Giudici 6,11-24a con il commento di Barbara De Geronimo



Dal libro dei Giudici
Gdc 6,11-24a 

Testo del brano
In quei giorni, l’angelo del Signore venne a sedere sotto il terebinto di Ofra, che apparteneva a Ioas, Abiezerita. Gedeone, figlio di Ioas, batteva il grano nel frantoio per sottrarlo ai Madianiti. L’angelo del Signore gli apparve e gli disse: «Il Signore è con te, uomo forte e valoroso!». Gedeone gli rispose: «Perdona, mio signore: se il Signore è con noi, perché ci è capitato tutto questo? Dove sono tutti i suoi prodigi che i nostri padri ci hanno narrato, dicendo: “Il Signore non ci ha fatto forse salire dall’Egitto?”. Ma ora il Signore ci ha abbandonato e ci ha consegnato nelle mani di Madian». Allora il Signore si volse a lui e gli disse: «Va’ con questa tua forza e salva Israele dalla mano di Madian; non ti mando forse io?». Gli rispose: «Perdona, mio signore: come salverò Israele? Ecco, la mia famiglia è la più povera di Manasse e io sono il più piccolo nella casa di mio padre». Il Signore gli disse: «Io sarò con te e tu sconfiggerai i Madianiti come se fossero un uomo solo». Gli disse allora: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, dammi un segno che proprio tu mi parli. Intanto, non te ne andare di qui prima che io torni da te e porti la mia offerta da presentarti». Rispose: «Resterò fino al tuo ritorno». Allora Gedeone entrò in casa, preparò un capretto e con un’efa di farina fece focacce àzzime; mise la carne in un canestro, il brodo in una pentola, gli portò tutto sotto il terebinto e glielo offrì. L’angelo di Dio gli disse: «Prendi la carne e le focacce àzzime, posale su questa pietra e vèrsavi il brodo». Egli fece così. Allora l’angelo del Signore stese l’estremità del bastone che aveva in mano e toccò la carne e le focacce àzzime; dalla roccia salì un fuoco che consumò la carne e le focacce àzzime, e l’angelo del Signore scomparve dai suoi occhi. Gedeone vide che era l’angelo del Signore e disse: «Signore Dio, ho dunque visto l’angelo del Signore faccia a faccia!». Il Signore gli disse: «La pace sia con te, non temere, non morirai!». Allora Gedeone costruì in quel luogo un altare al Signore e lo chiamò «Il Signore è pace».

 

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
A.Fulero. Night Snow. YouTubeStudios. Diritti Creative Commons

Meditazione
Barbara De Geronimo

Meditazione
Questo brano ci presenta Gedeone, uno dei 12 Giudici che il Signore suscitò in Israele per salvare il suo popolo, un uomo forte e valoroso, come dice l’angelo del Signore mandato a chiamarlo perché compisse il disegno di Dio.

Come è umano il dubbio di Gedeone quando chiede all’angelo dove sia il Signore che ha abbandonato il popolo israelita nelle mani dei nemici, dove siano i suoi prodigi.. Com’è facile immedesimarsi in questa osservazione, un dubbio questo che ogni cristiano avrà avuto almeno una volta di fronte a tutto il male che l’uomo è capace di fare. 

Eppure il Signore, non più l’angelo, lo incita ad andare con la sua forza, sebbene sia la forza di un dubbio, che nasce comunque dalla forza della sua fede, la stessa che lo spinge a non arrendersi ai nemici, che lo guida a continuare la sua vita nei gesti della quotidianità, anche se in segreto. Il Signore lo manda, in modo chiaro: «non ti mando forse io?».

Mandati, questo è il senso di essere figli di Dio. Come Gesù in Mt 28, 19: «Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli», ognuno è chiamato e mandato a compiere la volontà del Signore, anche nei momenti più difficili, anche quando ci sentiamo abbandonati. Perché in fondo al nostro essere non lo sappiamo forse che Lui è lì con noi? Dobbiamo andare, anche con le nostre poche forze, con i nostri dubbi e le nostre paure, perché solo testimoniando la Parola del Signore possiamo salvarci e salvare gli altri. 

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