La spiritualità degli scritti (Introduzione al Diario di Anna Masi)



Gli scritti di Anna
“lo sono Anna Masi di 13 anni e frequento la III A media di Miramare e questo è il mio primo diario. Io scrivo questo diario perché penso che, un giorno, qualcuno, ma forse, molto probabilmente, io stessa, troverà in questo diario, rileggendolo, qualcosa che lo renderà felice e se questo qualcuno sarò io troverò in questo diario il mio giovane passato e tanta felicità’’.

Comincia così la fitta attività amanuense di Anna che, giorno dopo giorno, anno dopo anno, fissa su carta i suoi pensieri, i suoi sentimenti e soprattutto il suo dialogo con Gesù. Anna infatti non scrive di sé, ma scrive di Dio; anzi non scrive di Dio, ma scrive a Dio, o meglio scrive Dio.
Il suo scrivere è un pregare, il suo pregare è un confidare, il suo confidare è un amare. Amare Dio è il suo assillo e la sua consolazione, il suo impegno e il suo dramma, la sua fede e la sua speranza.
Gli scritti di Anna, alla luce del mistero pasquale, vanno letti davvero come preghiere.
Proviamo allora a tracciare alcune linee spirituali che ritroviamo nei suoi scritti per entrare così in modo più consapevole nella lettura degli stessi.

"Il Signore incarnandosi ha sposato l’umanità... ha sposato ciascuno di noi nel Battesimo... ogni giorno ci sposa nell’Eucaristia... si confonde nella nostra povera e fragile carne per amore... ci inonda del suo amore e ci spinge a ridonarlo” (Natale 1992).

Una spiritualità dell'Incarnazione
Il Dio dell’Anna è il Dio di Gesù Cristo, il Dio che si è fatto uomo, il Dio che si è fatto carne. In un momento storico in cui l’Umanità del Signore sembra perdersi sulle vie spiritualistiche dell’Oriente, Anna nei suoi scritti riafferma l’essenzialità del cristianesimo: Dio si è fatto uomo! La novità cristiana non sta in un dono qualunque, ma nel dono di Dio stesso, un Dio che vive, che piange, che ride, che soffre, che muore come noi e che risorge come noi siamo chiamati a fare: "Signore oggi ti doni tutto, dai la tua vita per me, oggi mi sposi: Ieri mi hai dato il Tuo corpo per sempre, oggi mi dai tutta la Tua vita per sempre, oggi sposi la Chiesa. Tutto per me, Tutto per lei, Tutto per tutti” (9 Aprile 1993).

Una spiritualità al femminile
E’ chiaro che una donna si esprime con i tocchi che gli si addicono e quindi con la finezza, la tenerezza, l'intimità e le altre caratteristiche tipicamente femminili. 
Le preghiere dell’Anna non sono neutre, ma rivelano la sua sessualità: "TU. Questo Tu che io cerco che mi realizza, che mi da gioia, che mi riempie, che mi completa, che mi feconda, che mi fa essere madre, sorella, amica, che mi accoglie, che mi fortifica, che mi guida, che mi ama, che mi da tenerezza, che mi sostiene, che mi è intimo, che mi da gioia che mi da vita. Questo TU è il mio sposo! Questo “Tu” sei Tu Signore! (17 Giugno 1993).
E’ la tenerezza di una madre, è la dolcezza di una sorella, ma è soprattutto l’intimità di una sposa. “Con la voglia di essere sempre più Tua e data per il mondo con la voglia di seguirti sempre nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti e di onorarti tutti i giorni della mia, vita” (16 Ottobre 1992).
Il termine "sposa di Gesù” farà certamente “rabbrividire” non solo i non credenti, ma anche qualche uomo di Chiesa; ma credetemi... non c’è pagina dove non sia presente questa realtà sponsale:
"Essere tua! Essere tua sposa! Due sposi possono passare due giorni senza guardarsi un po’ negli occhi, senza darsi un bacio, senza dimostrarsi in qualche modo l’Amore...” (9 Agosto 1993).

