplare come quando un innamorato vive la sua intimità con la persona che ama. Quell’attimo, quel giorno è impresso nell’eternità. Si dice che la Liturgia santifichi il tempo. In parole semplici la Liturgia rende quel tempo speciale, lo definisce, lo riempie di eternità, come un bacio, come una intimità con la persona che ami. Sentite che belle queste parole di un cantautore italiano.

Una settimana un giorno solamente un'ora
A volte vale una vita intera
Il tempo passa in fretta
E ti ruba quello che hai
Io non so parlare d'amore ma
So che quando tu mi stringi le mani forte
Vorrei che il tempo si fermasse intorno a noi...

Vivere il tempo senza affanni si può. Vivere il tempo in maniera gratuita come due innamorati si può. Occorre santificare il presente che vivi. La liturgia è la preghiera che celebra e santifica il tempo. Lo rende amico, intimo, lo riempie di eternità come un bacio di un innamorato. Ecco l’inno delle Lodi del sabato. Che meraviglia svegliarsi il mattino con queste parole nel cuore e sulle labbra ...

L'aurora inonda il cielo
di una festa di luce,
e riveste la terra
di meraviglia nuova.

Fugge l'ansia dai cuori,
s'accende la speranza:
emerge sopra il caos
un'iride di pace.

Così nel giorno ultimo
l'umanità in attesa
alzi il capo e contempli
l'avvento del Signore.

Sia gloria al Padre altissimo
e a Cristo l'unigenito,
sia lode al Santo Spirito
nel secoli dei secoli. Amen.

Abbiamo capito che l'unico modo per affrontare il tempo è riconoscerlo come amico e lasciarsi addomesticare da lui. Ci dobbiamo pensare un po’ come un cavallo selvaggio. Il tempo entra sulla nostra vita e non ci molla. Se ci dimeniamo e tentiamo di disarcionarlo alla fine ci rimettiamo solo noi, perché non sapremo più dove andare. Invece se ci lasciamo addomesticare ritroviamo pace e serenità e viviamo ogni momento come una opportunità. Allora ogni tempo trova un senso come ci ricorda Ivano Fossati.

Dicono che c'è un tempo per seminare
e uno che hai voglia ad aspettare
un tempo sognato che viene di notte
e un altro di giorno teso
come un lino a sventolare.

C'è un tempo negato e uno segreto
un tempo distante che è roba degli altri
un momento che era meglio partire
e quella volta che noi due era meglio parlarci.

C'è un tempo perfetto per fare silenzio
guardare il passaggio del sole d'estate
e saper raccontare ai nostri bambini quando
è l'ora muta delle fate.

C'è un giorno che ci siamo perduti
come smarrire un anello in un prato
e c'era tutto un programma futuro
che non abbiamo avverato.

È tempo che sfugge, niente paura
che prima o poi ci riprende
perché c'è tempo, c'è tempo c'è tempo, c'è tempo
per questo mare infinito di gente.

Dio, è proprio tanto che piove
e da un anno non torno
da mezz'ora sono qui arruffato
dentro una sala d'aspetto
di un tram che non viene
non essere gelosa di me
della mia vita
non essere gelosa di me
non essere mai gelosa di me.

C'è un tempo d'aspetto come dicevo
qualcosa di buono che verrà
un attimo fotografato, dipinto, segnato
e quello dopo perduto via
senza nemmeno voler sapere come sarebbe stata
la sua fotografia.

C'è un tempo bellissimo tutto sudato
una stagione ribelle
l'istante in cui scocca l'unica freccia
che arriva alla volta celeste
e trafigge le stelle
è un giorno che tutta la gente
si tende la mano
è il medesimo istante per tutti
che sarà benedetto, io credo
da molto lontano.

E' il tempo che è finalmente
o quando ci si capisce
un tempo in cui mi vedrai
accanto a te nuovamente
mano alla mano
che buffi saremo
se non ci avranno nemmeno
avvisato.

Dicono che c'è un tempo per seminare
e uno più lungo per aspettare
io dico che c'era un tempo sognato
che bisognava sognare...

C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, cita il libro del Qoelet, che tanto assomiglia a questo bel canto. Ma non sapremo mai quando. A noi non spetta dettare le leggi del tempo, perché solo Dio è padrone del tempo. Per questo la Liturgia quando ordina le ore, i giorni, i mesi, l'anno lo fa sempre in riferimento a Cristo. Osserva la Sua vita e ci ripropone i passaggi. Così al centro dell'Anno liturgico c'è la Pasqua, e di riflesso il Natale e prepara entrambi con la Quaresima e l’Avvento. Crea l’attesa e poi la festa e infine il tempo post festa, quello più lungo, il Tempo Ordinario. Tutto intervallato discretamente dalle feste di Maria e dei Santi.
Gustiamoci l’inno dei Vespri nella Quaresima, tempo penitenziale che prepara la Pasqua.

Accogli, o Dio pietoso,
le preghiere e le lacrime
che il tuo popolo effonde
in questo tempo santo.

Tu che scruti e conosci
i segreti dei cuori,
concedi ai penitenti
la grazia del perdono.

Risplenda la tua lampada
sopra il nostro cammino,
la tua mano ci guidi
alla meta pasquale.

Grande è il nostro peccato,
ma più grande è il tuo amore:
cancella i nostri debiti
a gloria del tuo nome.

Ascolta, o Padre altissimo,
tu che regni nei secoli
con il Cristo tuo Figlio
e lo Spirito Santo. Amen.

