Deuteronomio 34,1-12 con il commento di Marta Olivieri



Dal libro del Deuteronomio
Dt 34,1-12 

Testo del brano
In quei giorni, Mosè salì dalle steppe di Moab sul monte Nebo, cima del Pisga, che è di fronte a Gerico. Il Signore gli mostrò tutta la terra: Gàlaad fino a Dan, tutto Nèftali, la terra di Èfraim e di Manasse, tutta la terra di Giuda fino al mare occidentale e il Negheb, il distretto della valle di Gerico, città delle palme, fino a Soar. Il Signore gli disse: «Questa è la terra per la quale io ho giurato ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe: “Io la darò alla tua discendenza”. Te l’ho fatta vedere con i tuoi occhi, ma tu non vi entrerai!». Mosè, servo del Signore, morì in quel luogo, nella terra di Moab, secondo l’ordine del Signore. Fu sepolto nella valle, nella terra di Moab, di fronte a Bet-Peor. Nessuno fino ad oggi ha saputo dove sia la sua tomba. Mosè aveva centoventi anni quando morì. Gli occhi non gli si erano spenti e il vigore non gli era venuto meno. Gli Israeliti lo piansero nelle steppe di Moab per trenta giorni, finché furono compiuti i giorni di pianto per il lutto di Mosè. Giosuè, figlio di Nun, era pieno dello spirito di saggezza, perché Mosè aveva imposto le mani su di lui. Gli Israeliti gli obbedirono e fecero quello che il Signore aveva comandato a Mosè. Non è più sorto in Israele un profeta come Mosè, che il Signore conosceva faccia a faccia, per tutti i segni e prodigi che il Signore lo aveva mandato a compiere nella terra d’Egitto, contro il faraone, contro i suoi ministri e contro tutta la sua terra, e per la mano potente e il terrore grande con cui Mosè aveva operato davanti agli occhi di tutto Israele.

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
A.Fulero. Pirouette. YouTubeStudios. Diritti Creative Commons

Meditazione
Marta Olivieri

Meditazione
A volta Signore sembri beffarti di noi. A volte la vita è davvero ironica. Ma come? Mosè era ad un passo dall’entrare nella terra promessa e.. non l’hai fatto entrare. Era ad un passo dal toccare con mano quanto aveva atteso per una vita, e non è stato possibile? Perché tutto ciò? Perché capita nella mia vita che le cose, all’ultimo, non vadano come avevo immaginato? Che all’ultimo il destino sembra remare contro? Bello spunto di riflessione! Forse perché noi non siamo Dio, non possiamo avere tutto sotto controllo e, soprattutto, non possiamo sostituirci all’unico Creatore. Se ci penso bene, se le cose andassero esattamente come ho in mente io, mi sentirei un po’ un dio: come potrei sentire di avere bisogno di Dio? Se le cose andassero esattamente come dico io, non ci sarebbe posto per la Provvidenza, che mi fa apprezzare ciò che non mi aspettavo. Forse userei le cose a mio piacimento e mi sentirei padrona anche del futuro. Per fortuna Dio è più saggio e il più delle volte non ci rende controllori di tutto.. meno male! Chissà che guai faremmo! Chissà come ci sentiremmo onnipotenti! E non ci sarebbe posto per Dio. Potremmo fare tutto noi. Ci sentiremmo invincibili. Ma «quando sono fragile, è allora che sono forte», quando sono limitata, è allora che mi sento creatura, quando mi sento figlia, è allora che ho bisogno di un Padre e lo riconosco.. Grazie Dio, perché vedi più lontano di me..

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