1Pietro 4,7-13 con il commento di Simone Fagioli



Dalla prima lettera di Pietro
1Pietro 4,7-13

Testo del brano
Carissimi, la fine di tutte le cose è vicina. Siate dunque moderati e sobri, per dedicarvi alla preghiera. Soprattutto conservate tra voi una carità fervente, perché la carità copre una moltitudine di peccati. Praticate l’ospitalità gli uni verso gli altri, senza mormorare. Ciascuno, secondo il dono ricevuto, lo metta a servizio degli altri, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio. Chi parla, lo faccia con parole di Dio; chi esercita un ufficio, lo compia con l’energia ricevuta da Dio, perché in tutto sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartengono la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen! Carissimi, non meravigliatevi della persecuzione che, come un incendio, è scoppiata in mezzo a voi per mettervi alla prova, come se vi accadesse qualcosa di strano. Ma, nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare.

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Gabriele Fabbri

Meditazione
Simone Fagioli

Meditazione
Caro Pietro, questo mio commento alla tua lettera chiuderà un’esperienza che ho avuto la fortuna di vivere nei mesi della quarantena. Le tue parole mi hanno accompagnato lungo il mio personale cammino spirituale, mi hanno fatto compagnia durante la solitudine da virus, mi hanno provocato, risvegliando quella voglia di ascoltare Dio, spesso rinchiusa dentro la mia accidia da divano. Oggi vorrei scriverti e regalarti il mio grazie. Sei stato capace di parlarmi di un Dio, di un Padre, di un Figlio servendoti solo di parole d’amore. Ti considero un caro amico, capace di guidare le mie riflessioni, capace di aspettare e rispettare le mie tempistiche, capace di accogliere le mie incertezze, le mie ironie. Attraverso te, caro Pietro, il mio cuore si sintonizza ancor più con quello di Gesù. Credo che, usando termini social, i santi siano la “fibra” voluta da Dio per navigare sempre più nel mare della Verità, ossia la parola di Dio. Credo che i santi siano quella “rete” che nel tempo ha avuto la sua conversione. E’ passata da rete di pescatori a rete di pesca-cuori.  La parte più bella di questa lettera, secondo me è che non fa distinzioni nei lettori. E’ una guida non solo per il cristiano, ma per tutte quelle persone che desiderano amarsi ed amare gratuitamente.  Pietro per prima cosa ci chiede di essere “moderati e sobri” nei confronti della preghiera. Ci chiede quindi di essere equilibrati,  nelle richieste ma anche nel controllo di noi stessi. Ci chiede in poche parole di “non esagerare”. Il dialogo con il Padre e quindi con ogni nostro fratello e sorella deve essere un dialogo di pace. Sincero, trasparente. Dobbiamo essere noi stessi, con le nostre difficoltà ma anche con i nostri entusiasmi. Senza paura di essere giudicati per ciò che siamo. Spesso noi giovani ci ubriachiamo per ricercare un’evasione. Un’evasione dal nostro carattere, dal nostro aspetto fisico, dalle nostre paure e insicurezze. Quando facciamo fatica ad amarci, evadiamo. Dio ama queste nostre insicurezze, queste nostre paure, ecco perché ci vuole moderati, ci vuole sobri. Perché ci vuole veri. A Dio interessa la parte reale, vera, originale del nostro nome. Non so come Dio possa davvero amarci cosi come siamo. E’ davvero un mistero. Ma ci voglio credere perché lo sento quando parlo con Lui. Sento che il mio cuore è capace ad aprirsi durante la preghiera. Questo a me basta per sentirmi amato. Pietro in seguito parla di “conservare la carità”. Aiutare il prossimo, il piccolo, l’indifeso, il malato ma non solo, aiutare chi fa del male, aiutare chi va contro la giustizia. Dio ci vuole pronti per regalare amore a chi ne ha bisogno. Regalare amore al prossimo copre i nostri peccati. Attenzione: non parla di eliminare i nostri peccati, ma li copre. Quando noi copriamo una cosa la custodiamo, i nostri occhi non la vedono più ma rimane lì. Un po’ come a dire fare del bene ci aiuta a coprire e quindi a non vedere più i nostri peccati. Amare il prossimo ci aiuta a cambiare sguardo sui nostri peccati. Aiuta a perdonarci. Ma aiutare come?.. Anche qui la risposta di Pietro non tarda a venire. Aiutare il prossimo servendosi del “proprio dono ricevuto”. Vi siete mai chiesti: “quali doni mi ha fatto Dio?”. Ognuno di noi ha un dono. E’ un dono celeste, che viene dal cielo. E’ un dono che va trovato, accolto, accettato , coltivato e usato per amore del prossimo. Dio, attraverso questo dono, ci da una grossa responsabilità. Spetta a noi decidere come usare questo dono. Se questo dono lo usiamo per il solo scopo personale allora non ci sarà frutto,  la pianta si seccherà e il seme che Dio ha piantato nel nostro cuore affogherà nella solitudine. Dio ci vuole coraggiosi: coraggio! Coltivate il vostro dono, fatelo fruttare! Pietro conclude invitandoci a vivere in Dio attraverso l’amore di suo figlio Gesù. Pietro ci dà una guida da seguire. Tutto qua. Come sempre l’ultima scelta è e sarà la nostra.
Concludo ringraziando il “Magro”, per gli amici Cristian Messina, per avermi regalato l’occasione di mettermi in gioco fra le righe di un folle pescatore.
Ringrazio di cuore chi mi ha ascoltato e vi auguro di vivere in Dio. Sempre.

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