Amos 7,10-17 con il commento di Marco Urbinati e Silvia Brighenti



Dal libro del profeta Amos
Amos 7, 10-17

Testo del brano
In quei giorni, Amasìa, sacerdote di Betel, mandò a dire a Geroboàmo re d’Israele: «Amos congiura contro di te, in mezzo alla casa d’Israele; il paese non può sopportare le sue parole, poiché così dice Amos: “Di spada morirà Geroboàmo e Israele sarà condotto in esilio lontano dalla sua terra”». Amasìa disse ad Amos: «Vattene, veggente, ritìrati nella terra di Giuda; là mangerai il tuo pane e là potrai profetizzare, ma a Betel non profetizzare più, perché questo è il santuario del re ed è il tempio del regno». Amos rispose ad Amasìa e disse: «Non ero profeta né figlio di profeta; ero un mandriano e coltivavo piante di sicomòro. Il Signore mi prese, mi chiamò mentre seguivo il gregge. Il Signore mi disse: Va’, profetizza al mio popolo Israele. Ora ascolta la parola del Signore: Tu dici: “Non profetizzare contro Israele, non parlare contro la casa d’Isacco”. Ebbene, dice il Signore: “Tua moglie diventerà una prostituta nella città, i tuoi figli e le tue figlie cadranno di spada, la tua terra sarà divisa con la corda in più proprietà; tu morirai in terra impura e Israele sarà deportato in esilio lontano dalla sua terra”».

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
G.Regondi. Elude no.6. Performer Aaron Prillaman. Diritti Creative Commons. Musopen.org

Meditazione
Marco Urbinati e Silvia Brighenti
Recita Marco Urbinati

Meditazione
Le parole di Amos, sgradevoli alle orecchie del re Geroboàmo e di tutto Israele, denunciano senza mezzi termini la corruzione presente nella società del regno di Israele. Amos dice semplicemente la verità, ma si tratta di una verità troppo scomoda. Leggendo il libro di Amos si ha l’idea di quanto la società, a tutti i livelli, fosse corrotta e indolente, non più in grado di riconoscere il proprio peccato. Israele pensa di potersela cavare e sottovaluta gli avvertimenti del profeta, di Dio. Anche oggi quando ci troviamo davanti a persone come Amos, che ci dicono parole vere che non vorremmo sentire, ci viene da pensare: “Ma perché proprio qui e a me?”. È facile far tacere chi ci sta dicendo ciò che non ci piace. È facile trovare tante scuse e trovare a nostra volta dei difetti nel nostro interlocutore, accusandolo di agire per interesse personale e non per amore della Verità. Ma, quando Dio manda qualcuno a dirci la verità, per quanto scomoda, dobbiamo imparare a superare il senso di fastidio che ci procura la sua parola e dobbiamo, invece, cogliere l’occasione per riflettere sulla nostra condizione. Ma il mondo non resiste alla parola di Dio, e il profeta che la proclama (ieri come oggi) viene perseguitato. Gesù ci ricorda «Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia..» ( Mt 5, 11). La persecuzione infatti non rimane senza frutto: positivo per il profeta, negativo e orribile per il persecutore. Amos viene cacciato via dalla città, si cerca di zittirlo, ed è la stessa autorità religiosa a farlo, in combutta con il potere politico, ma Amos è inviato da Dio, è Dio che glielo ha comandato: «Non ero un profeta, né figlio di profeta.. il Signore mi prese..». Anche se Amos tacesse, il destino di Amasìa, della sua famiglia e quello del resto di Israele non cambierebbe. Il potere religioso che si e staccato da Dio e si è legato ai poteri della terra, ha tradito la sua chiamata per rifugiarsi in sé  stesso, “come idolo cadrà” dice il Signore, sarà trascinato nel dolore (nei figli morti di spada), nella vergogna («tua moglie diventerà una prostituta»), nella povertà (la terra divisa in più parti). La sua fine sarà lontana da Dio (terra impura) e il popolo sarà disperso a causa dei peccati e dei tradimenti a Colui che ti aveva eletto! Il peccato dei sacerdoti si riflette e ricade sempre sul popolo a loro affidato, così come la loro fedeltà alla chiamata ricevuta porta benefici incommensurabili al gregge che li voglia seguire. Che Cristo quindi ci faccia la grazia di saper comprendere quando la parola che ci viene rivolta, per quanto scomoda, è una parola che viene da Lui; ci dia la forza di prenderne atto e riconoscere i nostri errori prima che sia troppo tardi, per poter sempre camminare nella Verità.

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