1Pietro 1,10-16 con il commento di Simone Fagioli



Dalla Prima lettera di Pietro
1Pietro 1,10-16

Testo del brano
Carissimi, sulla salvezza indagarono e scrutarono i profeti, che preannunciavano la grazia a voi destinata; essi cercavano di sapere quale momento o quali circostanze indicasse lo Spirito di Cristo che era in loro, quando prediceva le sofferenze destinate a Cristo e le glorie che le avrebbero seguite. A loro fu rivelato che, non per se stessi, ma per voi erano servitori di quelle cose che ora vi sono annunciate per mezzo di coloro che vi hanno portato il Vangelo mediante lo Spirito Santo, mandato dal cielo: cose nelle quali gli angeli desiderano fissare lo sguardo. Perciò, cingendo i fianchi della vostra mente e restando sobri, ponete tutta la vostra speranza in quella grazia che vi sarà data quando Gesù Cristo si manifesterà. Come figli obbedienti, non conformatevi ai desideri di un tempo, quando eravate nell’ignoranza, ma, come il Santo che vi ha chiamati, diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta. Poiché sta scritto: «Sarete santi, perché io sono santo».

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Gabriele Fabbri

Meditazione
Simone Fagioli

Meditazione 
Proseguendo la lettura della lettera made in Pietro la mia attenzione si addormenta tra le parole che chiudono il versetto 12: «cose nelle quali gli angeli desiderano fissare lo sguardo». 
Non so come ve li immaginate voi gli angeli. Per quanto mi riguarda sono i classici bimbi alati, capello riccio tendente al castano chiaro, occhi azzurri, fisionomia perfetta pronti per essere ingaggiati per qualsiasi pubblicità di pannolini, creme per viso o qualsiasi altro prodotto per neonati. Sorpassando l’aspetto fisico aggiungo anche che gli angeli, sempre secondo me, rappresentano un po’ l’esercito di Dio. Sono “roba” di Dio. Vivono insieme a lui. Fanno i loro viaggi tra paradiso e terra, ci aiutano, ci proteggono, ci guidano, ci lasciano fare. Sì ma allora, come è possibile che possano esistere cose capaci di deliziare, di sorprendere, di meravigliare lo sguardo di un angelo? E qui caro Pietro me lo smonti sto povero angelo. Pensavo fosse nato per essere pronto a tutto eppure tu mi dici che le “cose” di Dio sono capaci di incantarlo? Ma allora la domanda viene spontanea: quali sono queste “cose” così belle mandate dal cielo? Quali sono queste grandi opere di Dio?
Mentre mi imbattevo sul web tra Coronavirus e Corona Extra sono capitato su un articolo che riprendeva le parole di un’omelia di papa Bergoglio, il quale concludeva il suo discorso riportando le parole del vangelo di Giovanni: «questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Ecco il concetto di fede è di nuovo fra noi. Credere in Gesù.
Ho la sensazione però che questa volta, al concetto di fede, Pietro gli dia un “sapore in più”. Se all’inizio della lettera parlava dell’importanza delle fede sottolineando i dettagli (vedi il non uso della vista o la consapevolezza di dover affrontare delle prove di fede), ecco ora ci allega un ulteriore dettaglio. Lega la fede ad una straordinaria bellezza. Una bellezza capace di folgorare anche gli angeli. Nel profondo del mio cuore sento che quella bellezza è Gesù. Gesù è il sapore della fede. 

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