Numeri 12,1-13 con il commento di Rachele Consolini



Dal libro dei Numeri
Nm 12,1-13 

Testo del brano
In quei giorni, Maria e Aronne parlarono contro Mosè, a causa della donna etìope che aveva preso. Infatti aveva sposato una donna etìope. Dissero: «Il Signore ha forse parlato soltanto per mezzo di Mosè? Non ha parlato anche per mezzo nostro?». Il Signore udì. Ora Mosè era un uomo assai umile, più di qualunque altro sulla faccia della terra. Il Signore disse a un tratto a Mosè, ad Aronne e a Maria: «Uscite tutti e tre verso la tenda del convegno». Uscirono tutti e tre. Il Signore scese in una colonna di nube, si fermò all’ingresso della tenda e chiamò Aronne e Maria. I due si fecero avanti. Il Signore disse: «Ascoltate le mie parole! Se ci sarà un vostro profeta, io, il Signore, in visione a lui mi rivelerò, in sogno parlerò con lui. Non così per il mio servo Mosè: egli è l’uomo di fiducia in tutta la mia casa. Bocca a bocca parlo con lui, in visione e non per enigmi, ed egli contempla l’immagine del Signore. Perché non avete temuto di parlare contro il mio servo, contro Mosè?». L’ira del Signore si accese contro di loro ed egli se ne andò; la nube si ritirò di sopra alla tenda ed ecco: Maria era lebbrosa, bianca come la neve. Aronne si volse verso Maria ed ecco: era lebbrosa. Aronne disse a Mosè: «Ti prego, mio signore, non addossarci il peccato che abbiamo stoltamente commesso! Ella non sia come il bambino nato morto, la cui carne è già mezzo consumata quando esce dal seno della madre». Mosè gridò al Signore dicendo: «Dio, ti prego, guariscila!».

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
F.Chopin. Preludes. Op.28 No.7. The polish dancer. Diritti Creative Commons. musopen.org

Meditazione
Rachele Consolini

 

Meditazione
Quando ho letto e meditato questo brano della Bibbia, ho avuto una reazione forte, come un pugno allo stomaco, mi sono sentita come i protagonisti di questo testo. E ora vi spiego perché e quali sono state le parole che mi hanno colpito. All’inizio ci sono due figure, quella di Maria e Aronne, i fratelli di Mosè. Essi, forse gelosi del primato spirituale e della posizione di prestigio del fratello, prendono come pretesto la sua scelta di aver sposato una donna etiope e non della loro razza ebrea, per contestarlo e per minare la sua missione e la sua posizione. Si vantano infatti del fatto che Dio non ha parlato al popolo solamente attraverso Mosè, ma anche attraverso di loro. Ma, come dice la Scrittura, la grandezza di Mosè sta nella sua umiltà. È quindi Dio stesso a prendere le sue difese a difendere Mosè, riconfermandolo come l’uomo prescelto su cui Dio ha posto la sua fiducia. Ed è qui l’insegnamento di questo testo, la potenza salvifica e illuminante della parola di Dio che è capace di rivelare la verità di ciascuno di noi. La verità dentro di me. Quante volte infatti anche io, anche noi, ci facciamo giudici e accusatori?! Critichiamo scelte e atteggiamenti di chi ci governa, della Chiesa, dei suoi sacerdoti, ma in fondo nel nostro cuore regna e parla l’invidia. Invidiamo persone che crediamo possano essere a noi inferiori, che sono in posti di prestigio, dove magari vorremmo essere noi, perché a nostro parere più meritevoli. O magari sono riconosciuti e stimati dagli altri più di noi. Siamo pronti a giudicare e farci forti delle nostre scelte e convinzioni, attaccandoci anche alle mezze verità delle incoerenze altrui, come lo era per Mosè la moglie etiope, senza vedere però cosa Dio aveva in progetto e ha in progetto per ciascuno di noi. Dio infatti ci ama tutti singolarmente e su di noi ha un meraviglioso progetto d’amore, che non è inferiore a quello di nessun altro. Quando ci sentiamo amati, quando scopriamo il disegno d’amore che ha Dio per ciascuno di noi, ogni invidia si dissolve, per lasciare spazio alla comunione con gli altri che diventano fratelli. A tutto questo Mosè risponde con l’umiltà poi, che è l’arma più potente davanti ad ogni male, perché in essa l’uomo lascia a Dio la gestione della propria vita.

Scarica la nostra App su