Anna non inventa niente di nuovo in quello che scrive, è solamente “figlia” di una santa del cielo che ha fatto del matrimonio spirituale il centro della propria spiritualità: Chiara d’Assisi. Essere sposa di Gesù Cristo è aver sperimentato dal di dentro l’indissolubilità dell’Alleanza, la verginità dell’Annunciazione, il Mistero della Chiesa.

Il Linguaggio degli scritti. Un linguaggio sensuale
Questo termine sensuale che ci ricorda più facilmente il suo risvolto negativo, collegato al mondo della seduzione, è sicuramente il più azzeccato per descrivere il linguaggio dell’Anna: "Ti riconsegno il mio cuore, le mie mani, la mia testa, il mio vigore e la mia tenerezza, le mie braccia, le mie gambe, il mio seno, la mia pancia, la mia sessualità, i miei occhi, la mia genitalità, i miei capelli, i miei orecchi, la mia schiena, le mie spalle, il mio sedere, la mia paura, la mia gioia... ” (10 Agosto 1993). 

Una spiritualità incarnata non usa termini astratti, ma si esprime con il linguaggio della concretezza, del corpo, della carne. E’ il corpo che comunica, è il corpo che manifesta l’invisibile, è il corpo che si esprime davanti a Dio. I Padri della Chiesa hanno fatto scuola in questo senso da sant’Ireneo “il teologo della carne” ad Origine "il teologo dei sensi spirituali". Ai sensi esterni corrispondono i sensi interni ed è l’armonia del corpo che rivela l’armonia dell’anima: "La sua sinistra è sotto al mio capo e la sua destra mi abbraccia (Ct. 2.6)... mi vuoi sposa...stare con Te in questo abbraccio... in cui non si può far nient*altro che stare..." (13 Agosto 1993). Guardare il corpo come segno visibile dell’Invisibile non è solo recuperare un tipo di spiritualità divenuta così rara nella religiosità popolare, ma è soprattutto ridare dignità a quella immagine del corpo femminile, che troppo spesso viene presentato e svilito come “usa e getta”. La bellezza salverà il mondo -diceva Dostojevskij-, ma la bellezza trasfigurata, la bellezza che si fa trasparenza, la bellezza che rimanda a Dio: "Vorrei essere bellissima per poter essere più degna di questo" (10 Aprile 1993).

Un linguaggio del paradosso
I segni dei tempi devono poter parlare all’uomo di oggi! Oggi il linguaggio è quello delle immagini, dei video clip, del canto o comunque della Parola che parla al cuore. "Signore sono qui ai tuoi piedi NUDA e LEBBROSA. Sanami! Ti prego!" (11 Novembre 1992). Il linguaggio che prega non ha senso logico, ma si impone con la forza dell’immagine. Ogni parola ha vita in sé, ha una carica personale tutta sua che non cerca la finezza dei termini, ma l’incisività della comunicazione. Chi ha Dio, comunica Dio! Il paradosso, che può sembrare negativo nel galateo della forma letteraria e addirittura falso, perché appunto paradossale, negli scritti dell’Anna assume la sua verità più piena e la sua intenzione più profonda: "voglio stare con Te, voglio fare l’Amore con Te..." (10 Agosto 1993). Il sottolineare, il mettere i puntini, il fermare con gli esclamativi sono tutti accorgimenti che parlano assieme alle parole, a volte troppo povere per comunicare l’infinito. A nulla servirebbe dilungare il discorso..
Il dramma dei mistici, cioè di coloro che sperimentano l’incontro con Gesù Cristo, è proprio l’impossibilità di esprimere l’inesprimibile: "E’ Lui l’unica ricchezza, l’unico amore, l’unica speranza. .. l’unico. Quant’è vero questo” (dal Testamento).

