Luca 10, 13-16: "Ahimè per te!". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù disse:
«Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!
Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato».

Meditazione
Certamente avrete riconosciuto le voci del film storico di Pinocchio. Mi è venuto in mente questo passaggio perché in qualche modo lo associo emotivamente al brano di Vangelo. Mi spiego meglio. La fata rappresenta per Pinocchio la figura della mamma, di cui certamente soffre la mancanza. Ma la fata è anche una figura protettiva alla maniera degli angeli, e oserei di più: è un po’ la metafora di Dio che dall' alto ci guarda, ci guida e ci accompagna.
E quando è necessario ci redarguisce. Ed è qui che ho colto il parallelo con il Vangelo. Oggi Gesù sgrida fortemente i figli di Corazin e di Betsaida.
Ma dalle parole che usa devo ammettere che assomiglia di più alla serva della fata che voleva usare il bastone verso la birba matricolata, piuttosto che alla fatina paziente e comprensiva verso Il bambino fuorviato dalle cattive compagnie.
Ma io non riesco ad immaginare Gesù così. Gesù non può essere vendicativo, non infligge castighi per i nostri demeriti. E non lo voglio neppure pensare come il grillo parlante, noioso, pedante e ossessivo pronto a rimproverarci ogni dettaglio.
No, Gesù lo immagino più come la fata nella favola di Collodi.. La fata fa fare a Pinocchio un cammino di consapevolezza, lento e rischioso. Lei stessa rischia di passare per una strega agli occhi del bambino, però alla fine la bontà vince sempre. Lo sappiamo.
Ma il Vangelo direte voi non è così bonario. Gesù sembrerebbe ben lontano dalla tenerezza e dalla comprensione della fata.
Allora mi son messo d'impegno e ho voluto guardar bene queste righe del Vangelo. E ho fatto una meravigliosa scoperta. Qualcuno mi ha fatto notare che il termine guai ai voi non è tradotto giustamente. La traduzione letterale è "ahimè per te"! E qui cambia davvero tutto. Cambia il segno dell'operazione matematica.
Ahimè per te infatti non è un giudizio di condanna come il termine guai a voi. È un dispiacere che Gesù ha per questi figli che lo fanno così arrabbiare. Ma Se Gesù è dispiaciuto allora ci tiene ai suoi figli. E se ci tiene non può permettersi di mandarli all'inferno, ma farà di tutto per salvarli. Piuttosto andrà lui all'inferno al posto loro. E infatti, la storia andò proprio così!

Recita
Sabrina Boschetti

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

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