Amos 5,14-15.21-24 con il commento di Marco Urbinati e Silvia Brighenti



Dal libro del profeta Amos
Amos 5, 14-15.21-24 

Testo del brano
Cercate il bene e non il male, se volete vivere, e solo così il Signore, Dio degli eserciti, sarà con voi, come voi dite. Odiate il male e amate il bene e ristabilite nei tribunali il diritto; forse il Signore, Dio degli eserciti, avrà pietà del resto di Giuseppe. «Io detesto, respingo le vostre feste solenni e non gradisco le vostre riunioni sacre; anche se voi mi offrite olocausti, io non gradisco le vostre offerte, e le vittime grasse come pacificazione io non le guardo. Lontano da me il frastuono dei vostri canti: il suono delle vostre arpe non posso sentirlo! Piuttosto come le acque scorra il diritto e la giustizia come un torrente perenne».

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
G.Regondi. Elude no.6. Performer Aaron Prillaman. Diritti Creative Commons. Musopen.org

Meditazione
Marco Urbinati e Silvia Brighenti
Recita Marco Urbinati

Meditazione
Versetti di speranza che hanno come punto di partenza la conversione del cuore, una conversione personale prima ancora che del  popolo. Ciascuno di noi  è invitato a cercare il bene se vuole vivere, se vuole che Dio sia effettivamente in e con lui, con noi. Il profeta ci chiede qualcosa in più, ci dice che siamo chiamati ad odiare il male ed amare il bene, quindi l'azione si sposta da un “fare” (il bene) ad un “essere” (buoni), e forse così il “Dio degli eserciti” avrà pietà di noi. 
Il “forse” nella luce del Cristo, è un “essere certi nella fede” che Dio ci ottiene il perdono, ma solo in Colui che ha preso su di sé il peccato del mondo. Al tempo di Amos, la venuta del Cristo era ancora profezia, un'attesa. 
Un'attesa che doveva diventare sequela del cammino che Dio aveva tracciato per il suo popolo, nella Legge e nei Profeti. Dice infatti al versetto 24: «piuttosto scorra.. il diritto e la giustizia..», non le manifestazioni esterne ipocrite in celebrazioni fastose o canti, per quanto armoniosi, piuttosto si accordi il cuore e la mente al progetto di Dio, esplicitato nella Legge (diritto) e nell’azione conseguente (giustizia). Senza diritto e giustizia nessun culto è gradito a Dio. Israele celebra Dio, ma non si accorge che Dio non è presente alla festa. L'assenza di Dio rende il culto inefficace, inutile e Israele è solo apparentemente vivo. Solo diritto e giustizia per Amos e per tutti gli altri profeti non sono fini che determinano la condotta, bensì prima di tutto doni di Dio che Israele può valorizzare e promuovere o invece ostacolare, anzi perfino «alterare, sovvertire, cambiare», così Israele può sperare di riconquistare la benevolenza divina, solo così gli uomini possono sperare in un mondo più umano, seguendo le indicazioni di Colui che l’umanità ha creato. 
Concludiamo con le parole di San Paolo, che ben chiarisce quale deve essere l'orientamento verso la verità: «Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto,  non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità» (1Cor 13, 1-6). 

 

Scarica la nostra App su