Un linguaggio cantato
Chi canta prega due volte -diceva sant’Agostino-, e diceva bene. L’ultima preghiera di san Francesco, la più bella, il Cantico delle Creature nasce come canzone. Il canto alza il tono della parola, la fa uscire da sé, la fa elevare a Dio. Non poche volte l’Anna esce dalle parole per parlare con i canti: “Signore ho bisogno della Tua presenza, cerco la Tua voce. Dove sei? Soffia proprio qui!!” (8 Aprile 1993) Come non riconoscere il canto del Gen Rosso "Cerco la tua voce”? Sono i canti che evocano e ci vengono in aiuto per esprimere un'idea, un'immagine, un ricordo. Non canti ricercati e raffinati, ma canti semplici, orecchiabili, belli e...sacri!
A volte possono però aiutare anche quelli non sacri: “Se hai bisogno di me e io di noi fatti sentire, dicci se siamo troppo presenti o troppo assenti...perché un amico se lo svegli di notte, è capitato già, esce in pigiama e prende anche le botte e poi te le ridà... (R. Cocciante)”. (25 Agosto 1992)

Questi ultimi tre anni sono stati anni di innamoramento; dal giorno della professione Anna si definisce una sposa innamorata.
Certo non sono mancati anche i momenti di fatica, ma tutti rimanevano dentro il guscio della Grazia divina, e facilmente la tristezza e l’avvilimento si lasciavano prendere dall’ingranaggio positivo della conversione. 
Così, giusto per dargli un ordine, il libretto è suddiviso in cinque parti che danno un criterio spirituale agli scritti:
la prima, la conversione
la seconda, l’incontro con Cristo
la terza, l’amore per Dio
la quarta, l’amore per i fratelli
la quinta, la vita eterna.

Ognuno di questi temi è preceduto da una concisa presentazione con riferimenti brevissimi a S.Francesco d’Assisi, da cui Anna traeva la sua spiritualità.
Il lavoro, ripeto, è molto semplice e sicuramente limitato a pochissimi scritti, ma vuole rendere un omaggio doveroso a chi ha speso l’intera sua vita a servizio di Dio e dei fratelli e vuole soprattutto aiutare tutti noi a camminare nella fede così come Anna ha fatto.
Nelle varie tappe spirituali siamo inseriti anche tutti noi che come Anna vogliamo crescere nella conoscenza del Signore. Anche noi come lei attraversiamo momenti di debolezza e di tentazioni o di forza e di gioia, anche noi siamo presi dall’entusiasmo di seguire Gesù e poi cadiamo nel peccato di ogni giorno e poi ci avviliamo, ma alla fine troviamo il coraggio di rialzarci e di ricominciare. Anna è un modello per tutti noi su come la vita vada vissuta fino in fondo, come un dono prezioso che gratuitamente abbiamo ricevuto e gratuitamente diamo a Colui che ce l’ha donato. Né volontarismo, né orgoglio, ma tanta umiltà e la certezza incrollabile che il Signore non le avrebbe mancato di nulla e che l’avrebbe condotta a “pascoli erbosi” e ad “acque tranquille”.

Sia, quindi, questo libretto un aiuto semplice ed immediato alla nostra fede e un segno per far memoria di un’amica a noi tutti cara.

 

Recita
Anna Paradisi, don Franco Mastrolonardo

I testi sono tratti da:
Anna Masi, Come una sposa innamorata. A cura di Franco Mastrolonardo. Edizioni Il Ponte, Rimini, 2004

Come una sposa innamorata
Gli audio di questa Praylist sono registrazioni tratte dal libro "Come una sposa innamorata", edito da "Il Ponte" e curato da don Franco Mastrolonardo e intendono presentare la figura di Anna Masi attraverso i suoi scritti.
Anna Masi era una ragazza di Miramare di Rimini salita in cielo il 9 settembre del 1993, la cui vita di fede semplice e gioiosa si è svelata pienamente a noi suoi amici, quando aprendo questi meravigliosi scritti abbiamo saputo della sua Consacrazione segreta a Dio nelle Missionarie Francescane della Regalità.
La Praylist riguarda cinque percorsi spirituali: la conversione, l'incontro con Cristo, l'amore per Dio, l'amore per i fratelli e la vita eterna. Quindi le cinque tracce audio danno voce unicamente al suo diario e alle sue lettere. La voce è di sua nipote, Anna Paradisi, non ancora nata quando la zia moriva.
Le ultime due tracce, la sesta e la settima, invece intendono raccontare la vita in breve di Anna e la sua spiritualità attraverso il linguaggio sponsale e femminile contenuto in questo tesoro prezioso che è "Come una sposa innamorata".

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