Gioele 2,12-18 con il commento di Luca Bastianelli



Dal libro del profeta Gioele
Gl 2,12-18 

Testo del brano
Così dice il Signore: «Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al male». Chi sa che non cambi e si ravveda e lasci dietro a sé una benedizione? Offerta e libagione per il Signore, vostro Dio. Suonate il corno in Sion, proclamate un solenne digiuno, convocate una riunione sacra. Radunate il popolo, indite un’assemblea solenne, chiamate i vecchi, riunite i fanciulli, i bambini lattanti; esca lo sposo dalla sua camera e la sposa dal suo talamo. Tra il vestibolo e l’altare piangano i sacerdoti, ministri del Signore, e dicano: «Perdona, Signore, al tuo popolo e non esporre la tua eredità al ludibrio e alla derisione delle genti». Perché si dovrebbe dire fra i popoli: «Dov’è il loro Dio?». Il Signore si mostra geloso per la sua terra e si muove a compassione del suo popolo.

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
A.Gandhi. Twinkle in the Night. Raccolta audio di YouTube

Meditazione
Luca Bastianelli

Meditazione
Credo che una delle più belle frasi dell’Antico Testamento sia proprio questa di Gioele, che abbiamo appena sentito nel brano di oggi: «laceratevi il cuore e non le vesti». Espressione che si sposa perfettamente con quello che sarà il radicale insegnamento cristiano: «chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». Le parole e la testimonianza di Cristo non ammettono fraintendimenti, Gesù dona tutto di sé e ci chiede di fare altrettanto, di non scendere a compromessi con il mondo, a partire da quelli che ci sono nel nostro cuore. È per questo che i ragazzi sembrano intimoriti di fronte al messaggio cristiano? Quando si chiede loro: “saresti disposto ad aprire la porta del tuo cuore a Cristo?”. Alcuni rispondono: “non lo so, perché avrei paura di dover cambiare completamente la mia esistenza”. Paura di cosa? Di non riuscire? Mi vengono in mente le riflessioni semplici, ma allo stesso tempo profonde, di un sacerdote, grande studioso della Bibbia, che diceva: “mi hanno insegnato fin da piccolo che il cristianesimo era una serie di regole da seguire, che se mi comportavo bene e non commettevo peccati allora Cristo veniva ad abitare dentro me; poi però grazie ai miei studi e all’esperienza ho capito che la Bibbia dice il contrario: ovvero, se apro il mio cuore a Cristo, allora il mio vivere cambia e si trasforma, perché è Cristo che ha sconfitto il peccato, il male. Io come uomo non sarò mai in grado di combattere il male che c’è dentro di me. È una battaglia che si vince solo con Lui”. Ecco cosa significa lacerare il proprio cuore: farci entrare Cristo. Forse questo dovremmo insegnare ai nostri giovani, e forse avrebbero meno paura di abbracciare Gesù.

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