Neemia 8,1-4a.5-6.7b-12 con il commento di Luca Gaviani



Dal libro di Neemia
Ne 8,1-4a.5-6.7b-12 

Testo del brano                             
In quei giorni, tutto il popolo si radunò come un solo uomo sulla piazza davanti alla porta delle Acque e disse allo scriba Esdra di portare il libro della legge di Mosè, che il Signore aveva dato a Israele. Il primo giorno del settimo mese, il sacerdote Esdra portò la legge davanti all’assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere. Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntare della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci d’intendere; tutto il popolo tendeva l’orecchio al libro della legge. Lo scriba Esdra stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l’occorrenza. Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutti; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. Esdra benedisse il Signore, Dio grande, e tutto il popolo rispose: «Amen, amen», alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore. I leviti spiegavano la legge al popolo e il popolo stava in piedi. Essi leggevano il libro della legge di Dio a brani distinti e spiegavano il senso, e così facevano comprendere la lettura. Neemia, che era il governatore, Esdra, sacerdote e scriba, e i leviti che ammaestravano il popolo dissero a tutto il popolo: «Questo giorno è consacrato al Signore, vostro Dio; non fate lutto e non piangete!». Infatti tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge. Poi Neemia disse loro: «Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza». I leviti calmavano tutto il popolo dicendo: «Tacete, perché questo giorno è santo; non vi rattristate!». Tutto il popolo andò a mangiare, a bere, a mandare porzioni e a esultare con grande gioia, perché avevano compreso le parole che erano state loro proclamate.

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
A. Gandhi. Just Stay. Licenza della raccolta audio di YouTube

Meditazione
Luca Gaviani

Meditazione
Né mia né tua, la Divinità è nostra, e con essa la legge per i pastori e per il gregge, la legge che gela e lega le cervella della gente poi verrà chi so io, che ne so o chissà chi, un povero Cristo, un prestacuore, un pressa a poco e, come una pressa, saprà di speranza e di respiro, un fuorilegge dello spirito. Comunque più che una legge vorrei che leggeste dei consigli, per essere migliori del meglio e del maglio che vaglia il miglio che, ancora verde, porta a una paura e a una pena di morte. La verità, più nuda che scoperta! La Bibbia? Sono solo storie.. ma che storie! Di storicamente provato c’è poco o quasi niente, ma è questo il bello, il lì-bello, il suo bello. A entrare in competizione con la Scienza non c’è Ragione che tenga. Bisogna prendere un’altra strada, una scorciatoia verso il trascendente, un altro punto di vista più sapiente, più saporito, perché la vita non è solo il vissuto, è un tappeto il cui tessuto è ambivalente e la trama la si comprende solo rovesciando il mondo e cercando i fili più fini, con più fini da intraprendere. Le Sacre Scritture per molto tempo sono state solo storie raccontate oralmente, prima di essere trasformate in testi triti e riscritti. Il registro ha portato con sé numerosi vantaggi, il primo quello di non perdere le storie, nonostante la scomparsa del narratore, ma ha dato anche svantaggi, perdendo la figura del raccontatore si è iniziato a leggere le storie come se fossero vere. La Storia si riferisce a eventi realmente accaduti e che non succederanno mai più, come il Titanic, ma la parabola del buon sammaritano non è mai accaduta e per questo è sempre viva, quando la ascoltiamo ne veniamo come posseduti, rapiti. Le “storie” sono creature del tempo, emissarie dell’Eterno. La Parola è l’inizio di tutto. Con la Parola l’universo ebbe inizio. Con la Parola noi tutti abbiamo avuto un inizio. Siamo poemi incarnati. Siamo le storie che abitano in noi. Se le parole che abitano in noi formano storie belle, saremmo anche noi belli e buoni. Le più belle storie della Bibbia sono state raccontate dal Signore delle storie, perché proprio Gesù credeva nel loro potere rigenerativo. Era un grande narratore e le parabole evangeliche che di storico hanno poco o quasi niente, rimangono immortali, perché si svolgono in un infinito presente. La vita è un esilio, un ascolto senza interruzione né interpretazione. 

 

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