
Testo della Novena
Nel nome del Padre
e del Figlio
e dello Spirito Santo. Amen.
Audite poverelle, dal Signor vocate
Viviate sempre en veritate e in obedientia moriate
La vita a san Damiano scorreva in semplicità ritmata dalla preghiera e dal lavoro, che si intersecavano e si completavano, alimentandosi a vicenda. Oltre a prenderci cura della casa, tenevamo l’orto, cucivamo i paramenti per le chiese di Assisi, e ci rendevamo anche disponibili all’accoglienza e all’ascolto di quanti venivano a cercare una parola di conforto e di sostegno nelle loro difficoltà e povertà.
La vita di fraternità è stata bella, ma non sempre facile, perché ci sono stati anche tra noi momenti di fatica e di incomprensione e, dopotutto, il cammino era tutto nuovo, tutto da tracciare… Una cosa ci era chiara: che, facendolo insieme, amando e perdonando sempre, sarebbe stato meglio. E solo così siamo riusciti a camminare anche in 50.
Le sorelle per me sono state un dono grande, ma anche una responsabilità, dal momento che, dopo qualche anno dall’arrivo a San Damiano, Francesco mi chiese di accettare il servizio di abbadessa. Così, ad appena 22 anni, divenni la madre delle mie sorelle e lo fui fino alla fine.
Ho accettato il titolo di abbadessa perché allora non era possibile superare completamente lo schema monastico benedettino, che costituiva il modello di vita dominante per la vita religiosa femminile, però non volli mai essere chiamata abbadessa. Desideravo che le sorelle mi sentissero come una madre e, così chiesi di essere chiamata.
Essere madre l’ho percepito come un’estensione dell’essere sorella: nessuna supremazia o segno di potere, anzi se c’era una supremazia era quella dell’essere serva di tutte, cosicché le sorelle sentissero tanta familiarità nei miei riguardi, da parlarmi e trattarmi come le signore con la propria serva, come ho scritto nella Regola. E così mi prendevo il privilegio di fare i lavori più faticosi e sgradevoli per risparmiare le sorelle, ma prima di tutto di amarle, generarle e nutrirle nella fede, sull’esempio della Vergine Maria. E questo non solo con le mie sorelle, ma anche con quanti il Signore poneva sul mio cammino e affidava alla mia preghiera.
Frate Tommaso da Celano, che ha scritto la mia biografia, ha raccontato che «non soltanto amai le anime delle mie figlie, ma anche servii i loro fragili corpi con una grande attenzione di carità. Infatti spesso, durante il freddo della notte, coprivo quelle che dormivano ed ebbi riguardo per le invalide. Se qualcuna era turbata da una tentazione, se qualcun’altra, come può accadere, era presa da una mestizia, in segreto, le chiamavo a me, e con lacrime le consolavo. E mi mettevo ai piedi delle sofferenti per alleviare con carezze materne la forza del dolore». Beh, questo devono averglielo raccontato le mie sorelle con tanta benevolenza nei miei confronti, e di questo ringrazio il Signore.
I miei capelli
I miei capelli taglierò
lascerò le vesti e gli ori
e i miei pensieri.
I miei pensieri lascerò,
la mia cara gioventù
le speranze mie di ieri.
E me ne andrò
via da tutto e via da me
per la strada dove lui
scalzo e povero già va...
Efesini 2, 19-22
Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d'angolo lo stesso Cristo Gesù. In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito.
I tuoi pensieri lascerai
la tua cara gioventù
le speranze tue di ieri.
E me ne andrò
via da tutto e via da me
per la strada dove lui
scalzo e povero già va...
Dalla terza lettera di S.Chiara a sant'Agnese di Praga
Felice certamente chi può esser partecipe del sacro convito, in modo da aderire con tutti i sentimenti del cuore a Cristo, la cui bellezza ammirano senza sosta tutte le beate schiere dei cieli, la cui tenerezza commuove i cuori, la cui contemplazione reca conforto, la cui bontà sazia, la cui soavità ricrea, il cui ricordo illumina dolcemente, al cui profumo i morti riacquistano la vita e la cui beata visione renderà felici tutti i cittadini della celeste Gerusalemme.
Padre nostro
che sei nei cieli
sia santificato il tuo nome
venga il tuo Regno
sia fatta la tua volontà
come in cielo, così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori.
E non abbandonarci alla tentazione
Ma liberaci dal male.
Amen.
Nel nome del Padre
e del Figlio
e dello Spirito Santo. Amen.
Audite poverelle
Audite poverelle, dal Signor vocate
Ke de multe parte et province sete adunate
(Ke de multe parte et province sete adunate)
Audite poverelle, dal Signor vocate
Vivate sempre en veritate e in obedientia moriate
(Vivate sempre en veritate e in obedientia moriate)
Non guardate alla vita fora
Quella dello spirito è migliora
Ve prego per grande amore
Che in povertà viviate
Quelle che son d'infermità gravate
E l'altre che son fatigate
Ciascuna lo sostenga in pace
E sera in Cielo coronata
Recita
Chiara Marcattili, don Franco Mastrolonardo, Paola Ragni,
Canti e musiche
M.Castellacci. I miei capelli. Annamaria Bianchini. Coro di Forza venite gente
A.Branduardi. Audite poverelle
Testi
Sr.Nella Letizia Castrucci
Immagine
Icona di Santa Chiara scritta da Suor Maristella, Suor Laura e Suor Cristiana