La Bibbia: I Libri storici



I Libri storici
I sedici libri, che la tradizione cattolica definisce “storici”, ci permettono di viaggiare all’interno dell’Antico Testamento, ripercorrendo i passi compiuti dal popolo di Israele. Essi partono lasciando dietro di sé il Pentateuco, i cinque libri che narrano le vicende dei patriarchi prima e la liberazione dall’Egitto poi. Tra quelli “storici” ad aprire le danze è Giosuè, che racconta la conquista della terra di Canaan e la successiva ripartizione dei territori tra le diverse tribù. Se questo libro si colloca intorno al XIII secolo a.C., i successivi quindici ci permettono di arrivare al 134 a.C., approdando all’epopea dei Maccabei. Se questa classificazione è propria dell’ambito cattolico, altra scelta è stata fatta dalla tradizione ebraica, che esclude dal proprio canone alcuni libri (Giuditta e i due dei Maccabei) e inserisce altri nei cosiddetti “Scritti” (Rut, Ester, Esdra, Neemia e Cronache). La Bibbia TOB – frutto di una traduzione ecumenica – , dal canto suo ha optato per un’altra scelta ancora, inserendone alcuni tra i “Libri profetici”, chiamando quelli di Giosuè, Giudici, i due di Samuele e i due dei Re, “profeti anteriori”; altri invece li ha classificati tra gli “altri Scritti” e i “Libri deuterocanonici”. Ma per quale motivo? Le ragioni sono due: la prima è per seguire il canone ebraico; la seconda invece si rifà allo storico Giuseppe Flavio, che, nel suo scritto Contro Apione (I,8), afferma che la maggioranza dei libri definiti “storici” siano stati composti da profeti. Certo è che tali testi danno della storia un’interpretazione profetica. Ma torniamo alla tradizione cattolica, la quale suddivide i sedici libri in quattro blocchi letterari. Il primo, definito “storiografia deuteronomistica”, comprende Giosuè, Giudici, 1-2Samuele e 1-2Re. Tale definizione rimanda all’omonimo libro del Pentateuco, il Deuteronomio appunto, caratterizzato da una forte spiritualità, basata a sua volta sull’importanza del tempio di Gerusalemme e sul culto in esso esercitato. Il secondo blocco ha invece un’impronta “sacerdotale”, legge infatti i libri di Neemia, Esdra e i due delle Cronache alla luce del culto. Il terzo è composto dalla trilogia Tobia-Giuditta-Ester, opere edificanti accomunate da un intento didattico ed esortativo. L’ultimo blocco è infine relativo alle imprese dei già citati Maccabei, che nel II secolo a.C. si opposero al tentativo da parte dei re di Siria (su tutti Antioco Epìfane) di ellenizzare l’intera cultura d’Israele, culto compreso. Un’ultima e doverosa precisazione va fatta sul termine che inquadra questi sedici libri: “storici” non equivale infatti a storiografici! Non pretendono cioè di essere una descrizione documentaristica di quanto avvenuto. Se gli autori biblici sono stati attenti al dato storico, è altrettanto vero che il loro primo interesse era simbolico, ovvero capace di intravvedere altro e oltre: intuire nella storia le opere di Dio, leggendola come “storia della salvezza” e storia “profetica”. È in tal senso che va accolta la scelta fatta dalla Bibbia TOB.      

 

Recita
Cristian Messina

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Gabriele Fabbri

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