1Pietro: Introduzione



Introduzione alla Prima lettera di Pietro
Questa lettera “pastorale”, scritta per incoraggiare i destinatari cristiani a stare nelle diverse e difficili situazioni della vita, e a farlo così come fece Gesù, è di fatto la prima enciclica della storia. Si tratta cioè di una lettera “circolare” (questo il significato di encýclica in latino), fatta girare alle piccole comunità – fondate precedentemente da Pietro – sparse nelle regioni centro-settentrionali dell’attuale Turchia, al tempo Ponto, Galazia, Cappadòcia, Asia e Bitinia, quelle zone in cui vivevano i cristiani della diaspora (dal greco “dispersione, disseminazione”), destinatari anche delle lettere di Giacomo e di Giuda. La diaspora, da iniziale segno di benedizione (il «siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela» di Gn 1,28) diventò in seguito maledizione, come dimostra l’episodio della torre di Babele (cfr. Gn 11,7). Nel Nuovo Testamento è inoltre effetto delle persecuzioni, ma anche e soprattutto occasione di diffondere il Vangelo tra le genti! 
L’autore di questo scritto viene identificato dalla tradizione con l’apostolo Pietro, anche se alcuni ne hanno messo in discussione l’autenticità per alcune ragioni, in particolare per via dello stile raffinato e di alto livello della lingua greca in cui è scritta, difficile da poter attribuire al pescatore di Galilea. Tali obiezioni non sono tuttavia decisive, dato che Pietro potrebbe aver tranquillamente affidato la redazione del testo ad un collaboratore, ad esempio Silvano. 
La lettera, databile verosimilmente intorno al 70-80 d.C., per alcuni è divisibile in tre parti, per altri in quattro. Se teniamo per buona la seconda ipotesi abbiamo, comprese tra l’indirizzo-saluto iniziale e la conclusione, quattro esortazioni: la prima è rivolta ai cristiani di origine pagana (1,13-2,10); la seconda è un insegnamento circa la condotta da tenere in mezzo ai pagani (2,11-3,12); segue un invito alla fiducia di fronte alle ostilità del mondo (3,13-4,11); chiudono infine quella nell’imminenza della persecuzione ed altre esortazioni particolari (4,12-5,11). 
Curioso tra l’altro che nell’intero scritto, 105 versetti in tutto, non compaia mai la parola “Chiesa” (decisiva nel linguaggio paolino), sostituita con “fraternità”, da intendersi come “comunità di fratelli”.            

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Gabriele Fabbri

Scarica la nostra App su