
Testo della Novena
Nel nome del Padre
e del Figlio
e dello Spirito Santo. Amen.
Audite poverelle, dal Signor vocate
Viviate sempre en veritate e in obedientia moriate
Sono Chiara di Favarone degli Offreduccio, ma preferisco presentarmi come sorella Chiara, oppure la cristiana, come mi chiamava sempre Francesco.
Sono nata ad Assisi nel 1193 da una famiglia nobile. Mio padre si chiamava Favarone: era un cavaliere e morì quando ero ancora piccola. Mia madre si chiamava Ortolana ed era una nobildonna con una fede profonda e temeraria; tant’è vero che tra i tanti pellegrinaggi, ne fece addirittura uno in Terra Santa, all’epoca molto pericoloso da affrontare.
Un giorno mi raccontò che verso la fine della sua gravidanza, mentre pregava davanti al Crocifisso, udì una voce che le diceva: "stai per partorire una luce che sarà ancora più chiara della luce stessa". Così mi mise questo nome.
Ebbi una giovinezza felice, trascorsa insieme alle mie sorelle minori, Caterina e Beatrice e anche ad alcune buone amiche.
Fin da piccola ho avuto una predilezione per la preghiera e per i poveri: mi piaceva contare i Padre nostro con un mucchietto di sassolini, ma anche condividere i cibi della mia tavola con i più bisognosi, a cui li facevo arrivare attraverso i domestici di casa. Dicono che fossi bella: di certo non mi sono mancate le proposte di matrimonio, però, ogni volta che ne arrivava una, prendevo del tempo, perché sentivo che non era quella la mia strada.
Ma non riuscivo a capire quale fosse, finché non incontrai Francesco.
Tutti ad Assisi conoscevano Francesco come il re delle feste… Eh sì, all’epoca era un ragazzo eccentrico, amante della bella vita, un “vitellone”, si direbbe a Rimini: lo sapevano tutti; anch’io, che all’epoca, ero poco più che una bambina.
Quando sbirciai la scena dal mio palazzo, che si affacciava sulla piazza centrale di Assisi, mentre Francesco si spogliava nudo davanti al Vescovo e a tutta la città rimasi basita, ma capii subito che quel ragazzo non era diventato matto come tutti credevano, ma che aveva trovato la chiave di volta della sua vita.
Per questo, dopo qualche tempo, volli incontrarlo e andai a parlargli più volte. La sua parola, unita alla sua testimonianza di innamorato di Cristo, mi spinse al grande passo di lasciare la casa paterna durante la notte della domenica delle Palme del 1211 e di andare alla Porziuncola per donarmi tutta al Signore. Francesco mi tagliò i capelli e mi rivestì del saio grezzo che aveva scelto per sé e per i suoi frati, e mi portò poi, dopo qualche tempo, a San Damiano, là dove il Crocifisso gli aveva parlato.
I miei capelli
I miei capelli taglierò
lascerò le vesti e gli ori
e i miei pensieri.
I miei pensieri lascerò,
la mia cara gioventù
le speranze mie di ieri.
E me ne andrò
via da tutto e via da me
per la strada dove lui
scalzo e povero già va...
Dalla prima lettera ai Corinzi 1,26-31
Considerate la vostra chiamata, fratelli: non ci sono fra voi molti sapienti dal punto di vista umano, né molti potenti, né molti nobili. Ma quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio.
I tuoi pensieri lascerai
la tua cara gioventù
le speranze tue di ieri.
E me ne andrò
via da tutto e via da me
per la strada dove lui
scalzo e povero già va...
Dalla terza lettera di S.Chiara a sant'Agnese di Praga
Guarda ogni giorno in questo specchio, o regina, sposa di Gesù Cristo. Contempla continuamente in esso il tuo volto, per adornarti così tutta interiormente ed esternamente, rivestirti e circondarti di abiti multicolori e ricamati, abbellirti di fiori e delle vesti di tutte le virtù, come si addice alla figlia e sposa castissima del sommo Re.
In questo specchio rifulge la beata povertà, la santa umiltà e l'ineffabile carità. Contempla lo specchio in ogni parte e vedrai tutto questo.
Padre nostro
che sei nei cieli
sia santificato il tuo nome
venga il tuo Regno
sia fatta la tua volontà
come in cielo, così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori.
E non abbandonarci alla tentazione
Ma liberaci dal male.
Amen.
Nel nome del Padre
e del Figlio
e dello Spirito Santo. Amen.
Audite poverelle
Audite poverelle, dal Signor vocate
Ke de multe parte et province sete adunate
(Ke de multe parte et province sete adunate)
Audite poverelle, dal Signor vocate
Vivate sempre en veritate e in obedientia moriate
(Vivate sempre en veritate e in obedientia moriate)
Non guardate alla vita fora
Quella dello spirito è migliora
Ve prego per grande amore
Che in povertà viviate
Quelle che son d'infermità gravate
E l'altre che son fatigate
Ciascuna lo sostenga in pace
E sera in Cielo coronata
Recita
Chiara Marcattili, don Franco Mastrolonardo, Cristian Messina
Canti e musiche
M.Castellacci. I miei capelli. Annamaria Bianchini. Coro di Forza venite gente
A.Branduardi. Audite poverelle
Testi
Sr.Nella Letizia Castrucci
Immagine
Icona di Santa Chiara scritta da Suor Maristella, Suor Laura e Suor Cristiana