Luca 6, 39-45: "Cecità...". (Commento di padre Silvano Fausti)



Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: “Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: ‹Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio›, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.
Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d'altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L'uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda".

Meditazione
Chi crede di essere illuminato, chi ritiene che ci sia una via superiore alla misericordia è un cieco. Ora cieco non vuol dire non vedente, normalmente è veggente il non vedente...,vuol dire che non sa da dove viene e dove va, non conosce né sé, né Dio, né gli altri, perché Dio è misericordia, perché noi siamo come tutti gli altri. Solo le persone un po' anormali si considerano diverse dagli altri, è segno della normalità chi si considera come gli altri. Quindi è cieco e se vuole tentare vie superiori è semplicemente un cieco che guida altri ciechi che cercano ancora vie superiori alla misericordia e cosa accade? Va nella fossa, nella morte perché la via della vita è la maternità di Dio. Ecco allora ci si dice chi sono i cattivi maestri, sono quelli ciechi alla misericordia, sono quelli pretenziosi "noi siamo più bravi" e poi sono giudici spietati con gli altri ma benevoli con se stessi, vanno lì a guardare tutte le pagliuzze negli occhi degli altri...hanno lo zelo di donna Prassede...non si accorgono di avere una trave nell'occhio. Avete mai provato ad immaginare un uomo con una trave nell'occhio? ...oltre Polifemo.... Provate a mettervi una trave nell'occhio, siete morti! Chi giudica è morto! Uno che sta lì a fare tutte le bucce all'altro, guardare tutte le pagliuzze negli occhi altrui è morto, non è figlio di Dio, non è fratello di nessuno. Ha perso la sua identità. Come può vivere uno con la trave nell'occhio? E' la vera morte spirituale. E c'è tanto zelo che è zelo di morte "fratello, lascia che io estragga la pagliuzza dal tuo occhio": vogliamo raddrizzare le gambe ai cani costantemente, che le hanno storte e gli van benissimo. Tutta la nostra attività è fare bene agli altri per correggerli, ce n'è d'avanzo se tiro via la trave dal mio occhio...la trave del mio occhio è che voglio correggere gli altri, cioè giudicarli, condannarli, così io sono più bravo.
Ipocrita! Tira fuori prima la trave dal tuo occhio, cioè correggi te stesso! E poi magari potrai anche aiutare l'altro però poi, dopo: qui siamo al capitolo 6. la correzione fraterna sapete a che capitolo la troviamo, poi?
Al 17. Noi la mettiamo al primo capitolo: prima correggo gli altri, prima lavoriamo sulla misericordia e nel levare le travi che ho dentro e poi può darsi che sia in grado, una volta che arrivo ad accettare l'altro senza condizioni, davvero di aiutarlo

Recita
Patrizia Sensoli

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Meditazione
Padre Silvano Fausti
Brano audio tratto da www.gesuiti-villapizzone.it

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