1 Maccabei 6,1-13 con il commento di Emanuele Crispo



Dal primo libro dei Maccabei
1Mac 6,1-13 

Testo del brano
In quei giorni, mentre il re Antioco percorreva le regioni settentrionali, sentì che c’era in Persia la città di Elimàide, famosa per ricchezza, argento e oro; che c’era un tempio ricchissimo, dove si trovavano armature d’oro, corazze e armi, lasciate là da Alessandro, figlio di Filippo, il re macèdone che aveva regnato per primo sui Greci. Allora vi si recò e cercava di impadronirsi della città e di depredarla, ma non vi riuscì, perché il suo piano fu risaputo dagli abitanti della città, che si opposero a lui con le armi; egli fu messo in fuga e dovette ritirarsi con grande tristezza e tornare a Babilonia. Venne poi un messaggero in Persia ad annunziargli che erano state sconfitte le truppe inviate contro Giuda. Lisia si era mosso con un esercito tra i più agguerriti, ma era stato messo in fuga dai nemici, i quali si erano rinforzati con armi e truppe e ingenti spoglie, tolte alle truppe che avevano sconfitto, e inoltre avevano demolito l’abominio da lui innalzato sull’altare a Gerusalemme, avevano cinto d’alte mura, come prima, il santuario e Bet-Sur, che era una sua città. Il re, sentendo queste notizie, rimase sbigottito e scosso terribilmente; si mise a letto e cadde ammalato per la tristezza, perché non era avvenuto secondo quanto aveva desiderato. Rimase così molti giorni, perché si rinnovava in lui una forte depressione e credeva di morire. Chiamò tutti i suoi amici e disse loro: «Se ne va il sonno dai miei occhi e l’animo è oppresso dai dispiaceri. Ho detto in cuor mio: in quale tribolazione sono giunto, in quale terribile agitazione sono caduto, io che ero così fortunato e benvoluto sul mio trono! Ora mi ricordo dei mali che ho commesso a Gerusalemme, portando via tutti gli arredi d’oro e d’argento che vi si trovavano e mandando a sopprimere gli abitanti di Giuda senza ragione. Riconosco che a causa di tali cose mi colpiscono questi mali; ed ecco, muoio nella più profonda tristezza in paese straniero».

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
A.Fulero. Elegy. Raccolta audio YouTubeStudios. Licenza libera

Meditazione
Emanuele Crispo

Meditazione
Ormai è scontato, è stato scritto e detto da molti santi, poeti, filosofi, artisti che si deve vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo, viene detto in tanti modi e con parole diverse, ma il significato è sempre lo stesso. Vivere ogni giorno con il massimo che possiamo dare, non nel senso materiale del termine, ci consigliano di dare pienamente il nostro amore al mondo, siamo stati creati con una riserva inesauribile di gioia e amore e, pur essendo una riserva illimitata, non si capisce per quale motivo spesso siamo così avidi nell’utilizzarla. Il problema è che quando non si utilizzano la gioia e l’amore, il rischio è di vivere nell’apatia che può trasformarsi in ricerca di possesso di ciò che non è nostro, probabilmente è quello che è capitato ad Antioco Epìfane, nato benevolo e benvoluto sul trono, ma che si è ritrovato a morire depresso e solo. Quella fonte di amore, che poteva spargere a tutto il suo popolo, l’ha sostituita con una brama di potere che, come tutti i re della storia, non hanno mai potuto raggiungerla, o se raggiunta non hanno mai potuto viverla per sempre. Se pensiamo ad una “brutta” morte subito ci viene in mente quella di Gesù: torturato, solo, abbandonato dagli apostoli, in croce con solamente tre donne che piangevano la sua sofferenza. La morte di Gesù però è stata diversa, è stata, per quanto contorta potrebbe sembrare, un proseguimento di tutto quell’amore che ha donato nei suoi anni di vita, la sua morte è stata quella conferma, quella firma ufficiale che ha decretato la fine di una vita spesa per gli altri. La conferma di questo gesto è stato il conseguimento che noi oggi viviamo.. adesso è grazie a Lui che oggi possiamo vivere pienamente, sapendo chi è realmente Dio, è grazie a Lui che sappiamo che non c’è un Dio distante e indifferente a noi, grazie a Lui sappiamo di avere un Padre che non ci abbandona, che anche se perdiamo la giusta strada ci attende, che si spende pienamente fino a morire per noi. Tutte queste sensazioni sono da custodire, per poter vivere appieno, ogni giorno, quella vita d’amore a cui siamo destinati.

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