Giudici 9,6-15 con il commento di Barbara De Geronimo



Dal libro dei Giudici
Gdc 9,6-15 

Testo del brano
In quei giorni, tutti i signori di Sichem e tutta Bet Millo si radunarono e andarono a proclamare re Abimèlec, presso la Quercia della Stele, che si trova a Sichem. Ma Iotam, informato della cosa, andò a porsi sulla sommità del monte Garizìm e, alzando la voce, gridò: «Ascoltatemi, signori di Sichem, e Dio ascolterà voi! Si misero in cammino gli alberi per ungere un re su di essi. Dissero all’ulivo: “Regna su di noi”. Rispose loro l’ulivo: “Rinuncerò al mio olio, grazie al quale si onorano dèi e uomini, e andrò a librarmi sugli alberi?”. Dissero gli alberi al fico: “Vieni tu, regna su di noi”. Rispose loro il fico: “Rinuncerò alla mia dolcezza e al mio frutto squisito, e andrò a librarmi sugli alberi?”. Dissero gli alberi alla vite: “Vieni tu, regna su di noi”. Rispose loro la vite: “Rinuncerò al mio mosto, che allieta dèi e uomini, e andrò a librarmi sugli alberi?”. Dissero tutti gli alberi al rovo: “Vieni tu, regna su di noi”. Rispose il rovo agli alberi: “Se davvero mi ungete re su di voi, venite, rifugiatevi alla mia ombra; se no, esca un fuoco dal rovo e divori i cedri del Libano”».

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
A.Fulero. Night Snow. YouTubeStudios. Diritti Creative Commons

Meditazione
Barbara De Geronimo

Meditazione
Gedeone, scelto dal Signore per guidare il suo popolo, è morto, lasciando ben settanta figli legittimi e uno avuto dalla sua schiava: Abimèlech. Proprio costui, esortato in verità dai signori di Sichem, vuole diventare re, sebbene suo padre aveva giustamente rifiutato di designare un erede alla guida degli israeliti, perché «Solo il Signore vi guiderà». Per farlo uccide tutti i suoi fratelli, solo Iotam il minore si salva, ed è lui che cerca di far comprendere quanto sia spregevole chiedere a qualcuno di porsi al di sopra di tutti, usando quella che si può indubbiamente definire una parabola. Ambizione, cupidigia, desiderio di potere, i sentimenti di Abimèlech sono così umani, eterni e immutabili. Quale uomo avendone l'occasione e addirittura esortato da altri uomini di potere non si metterebbe al comando, non si porrebbe al di sopra di tutti? Eppure Iotam spiega così bene la vacuità del potere: non l’ulivo, né il fico e nemmeno la vite vogliono porsi al di sopra degli alberi e governarli, perché  vogliono semplicemente continuare ad essere ciò che sono e produrre i loro preziosi frutti. Esattamente come Gesù ha servito noi, donandoci il suo infinito amore, sacrificando la sua vita per noi. Il senso del servizio in fondo non è quello di mettersi a servire gli altri? Donando le proprie capacità, così come gli alberi donano i loro frutti, donandosi così come il figlio di Dio si è donato a noi? Eppure come è facile cadere nella stessa ambizione del rovo. Solo lui accetta, lui semplice cespuglio vuole essere re degli alberi, sovrastandoli e addirittura minacciandoli, in fondo la storia dell’umanità è colma di uomini che si sono proclamati re, imperatori, dittatori e hanno servito solo loro stessi e la loro cupidigia. Certo non è facile mettersi al servizio del prossimo, ma lo si deve fare soprattutto quando si rivestono ruoli di potere e di governo, proprio perché gli altri dipendono da noi, dalle nostre scelte. Come cristiani ne abbiamo addirittura il dovere, altrimenti forse è sufficiente essere semplicemente se stessi e limitarsi a donare i propri frutti nella quotidianità.                   

 

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