16 Luglio Beata Vergine Maria del Monte Carmelo (Catechesi dialogata)



Beata Vergine Maria del Monte Carmelo (16 luglio) 
«Beata Maria Vergine del Monte Carmelo, dove un tempo il profeta Elia aveva ricondotto il popolo d’Israele al culto del Dio vivente e si ritirarono poi degli eremiti in cerca di solitudine, istituendo un Ordine di vita contemplativa sotto il patrocinio della santa Madre di Dio». Con queste parole il Martirologio, il grande libro “ufficiale” dei santi, ci introduce alla memoria di oggi. 

Ovvero?
Il Messale precisa che si tratta di una memoria di origine devozionale. Nel XII secolo, o forse ancor prima, iniziarono a riunirsi sul Monte Carmelo (in ebraico Kerem-El, letteralmente “Vigna di Dio”) alcuni eremiti, che, pur non avendo un vero fondatore, consideravano il profeta Elia come loro patriarca e modello, ma si affidarono da subito alla protezione di Maria, onorata come Vergine del Carmelo. 

È il celebre ordine dei carmelitani!
Proprio loro. Nel 1209, il patriarca latino di Gerusalemme sant’Alberto di Vercelli, diede loro una regola di vita alquanto severa, approvata nel 1226 da Onorio III e successivamente “addolcita” da Innocenzo IV, che inserì i carmelitani fra gli ordini mendicanti, di cui fanno parte anche i francescani e i domenicani. 

Cosa ne fu di questi eremiti in seguito?
Cacciati dai musulmani nel XIII secolo, lasciarono la Palestina per diffondersi in Europa, soprattutto nelle maggiori sedi universitarie: Oxford, Cambridge, Parigi e Bologna. Ma il loro spirito originario, come spesso succede, andò col tempo affievolendosi, per cui seguirono diversi tentativi di riforma, la più importante delle quali nel XVI secolo ad opera di Teresa d’Avila e Giovanni della Croce. 

Quali esiti ebbe quest’ultima riforma?
Diede origine a due rami dell’ordine: i “carmelitani scalzi” (che non indossando calzature si richiamano ad una certa povertà o penitenza), riconosciuti da papa Clemente VIII nel 1593, e quelli “calzati”. Lo stesso avvenne per il ramo femminile, che oggi rappresenta forse l’ordine monastico contemplativo col maggior numero di unità, circa 13.000.

Ai carmelitani è spesso associato lo scapolare, che cos’è per l’esattezza?
Si tratta di un oggetto legato ad un episodio particolare: mentre pregava, al carmelitano Simone Stock apparve Maria accompagnata da una moltitudine di angeli. La Vergine, tenendo in mano lo scapolare, gli disse che tale dono avrebbe salvato chiunque lo avesse indossato. Concretamente si tratta di una striscia di stoffa che pende sul petto e sulle spalle, o meglio sulle scapole, da cui il nome. 

Per quali ragioni lo si mette?
In origine sopravveste dei monaci benedettini, oggi è un oggetto devozionale portato anche dai laici, in tal caso una striscia più contenuta, indossata sotto gli indumenti, a stretto contatto con la pelle. Pio XII l’11 febbraio del 1950 affermò in una bolla papale che lo scapolare, inteso come “veste mariana”, simbolo di protezione da parte della Vergine, «è alla portata di tutti», e fa parte dei sacramentali, quegli atti di culto – molto cari alla religiosità popolare – strettamente connessi ai sacramenti. Altri sacramentali sono ad esempio la benedizione, l’imposizione delle ceneri, il Rito delle Esequie, gli esorcismi, e così via.       

«Assisti i tuoi fedeli, Signore, nel cammino della vita, e per l’intercessione materna della beata Vergine Maria, fa’ che giungiamo felicemente al tuo santo monte, Cristo Gesù, nostro Signore» (Preghiera Colletta). 

 

Recita
Vittoria Salvatori, Cristian Messina

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

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