Ed ora l’inno pasquale su cui poggia e ruota l’intero anno. Pasqua è un big bang spirituale. Pur essendo nel tempo è anche fuori dal tempo. E’ la vita che ricomincia nella storia, ma anche la vita eterna che ci attende.

Sfolgora il sole di Pasqua,
risuona il cielo di canti,
esulta di gioia la terra.

Dagli abissi della morte
Cristo ascende vittorioso
insieme agli antichi padri.

Accanto al sepolcro vuoto
invano veglia il custode:
il Signore è risorto.

O Gesù, re immortale,
unisci alla tua vittoria
i rinati nel battesimo.

Irradia sulla tua Chiesa,
pegno d'amore e di pace,
la luce della tua Pasqua.

Sia gloria e onore a Cristo,
al Padre e al Santo Spirito
ora e nei secoli eterni. Amen.

Il tempo arriva da lontano. Sentite….

Non era una interferenza, ma la conversione in suono del big bang, della prima traccia in assoluto dell'universo. È il primo "vagito", a soli 380.000 anni dalla sua nascita.

E’ il momento in cui nasce il tempo che assieme allo spazio è quel tappeto dove si dispiega l'universo.
Questa storia comincia quasi 14 miliardi di anni fa e siamo ancora in espansione, come dicono gli scienziati. Cosa siamo noi dentro tale storia? Un soffio, dice il salmo.

Eppure un giorno saremo chiamati ad un salto a piè pari. Quel giorno saremo nel giorno senza tempo. Al solo sentir questo paradosso lo scienziato ateo rabbrividisce. Ma noi crediamo che così sarà. Come c’è stato un giorno primo ci sarà un giorno ultimo, che non avrà più fine. Sarà la domenica senza tramonto.

O giorno primo ed ultimo,
giorno radioso e splendido
del trionfo di Cristo!

Il Signore risorto
promulga per i secoli
l'editto della pace.

Pace fra cielo e terra,
pace fra tutti i popoli,
pace nei nostri cuori.

L'alleluia pasquale
risuoni nella Chiesa
pellegrina nel mondo;

e si unisca alla lode,
armoniosa e perenne,
dell'assemblea dei santi.

A te la gloria, o Cristo,
la potenza e l'onore,
nei secoli dei secoli. Amen.

Concludiamo questo percorso di musiche e parole intorno alla preghiera che celebra il tempo.
La Liturgia con i suoi inni ci insegna quindi ad ordinare e celebrare il tempo. Al centro dell'anno la Pasqua, e al centro della settimana la Domenica, fonte e culmine, partenza e arrivo del nostro viaggio. Il lunedì si parte dopo il big bang domenicale e il sabato si attende la domenica senza tramonto! A cosa serve questo viaggio? A conoscere ed amare!
Cosa fanno tutti i giorni gli scienziati con i loro cannocchiali? Scrutano il cielo e conoscono l’universo. E chi gli permette questo? La luce. E lei, l’unica, che viaggia costante nel vuoto e ci porta cartoline di stelle e pianeti, qualcuno probabilmente già estinto in un buco nero.
Così nella nostra settimana conosciamo e amiamo grazie alla luce della preghiera che pian piano ci consegna le cartoline dagli abissi del nostro cuore e del nostro passato e impariamo così a riconoscerci come siamo realmente. La luce della preghiera arriva da un sole eterno, il sole di giustizia, Gesù, celebrato in questo inno con cui concludiamo la nostra catechesi.

O sole di giustizia,
Verbo del Dio vivente,
irradia sulla Chiesa
la tua luce immortale.

Per te veniamo al Padre,
fonte del primo amore,
Padre d'immensa grazia
e di perenne gloria.

Lieto trascorra il giorno
in umiltà e fervore;
la luce della fede
non conosca tramonto.

Sia Cristo il nostro cibo,
sia Cristo l'acqua viva:
in lui gustiamo sobrii
l'ebbrezza dello Spirito. Amen.

Recita
Caterina Busca, Guenda Bugli, Paola Ragni, Franco Mastrolonardo

Canti
Inno delle Lodi mercoledì Autore: Susanna Rossi. Cantano Susanna Rossi e Valentina Rastelli. Suonano Gabriele Fabbri, Enrico Cenci e Danilo Concordia
Guardate gli uccelli del cielo Autore: Mauro Borghesi. Canta Susanna Rossi. Suona Federico Fabbri
Inno delle Lodi sabato Autore: Susanna Rossi. Canta Susanna Rossi. Suona Danilo Concordia
C'è tempo Ivano Fossati. Canta Danilo Concordia, Emily Lepri, Susanna Rossi
Inno Vespri della Quaresima Autore: Emily Lepri. Canta e suona Emily Lepri
Inno di Pasqua Autore: Valentina Rastelli e Federico Fabbri. Canta Valentina Rastelli. Suona Federico FabbriInno Lodi domenica Autore: Rachele Consolini. Canta Vittoria Salvatori. Suona Emily Lepri
Inno Lodi lunedì Autore: Susanna Rossi. Canta Susanna Rossi. Suonano Danilo Concordia e Gabriele Fabbri

 

Veglia di preghiera a mò di Concerto realizzata dai ragazzi del Punto Giovane. E' uno strumento di riflessione sul valore del tempo e della Liturgia. La liturgia è preghiera orgnaizzata nel tempo preposta dalla Chiesa per la santificazione della storia personale di ciascuno e di tutti gli uomini. 

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