L'agnellino ritrovato e l'Agnello di Dio



Testo della catechesi
Guarda don un agnellino si è accovacciato davanti alla grotta di Gesù Bambino.
Che carino!
Sembra che ci guardi!
Forse ci chiede aiuto...
Ma si è perso?
Al catechismo abbiamo sentito la storia della pecorella smarrita. È forse questa la pecorella che si è persa?
Don ci racconti quella storia?
Certo che ve la racconto.
Pensate che la prima volta che abbiamo sentito questa storia eravamo proprio in Palestina. Allora se guardate il nostro presepe potrete con un minimo sforzo di fantasia entrarci dentro.
Erano tempi difficili quelli, non c'era la luce, le macchine e nemmeno i cellulari. Alla sera nessuno si azzardava ad uscir fuori di casa. Le famiglie si radunavano intorno al fuoco e il papà o lo zio o qualche bravo narratore cominciava a raccontare le storie a tutti. Così i bambini più piccoli si addormentavano nelle braccia della mamma e qualche bambino più spericolato teneva aperti gli occhi per la curiosità di sapere come sarebbe andata a finire. La notte scendeva pian piano per tutti. L'ultima ad andare a dormire era la mamma dopo essersi assicurata che tutti dormissero profondamente.
Anche la mia mamma fa così.
Anche la mia e mi da sempre il bacio della buona notte.
La mia don mi addormenta dicendomi caro angioletto custodisci nella notte il mio figlioletto.
Anche te don quando ci sono i campeggi sei sempre l'ultimo ad andare a dormire.
Certo noi adulti abbiamo il dovere di custodirvi, perchè la notte non è facile per nessuno, molto più per voi bambini.
E infatti questa storia è accaduta di notte....
In quella notte, come in tante altre notti della Palestina di quei tempi, gli unici che stavano fuori di casa erano i pastori. Era inevitabile. Per portare il gregge ai pascoli occorrevano giorni, settimane intere. Il pastore viveva con il suo gregge, trovato un pascolo la sera contava i capi, li riuniva in un recinto e si coricava all'ingresso per evitare fughe o razzie. Dovete pensare che a quei tempi i pastori erano considerati gli ultimi nella scala sociale, addirittura la loro testimonianza non era ammessa nei tribunali. Alcuni di loro erano anche ladri e briganti.
Non sapevamo che i pastori erano cattivi?
Certo non tutti. Infatti nella storia della pecorella smarrita si parla di un buon pastore e del suo gregge speciale di cento pecore.
Erano proprio cento?
Sì e fra queste c'era una pecorellina più piccola, questo agnellino appunto che approfittando di una notte in cui tutti dormivano decise di curiosare nel territorio circostante. Attraversata la porta del recinto si ritrovò ben presto in un luogo sconosciuto e più cercava di tornare al suo gregge più perdeva la strada. Ad un certo punto sentì una voce. Era il suo pastore.
L’agnellino, drizzate le orecchie, stranamente esitò a rispondere, anzi nel suo cuore cresceva a dismisura un tal senso di colpa per lo sbaglio commesso, che per paura di essere rimproverato fuggì ancora più lontano.
E si creò una situazione paradossale: il pastore lo cercava per aiutarlo e lui scappava per non farsi prendere.
Ma allora è proprio uno sciocco questo agnellino!
Sì come siamo tutti noi uomini.
Perchè dici così don?
Attenti. A questo punto della storia devo accennarvi un segreto.
Questa storia ha un segreto nascosto?
Certo. Ogni volta che Gesù raccontava una parabola sotto sotto c’era nascosto un segreto.
Dai dicci il segreto.
Ecco il segreto è questo. La pecorella smarrita siamo noi uomini. Il recinto dove stavamo era il Paradiso. Con il peccato ci siamo allontanati, abbiamo perso la strada di casa, e ogni volta che Dio ci veniva a cercare noi scappavamo da Lui.
È vero don. L'altro giorno ho rotto le palline di Natale e quando la mamma ha gridato il mio nome io sono scappata in bagno e mi sono chiusa dentro.
Sì noi uomini siamo proprio stupidi. Non ci lasciamo amare da Dio.
Allora la pecorella non ritornerà mai più nel gregge?
E noi bambini non torneremo più in Paradiso?
E no la storia non è finita. Vedete se un bambino ha paura di un adulto che lo sgrida non avrà invece paura di un bambino come lui. Cosicchè il Dio dell'Antico Testamento si è, diciamo così, travestito da Bambino. Ed eccolo lì, il Bambino Gesù il Figlio di Dio....
Adesso l'agnellino non scappa più?
No, non scappa più perchè non ha più paura. Di Gesù noi non dobbiamo avere paura.
Io non paura di Gesù. Lui è mio amico.
Sì tanto più Gesù Bambino. Davanti al presepe allora nessun uomo si sente a disagio, perché sa di essere accolto, così com’è, da Dio che si fa Bambino per condividere con ciascuno di noi le gioie e le sofferenze, i successi, le fatiche e le incomprensioni della vita.
Allora l’agnellino potrà tornare al suo gregge?
E nessuno lo sgriderà?
Nessuna punizione?
Qui bambini tirate in ballo una questione molto molto complessa. il discorso si fa serio. Io ho bisogno della vostra massima attenzione...

Vedete, non esiste colpa senza pena. chi sbaglia deve pagare. A meno che...
A meno che?
A meno che?
A meno che qualcuno paghi per lui. Osservate bene quell’agnellino.
Cosa notate di strano?
Niente, cosa c’è di strano?
Io lo so.
Cosa?
Ha una ferita nel gozzo.
Bravissima! Ha una ferita e sapete perchè? Perchè nel nostro presepe questo agnello non è semplicemente la pecorella smarrita, ma rappresenta l’Agnello Immolato.
Cosa fa Gesù per noi, bambini?
Ci salva.
Ci perdona.
Ci porta in Paradiso.
Non solo. Per fare tutto questo deve pagare anche un prezzo, il prezzo del nostro peccato.
E come paga?
Paga con il suo sangue, bambini. Per questo motivo nella iconografia l’Agnello Immolato sgozzato rappresenta Gesù che dona il sangue per noi, cioè dona la sua vita in cambio della nostra.
Ma Dio è incredibile!
Ci ama da morire!
Sì, è un Dio incredibile. Non mi sembra vero che esista cosi...

Recita
Don Franco Mastrolonardo con i bambini della Comunità AlbaMater di Riccione

Musica di sottofondo
J.S. Bach. Oratorio di Natale. Sinfonia n.10. Diritti Creative Commons, musopen.org
W. A. Mozart. Requiem. Agnus Dei. Diritti Creative Commons, musopen.org
A. De Liguori. Tu scendi dalle stelle. Diritti Creative Commons

 

 

Una catechesi in forma di dialogo con i bambini, che ci guida con il linguaggio semplice ed immediato, tipico dei piccoli, dentro il mistero dell'Incarnazione.

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