Osea 2,16.17b-18.21-22 con il commento di Elena Malfatti



Dal libro del profeta Osea
Os 2,16.17b-18.21-22 

Testo del brano
Così dice il Signore: «Ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Là mi risponderà come nei giorni della sua giovinezza, come quando uscì dal paese d’Egitto. E avverrà, in quel giorno – oracolo del Signore – mi chiamerai: “Marito mio”, e non mi chiamerai più: “Baal, mio padrone”. Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nell’amore e nella benevolenza, ti farò mia sposa nella fedeltà e tu conoscerai il Signore».

 

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Sir Cubworth. Simple Sonata. Diritti Creative Commons

Meditazione
Elena Malfatti

Meditazione 
Ci troviamo di fronte ad un momento sacro di creazione. Osèa, marito tradito e addolorato, decide di amare totalmente la propria sposa e decide di farlo per primo, nonostante dolore e delusione. Nei primi versetti sono utilizzati verbi molto dolci: sedurre, condurre e parlare al cuore. Il primo, sedurre, “condurre a sé”, fa pensare a qualcosa di inevitabile, un movimento creato da una forza più grande; come una calamita che attrae un metallo e questo inevitabilmente si sposta verso la fonte di attrazione, gli va incontro. Non c’è forzatura da parte dello sposo, non c’è alcuna forma di violenza, c’è una fonte di seduzione che attira; dopotutto si tratta di quello che avviene normalmente nel momento dell’innamoramento. Segue il verbo condurre che significa “accompagnare”: quindi lo sposo non lascia da sola l’amata, ma l’accompagna, la conduce con sé in un luogo solitario, deserto, dove, nella pace e nel distacco dal resto del mondo, si potranno incontrare in maniera profonda. Sarà quindi possibile per lo sposo pronunciare quelle parole che rinfrancano l’anima, che dissetano, che risvegliano nell’amata una gioia che si era smarrita. Si tratta appunto della creazione di un amore nuovo. Come nel libro della Genesi, la prima creazione, in cui vengono plasmati dal suolo gli animali e condotti all’uomo perché possa dar loro un nome, così ora «farò per loro un’alleanza con le bestie della terra e gli uccelli del cielo..». Ed è un nuovo paradiso terrestre quello che descrive Osèa, senza arco, spade e guerra, in cui i nuovi Adamo ed Eva potranno riposare tranquilli. Osèa nel suo immenso amore per la sposa rifà tutto da capo, come se nulla fosse accaduto nel mezzo; è come se con una grande spugna venissero cancellati tradimenti, errori, peccati e ricreasse per l’amata e assieme a lei un nuovo matrimonio, una nuova alleanza, un nuovo patto d’amore. Allo stesso modo Dio, ogni giorno, è pronto a ricominciare con noi tutto dal principio, ricreare con noi quel rapporto d’amore perfetto che era all’inizio dei tempi, che viene corrotto dal nostro peccare ma che si rinnova costantemente per amore del Padre. E come la sposa conoscerà l’Amore e nella fedeltà riconoscerà il Signore come fonte della sua gioia, così l’uomo, trovando rifugio in Dio, troverà piena realizzazione di sé.

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