Mistagogia: Liturgia eucaristica (Introduzione)



Liturgia eucaristica
Inizia con la presentazione dei doni, solitamente chiamata offertorio. In questo momento l’altare viene preparato e ad esso vengono portati i doni, cioè il pane e il vino che diventeranno corpo e sangue di Cristo. Nelle celebrazioni più solenni si assiste a volte alle incensazioni: ai doni posti sull’altare, alla croce, allo stesso altare.. per indicare che l’offerta della Chiesa e la sua preghiera si innalzano come incenso al cospetto di Dio, dopodiché si incensa anche il presbitero, per via del suo sacro ministero e il popolo intero, per la dignità ricevuta in forza del Battesimo. Tutto ciò sta ad indicare che su quell’altare, una calamita sulla quale in quel momento cielo e terra si baciano, tutto il creato è trasformato. E’ per questo che ha un altro significato se pane e vino vengono portati direttamente dai fedeli, così come è importante che le ostie vengano consacrate in quella liturgia: in quell’ostia infatti ci sono anch’io! L’offertorio è anche la parte più adatta per raccogliere offerte in denaro che, ben aldilà del voler “fare cassa”, simboleggiano l’impegno concreto dell’amore fraterno e la partecipazione dei cristiani alla vita materiale e ai bisogni della Chiesa, si tratti dei poveri in senso stretto o del mantenimento di alcuni servizi utili all’intera comunità. Segue il lavabo, la lavanda delle mani del presidente, che in origine aveva funzione pratica (quando all’altare i doni “concreti” che venivano portati per i bisogni della comunità erano galline, polli e via dicendo), mentre oggi richiama la purificazione interiore di chi presiede la celebrazione il quale, a bassa voce dice «Lavami Signore dalle mie colpe, purificami dai miei peccati». Il momento termina con la orazione sulle offerte, con la quale il presbitero invita i fedeli ad unirsi a lui in preghiera.

Adesso inizia la grande Preghiera Eucaristica, il fulcro di tutta la Messa, il momento in cui tutta l’assemblea si unisce a Cristo nel magnificare le grandi opere di Dio e nell’offrire il sacrificio. Essa inizia con le parole «In alto i nostri cuori..», il dialogo che introduce il prefazio (dal latino “parola detta pubblicamente”), che comincia con le parole «E’ veramente cosa buona e giusta..». 

In questa grande preghiera: 

- si rende grazie;
- la chiesa terrestre si unisce a quella celeste cantando il Santo;
- avviene la prima epiclesi (in greco “chiamare sopra”), si invoca cioè la potenza dello Spirito Santo affinché trasformi il pane e il vino nel corpo e nel sangue di Gesù;
- segue il racconto dell’istituzione dell’Eucaristia nell’ultima cena;
- il pane e il vino vengono consacrati, cioè realmente trasformati;
- c’è poi l’anamnesi, dal greco “ricordo”, in cui si ricorda appunto la passione, risurrezione e ascensione al cielo di Gesù;
- l’offerta. La Chiesa, in particolare quella radunata in quel momento e in quel luogo, offre al Padre, nello Spirito Santo, la vittima: è il momento in cui ci viene chiesto di offrire noi stessi su quell’altare!
- segue la seconda epiclesi, questa volta sui comunicandi, cioè sull’assemblea, affinché lo Spirito Santo la renda “una cosa sola”. 
- le preghiere di intercessione per tutta la Chiesa, a ricordarci che in quel momento siamo in comunione con gli uomini di tutta la terra e di tutti i tempi. I confini spazio-temporali sono infranti, e questo accade realmente, primo segno che durante la Messa ci è data un’anticipazione della vita eterna;
- la dossologia finale, formula che esprime gloria, dal greco doxa, cui l’assemblea risponde «amen» (dall’ebraico “è vero”, “certamente”, “sia così come hai detto”, “ci sto”, ecc..): il più importante di tutta la Messa, la “firma” all’intera Preghiera Eucaristica.
Alla Preghiera Eucaristica seguono i riti di comunione:

- il Padre nostro;
- lo scambio della pace: prima di fare comunione con il Corpo di Gesù la facciamo tra noi;
- la frazione del pane, nome col quale agli inizi veniva chiamata la Messa, un gesto che sta ad indicare come i molti fedeli costituiscono un solo corpo. Il ministro ordinato spezza il pane, Gesù, pane spezzato che si dona a tutti, e segue l’Agnello di Dio;
- si fa la Comunione propriamente detta, che è bene sia accompagnata da un canto, che favorisce il raccoglimento, manifesta la gioia per quanto sta accadendo e sottolinea il carattere comunitario della processione;
- il rito di comunione termina con l’orazione detta dopo comunione (terza ed ultima) nella quale invoca i frutti del mistero celebrato.

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
C.Franck, Panis angelicus, Mass Op.12, Michel Rondeau, IMSLI, Diritti Creative Commons

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